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La nuova Roma: Malagò copre la romanità, il Qatar mette i soldi

Su Milano Finanza le indiscrezioni su una possibile cordata di imprenditori guidata dal presidente del Coni per rilevare la proprietà del club. Tra i nomi quello di Fabrizio Di Amato della Maire Tecnimont

Su Milano Finanza, Norberto Manassero si sofferma sul caos che sembra avvolge completamente la Roma.

Innanzitutto l’altalena della borsa subito dopo la conferenza stampa di Totti, lunedì, quando l’ex capitano ha fatto capire, tra le righe, che la società potrebbe cambiare presto proprietà.

Il club ha smentito dopo qualche ora con un comunicato ufficiale sul sito: “La Roma non è in vendita e non lo sarà“.

Ma le parole di Totti non possono essere state dette a caso, scrive il quotidiano finanziario. Che, del resto, fu il primo, ad aprile, a raccontare dell’interesse del Qatar per il club giallorosso.

Nei giorni scorsi, scrive Milano Finanza, sono venute fuori indiscrezioni su una possibile cordata di imprenditori guidata da Giovanni Malagò, che, come scritto ieri da Marco Mensurati su Repubblica, nella vicenda Totti non ha tenuto un profilo propriamente basso.

Anche se non ci sono conferme, si parla di Fabrizio Di Amato, presidente e maggiore azionista di Maire Tecnimont (gruppo operante nel settore dell’industria energetica e manifatturiera) e anche di fondi esteri, probabilmente di origine araba.

Questo, continua il quotidiano, riporterebbe alla pista del Qatar.

Lo scandalo che ha coinvolto il Paese per il Mondiale 2022, con l’arresto di Platini, però, potrebbe pregiudicare o almeno rallentare gli investimenti del Qatar nel calcio europeo al di là di quello nel Psg.

Intanto, ieri, sul suo profilo Twitter James Pallotta ha escluso la possibilità di intraprendere un’azione legale nei confronti di Francesco Totti per le parole pronunciate durante la sua conferenza:

“Non c’è alcuna possibilità. 100% falso. Nella storia della nostra proprietà, questo prende la medaglia d’oro come commento più stupido che abbia mai letto”.

Certo è che non sarà un’estate facile, per il presidente. Troppe questioni in ballo e troppi malumori.

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