Il direttore sottolinea come l’Inter conoscesse il suo perfezionismo maniacale e le reazioni alla possibilità di perdere contro United e Psg
Nel mezzo di una Gazzetta dello Sport lunare per festeggiare l’anniversario dello sbarco sulla luna, il direttore Andrea Monti firma il suo editoriale su Antonio Conte. Non poteva che essere lui l’uomo del momento, il protagonista di questa “pazza Inter” che, uscita dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestra alla prima occasione.
Le parole dell’allenatore in conferenza prima dell’inizio della torunée asiatica non sorprendono, “Conte non ci sta a perdere”, è cosa risaputa, “neppure a rubamazzo”. E allora non potrebbe mai accettare che le promesse che gli sono state fatte dalla dirigenza al suo arrivo non siano ancora state realizzate.
Ma la dirigenza conosceva il suo pollo, anzi gallo e sapeva che “il perfezionismo maniacale di Conte non riesce a contemplare” l’ipotesi di una figuraccia. E poco importa se si tratta di amichevoli estive di poco conto, come ha precisato l’Inter, non si può affrontare il Manchester United e il Psg senza una punta. Certo la squadra ha portato con se lo chef con tanto di vettovaglie, ma dov’è l’attaccante? Conte non ci sta e lo sottolinea più volte nel corso del suo intervento. “Siamo in ritardo” è il mantra del tecnico, abbiamo bisogno di vendere per poter acquistare. Il riferimento più chiaro è quello a Mauro Icardi che lui stesso ha messo fuori squadra non appena arrivato, ma che sembra stentare a trovare una nuova casa. L’obiettivo resta Lukaku, ma la trattativa è difficile e Monti si chiede se Allenatore e tifosi sapranno accettare il fatto che il mercato è lungo e insidioso, ci vogliono nervi saldi e pazienza perché
siamo appena a luglio, la strada è lunghissima e le mete ambiziose.
