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Il Napoli di Ancelotti senza mediani

Al di là della permanenza di Allan, sarà un Napoli di palleggiatori (con Fabian e James) mortifero in verticale con Lozano. Dietro, l’esplosività e la velocità di Koulibaly e Manolas

Il Napoli di Ancelotti senza mediani

James, Manolas, Lozano e la suggestione di Ancelotti del centrocampo senza mediani.

Da anni il calciomercato è diventato il passatempo preferito dei tifosi italiani, al punto di superare, in interesse, lo stesso calcio giocato che passa in secondo piano dinnanzi all’ammaliante tiritera di nomi, accostamenti, ufficializzazioni ed esclusive.

De Laurentiis e il mercato estivo

Il Napoli di De Laurentiis non ha mai simpatizzato con il mercato estivo. Le scelte, anzi, della società sono sempre andate in direzione opposta a quanto testate, siti web e opinioni rumorose propugnassero come migliore strategia di rinvigorimento della rosa. Lo ha fatto, anche, attraverso la reticenza del suo D.S., di Pompilio ed in generale dello staff che ha sempre preferito i fatti alle parole ed ai titoli di giornale.

Strategia che, tutto sommato, ha pagato molto in questi anni. Il Napoli che, in sordina, ha individuato e comprato a buon prezzo i vari Hamsik, Lavezzi, Cavani, Callejon, Mertens, Koulibaly, Allan e Fabian (solo per dirne alcuni) da nove anni arriva davanti all’Inter. Che, invece, per esempio, l’anno scorso ha strizzato l’occhio ad una trattativa inesistente come quella per Modric, che testate nazionali raccontavano come ‘praticamente fatta’ nonostante zero riscontri.

Un ruolo da protagonista

Il Napoli e De Laurentiis stanno giocando, quest’estate, un ruolo da protagonista, anche sulle pagine dei giornali. Per forza di cose, con Ancelotti, l’esigenza di rinnovare la rosa e dare nuova linfa al progetto passa per l’acquisizione di calciatori affermati, leader dalla comprovata esperienza internazionale ed in grado di dare quel qualcosa in più sotto il profilo delle motivazioni.

E allora, sperando di non essere smentiti dai fatti, segnaliamo la svolta di ADL, pronto a rivendicare copertine, nel mercato dove il Napoli può effettivamente giocare un ruolo inedito.

Il nuovo Napoli di Ancelotti

Proviamo a pensare al nuovo Napoli ideato da Ancelotti.

Sappiamo che, per esplicita ammissione del mister, si partirà dal 4-4-2 come sistema base della fase difensiva, lasciando libertà compositiva a seconda delle diverse situazioni per quanto concerne l’attacco, sublimando così la nozione di ‘calcio liquido’ tanto cara al tecnico azzurro (e ad Alfonso Fasano).

Allora, l’innesto di Manolas sarebbe propedeutico ad una difesa votata all’aggressione nella metà campo avversario. Partendo dall’interpretazione resa in Napoli-Inter alla penultima di campionato, l’idea di Ancelotti potrebbe essere votata alla predisposizione di una linea difensiva più alta. All’innalzamento del pressing fin dentro l’area ed al controllo del pallone quanto più possibile nella metà campo avversaria.

Il duo KK-Manolas

Insomma, perderemo un leader difensivo di ‘concetto’ come Albiol per accoglierne un altro che fa della stamina, dell’agonismo e della copertura i suoi punti forti. Dalla coppia centrale formata da un ‘cagnaccio’ ed una ‘guida’ si passerebbe al duo KK-Manolas meno ‘razionale’ e più impetuoso, con indubbi vantaggi in termini di riconquista alta, vista la spiccata velocità del greco che accompagnerebbe l’esplosività di Koulibaly.

Questo porterebbe ad una ulteriore conseguenza: campo più corto, spazi più ristretti centralmente.

L’idea di terzini/ali, con l’accentramento in posizione di interni dei centrocampisti esterni, l’abbiamo vista quest’anno. Callejon ha giocato praticamente larga parte della stagione in una posizione molto simile a quella occupata dall’Allan del triennio sarriano, con le dovute proporzioni legate alle caratteristiche dei due.

L’innesto James

In questo modello, l’innesto di James Rodriguez sarebbe collante perfetto tra la fase di recupero palla e la prospettiva di offesa. La caratteristica unica del colombiano è infatti quella di ricamare calcio tra le linee, muovendosi come un pendolo dalla linea di prima impostazione a quella immediatamente dietro le punte.

