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Gazzetta: “Arbitri troppo individualisti, la Var non basta”

Gazzetta: “Arbitri troppo individualisti, la Var non basta”
Napoli-Juventus, l'arbitro Rocchi espelle Meret (KontroLab)

La Gazzetta dello sport dedica due pagine alla quesitone arbitri. Un problema che non sembra essere percepito negli ambienti dell’Aia, dove c’è soddisfazione per il numero sempre minore di errori.

“I fischietti della A in caduta: solo in 6 su 21 viaggiano sopra la sufficienza”. Solo i cosiddetti senatori dunque hanno la capacità di mantenere buono il livello delle prestazioni arbitrali, mentre le giovani leve su cui Rizzoli punta appaiono lasciare molto a desiderare. La domanda è d’obbligo

“che arbitri avremo tra due, tre stagioni, quando un po’ tutti i senatori avranno lasciato?”

Ad oggi il problema fondamentale appare irrisolto, come ottenere uniformità di giudizio in relazione all’applicazione della Var. Perché se è vero, che la tecnologia è diventata fondamentale  e purtroppo anche vero che l’utilizzo del Var invece di risolvere i problemi, ne ha creati di nuovi.

Il problema si è creato con la divisione tra gli arbitri della A e della B secondo Paolo Casarin, ex arbitro e designatore arbitrale dal 1990 al 1997.

“Si è creato un gruppo di eletti che fa una valanga di partite a stagione e un gruppo di meno fortunati, ma magari ugualmente capaci, in cui pochi hanno la possibilità di fare il salto. Oggi si fa prima a diventare internazionali che ad arbitrare una «classica”

La Var è un grande supporto, nato per limitare gli errori degli arbitri, ma che da sola non può cambiare il fatto che

“Gli arbitri sono fondamentalmente degli individualisti, il lavoro di squadra non ce l’hanno nel dna…Ma è un collega a suggerire all’arbitro sul campo di correggere la sua valutazione…e se i due arbitri continuano a sentirsi in competizione, non ne usciranno mai”

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