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La normalità del Borussia Dortmund che annuncia l’addio di Pulisic

L’ammissione del club tedesco: «Non siamo riusciti a rinnovare il contratto di Pulisic». Cosa sarebbe successo a Napoli? Ecco perché il nuovo accordo per Koulibaly è un colpo enorme.

La normalità del Borussia Dortmund che annuncia l’addio di Pulisic

«Mancato rinnovo del contratto»

È la frase chiave del comunicato del Borussia Dortmund, che oggi ha annunciato l’addio di Christian Pulisic a fine stagione. Il club tedesco ha semplicemente (anzi, normalmente) annunciato il mancato rinnovo del contratto del giovanissimo esterno americano. Vista la sua situazione (scadenza 2019-2020), il Borussia ha accettato un’offerta estremamente conveniente (64 milioni di euro) in arrivo dal Chelsea. Una serie di situazioni logiche, lineari, in pienissima aderenza con il calcio di oggi.

Anzi, questo è il calcio(mercato) di oggi. Il Borussia Dortmund scova e alleva un potenziale campione, lo trasforma in un giocatore di alto livello, poi deve venderlo. Perché il giocatore è diventato più grande del club, nonostante i 20 anni ancora da compiere. E allora ha la forza contrattuale dalla sua, fino al punto da rifiutare tutte le offerte di rinnovo e costringere il Borussia a cederlo. Non al ribasso, ma con un incasso sensibilmente inferiore rispetto a quello potenziale. A Dortmund lo sanno benissimo: 18 mesi fa hanno ceduto Ousmane Dembélé al Barcellona per 105 milioni di euro più bonus. Avrebbero potuto avere un introito simile – o addirittura più alto – con Pulisic. Non ci sono riusciti, ne incasseranno “solo” 64. Lo hanno ammesso (scritto) con tutta la normalità del mondo. Così si lavora da queste parti. Questo è il nostro modello. I giocatori si formano e si rivendono, in un ciclo continuo ed ininterrotto ed estremamente virtuoso. Che genera e si autoalimenta di risultati sul campo.

Un modello europeo

Pensiamo per un attimo se fosse successo a Napoli, al Napoli. Con Koulibaly o Fabian Ruiz a scadenza nel 2019 o nel 2020, allora il club partenopeo avrebbe pubblicato una bella nota ufficiale con un candido racconto sul mancato rinnovo di questo suo calciatore – abbiamo scelto gli elementi più riconoscibili a livello internazionale tra gli Under 30, ma lo stesso discorso varrebbe per un Milik o un Ghoulam. Ecco, ora pensiamo alla reazione dei tifosi. Alle parole usate sui social per commentare questa strategia di mercato. Una cosa del tipo: “succede solo a Napoli”, “società inadeguata”, “pappone caccia i soldi” e così via.

Invece no. Succede così dappertutto, perché questo è il calcio(mercato) di oggi. Il Chelsea voleva Pulisic, l’avrà contattato qualche mese fa e gli avrà strappato una firma dietro promessa di un ricchissimo ingaggio. E allora Pulisic non rinnova col Borussia Dortmund, che accetta una cifra alta – ma non esorbitante – per cederlo. Perché prima o poi avrebbe dovuto farlo, e allora cerchiamo di farlo alla miglior condizione.

Ecco perché il rinnovo di Koulibaly, per il Napoli, è un colpo di mercato enorme. Enorme. Perché concede al club partenopeo di sedersi ad un (eventuale) tavolo di trattativa con una certa forza di partenza. La forza di decidere il prezzo a cui vendere. Il Borussia Dortmund è una società sana, i dirigenti eppure sanno di non poter trattenere a lungo i loro gioielli. Perché il Chelsea o il Barcellona di turno andranno a prenderseli. I gialloneri non vincono il titolo tedesco dal 2012. L’ultimo trofeo è la Coppa di Germania 2017. Non vincono da tanto, per essere un club storicamente blasonato. Eppure vendono. È il loro progetto, è il modello europeo delle società borghesi che vogliono competere con le grandi. Non c’è scampo al player trading.

Vendere per crescere: la ricezione dell’ambiente

Vendere per crescere. Può andar male, ma non c’è altra strada. Il punto di questo pezzo, però, non è tanto il modello di business orientato al calciomercato. Piuttosto, è la ricezione/reazione dell’ambiente ad essere un caso di studio. Basta leggere i commenti sotto al tweet ufficiale del Borussia (sotto) per renderci conto di come vanno le cose. C’è la funzione “Traduci con Google” per chi non mastica il tedesco (esattamente come noi). In tanti comprendono la cessione (inevitabile) come il mancato rinnovo. Anzi, applaudono la società. Ed ogni critica è esposta con un certo garbo ed anche argomentando una tesi.

I tifosi del Borussia Dortmund e i follower social dei gialloneri – non per forza le due categorie combaciano – riconoscono la normalità dell’operazione. L’ineluttabilità di certe dinamiche. È molto più frequente che succedano queste cose, piuttosto che una squadra come il Napoli riesca a trattenere per cinque stagioni – finora – un giocatore come Koulibaly. Ogni rinnovo, per certi calciatori, è un nuovo acquisto. La cessione ai top club – quelli che possono offrire stipendi vertiginosi – è un evento che si può solo cercare di posporre. A meno che non sia calciatore a deciderlo (vedasi alla voce Hamsik). Il resto è critica artificiosa, lontana dal tempo e da un calciomercato senza appello. In cui certe squadre possono solo vendere per crescere. Al netto della rabbia, immotivata e incontrollata, di personaggi critici che vivono in un’altra dimensione.

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