In questo senso, la regia bassa si potrebbe limitare sostanzialmente alla ricerca sistematica del ‘diez’ (alt! Non è un endorsement al numero di maglia) e dell’altro giocatore in rosa che vive come ricevitore universale di palla, l’andaluso Fabian Ruiz. Rendendo potenzialmente mortifero ogni attacco in verticale (o in obliquo) portato avanti da questi due giocatori.

Insomma, James e Fabian, indipendentemente dalla posizione dalla quale partiranno, saranno (speriamo) i due calciatori decisivi nella costruzione offensiva, capaci di incarnare alla perfezione l’idea di verticalità ampiamente professata dal mister.

Il ruolo di un interdittore puro alla Allan, in effetti, in un sistema del genere, potrebbe ritagliarsi uno spazio come vertice basso di un centrocampo multilinea. Una sorta di partner centrale del duo difensivo, con licenza di inseguire gli avversari nelle fasi di transizioni cui saremo esposti.

Allan equilibratore

Allan equilibratore, però, sarebbe una novità. Quest’anno, complice anche la querelle di gennaio e l’assalto respinto del PSG, il brasiliano ha avuto difficoltà ad ereditare da Hamsik anche il ruolo di organizzatore della manovra. E forse, nell’idea di calcio di Ancelotti, la sua straordinaria propensione al recupero palla potrebbe essere sacrificata in cambio di una qualche maggiore affidabilità nella costruzione.

Non è un mistero che, in caso di un’offerta monstre, il brasiliano possa andar via. Io farei di tutto per trattenerlo, perché centrocampisti così sono difficili da sostituire e molto facili da rimpiangere. Ma la suggestione di un Napoli senza mediani puri sono sicuro possa stuzzicare Ancelotti quasi quanto la volontà di inserire in rosa una punta esterna capace di saltare sistematicamente l’uomo.

Insomma, indipendentemente dalla possibilità che resti o che vada via Allan, penso che non saranno poche le volte in cui il Napoli della prossima stagione possa schierarsi con un centrocampo composto da soli “palleggiatori”. Fabian e Zielinski con James e Callejon ad intrecciare le proprie trame sul centrodestra, l’uno a tagliare longitudinalmente con le accelerazioni palla al piede, l’altro ad assicurare tagli senza palla e scalate difensive.

Milik al centro dell’attacco

In un sistema così, l’unico indiscusso è Arkadiusz Milik, la cui posizione al centro dell’attacco non è in alcun modo messa in discussione. Accanto a lui, al momento, le due soluzioni in gioco sono quella con Mertens sottopunta, come nella prolifica ultima fase di stagione, o quella con Insigne, nella posizione ibrida di seconda punta con licenza di allargarsi a sinistra.

L’innesto di un attaccante agile ed abile nel saltare l’uomo, capace di puntare l’avversario e di vedere facilmente la porta (cioè Hirving Lozano) potrebbe essere complementare proprio nell’allestimento di una rosa pienamente funzionale al calcio dell’allenatore già vincitore della Decima.

Proprio al Real Madrid, Carletto, complice la presenza dei più grandi interpreti dei rispettivi ruoli, mise in pratica l’idea del centrocampo senza incontristi. Kroos vertice basso, Modric mezzala sinistra e James a sfruttare gli incastri con Bale alto a destra. E naturalmente Cristiano e Benzema a completare l’attacco. Cioè un’ala ben strutturata fisicamente e con molti gol nei piedi ed un centravanti che ama dialogare con i compagni anche fuori dall’area.

James acceleratore

James si vide scolpito addosso proprio il ruolo di ‘acceleratore’ della fase offensiva: nella pagine de “Il Leader Calmo”, proprio Ancelotti spiega che l’arrivo di James lo pose dinnanzi alla necessità di ritagliargli uno spazio dove potesse rendere al meglio, in una squadra che già pullulava di talento. Risultato? 17 gol, 18 assist, praticamente una realizzazione (diretta o indiretta) a partita.

Un avvertimento, insomma, ai (nemmeno tanto) pochi soloni che in questi giorni ci raccontano di un giocatore di difficile collocazione. James è invece l’esatto opposto, può giocare dovunque, interpretando alla sua maniera ciascun ruolo, proprio come gli ha insegnato il suo mentore.

Che adesso lo rivuole, insieme a Manolas e forse con Lozano, per rendere a sua immagine e somiglianza una macchina che l’anno scorso ha evidenziato molti pregi, qualche difetto ma sicuramente una disponibilità a seguire il nuovo tecnico.

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