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Gli Stati Uniti battono la Thailandia 13-0 e la partita diventa un caso di genere

Le statunitensi sono accusate di aver infierito sulle avversarie celebrando in modo sguaiato ogni gol e di aver privato di credibilità il calcio femminile. Ne parlano il CorSera e Repubblica

Gli Stati Uniti battono la Thailandia 13-0 e la partita diventa un caso di genere

Gli Stati Uniti battono la Thailandia per 13 a 0 e sul Mondiale di calcio femminile scoppia di nuovo la bufera. Il caso, oggi, è sia sul Corriere della Sera che su Repubblica.

Le americane vengono accusate di aver infierito sulle avversarie celebrando in modo sguaiato ogni gol, di non avere avuto pietà e di aver privato di credibilità il calcio femminile.

Emanuela Audisio, su Repubblica, riporta alcune delle critiche alla nazionale statunitense, che in gran parte provengono proprio da colleghe donne.

L’ex nazionale canadese Kaylyn Kyle, commentatrice per il canale TSN, ha dichiarato:

“Troppe feste eccessive e irriguardose. Noi non ci saremmo mai comportate così, è scandaloso”.

Anche le azzurre hanno detto la loro.

“Io ad un certo punto mi sarei fermata, almeno nel recupero potevano fare a meno di segnare”.

Ha dichiarato Elisa Bartoli. Mentre l’attaccante italiana Cristiana Girelli ne ha fatto una questione di nazionalità:

“Si sa che le americane sono fatte a modo loro, non giudico, ma mettersi a festeggiare come se il decimo gol fosse determinante, una conquista importante, l’ho trovato un po’ esagerato”.

Non importa, scrive Gaia Piccardi sul CorSera, che gli Stati Uniti siano, con la Francia, la squadra favorita del Mondiale e neppure che la Thailandia galleggi al 34simo posto del ranking Uefa (il coach thailandese, Nualphan Lamsam, si è scusato ufficialmente con il Paese) e non abbia nemmeno un campionato nazionale.

L’allenatrice delle statunitensi, Jill Ellis, ha difeso le sue ragazze e la competizione dicendo:

“Questo è un campionato del mondo, abbiamo tutti lavorato duro per esserci. Il rispetto alle avversarie si dimostra giocando alla morte fino al novantesimo”

Ma la partita è diventata una questione di genere, scrive la Piccardi. Cosa che ha sottolineato anche l’ex calciatrice statunitense Abby Wambach:

“Smettetela di giudicarci dall’alto del vostro patriarcato, se fossimo uomini non ci avreste mai criticato”.

Anche la Audisio si sofferma sul tema:

“La sportività ha un genere? Perché se le giocatrici massacrano le loro avversarie sono cattive e nessuno dice niente se gli uomini vincono 9-0 (Jugoslavia-Zaire nel ’74) o 10-1 (Ungheria-El Salvador 1982)? Aspettarsi che le donne siano buone e gentili è un pregiudizio e se la sportività è neutra anche i vincenti impietosi andrebbero rimproverati”.

Prima della partita di martedì il record di gol in un match tra Nazionali femminili risaliva al 2007, quando la Germania schiacciò l’Argentina con 11 gol a zero. Domenica gli Stati Uniti incontreranno il Cile, Nazionale debuttante.

“Si salvi chi può”

scrive la Piccardi.

La Audisio, invece, sottolinea un particolare: alla fine della partita le statunitensi sono andate a consolare le avversarie che erano in lacrime. “Non mollate” hanno detto loro.

 

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