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Il calcio per dribblare l’emarginazione. L’Italia partecipa ai Mondiali dei senzatetto

La “Homeless World Cup” inizia oggi in Scozia. La Stampa racconta l’importanza dell’esperienza per i nostri ragazzi. Dal 2003 il torneo ha cambiato la vita a oltre un milione di persone nel mondo

Il calcio per dribblare l’emarginazione. L’Italia partecipa ai Mondiali dei senzatetto

Inizia oggi, in Galles, la “Homeless World Cup”, il Mondiale dei senzatetto. Vi partecipa anche l’Italia.

Una storia bellissima, raccontata oggi da La Stampa.

Questi calciatori particolari hanno visto andare in frantumi la loro vita, hanno dormito per strada, sui cartoni, e in auto. Hanno avuto problemi di dipendenza da alcol e droghe e stanno seguendo un percorso di riabilitazione all’Ospedale di Crema.

“Il calcio fa parte del loro riscatto per dribblare emarginazione e pregiudizi”.

Fa loro dimenticare i problemi e gli errori commessi, concede una seconda possibilità che questi ragazzi non vogliono spiegare.

Gianclaudio Dossena, educatore del centro di riabilitazione dell’Ospedale di Crema spiega:

“Le dipendenze hanno portato questi ragazzi a isolarsi: qui ritrovano l’importanza di far parte di un gruppo”.

La percentuale di reinserimento di chi passa attraverso la Nazionale solidale è del 65%. Dal 2003 questo torneo, nato in Scozia, ha già cambiato la vita a oltre un milione di persone in tutto il mondo.

Ai Mondiali dei senzatetto partecipano 500 giocatori di 64 Paesi diversi. L’Italia è nel girone di Svezia, Corea del Sud, Olanda, Irlanda e Sudafrica.

“Essere in campo, per questi ragazzi, è già una vittoria”

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