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Repubblica: «Mourinho out, ha vinto Pogba: soldi sprecati a Manchester»

I commenti alla notizia del giorno: «Quattrocento milioni sul mercato, uno stipendio enorme, per accumulare delusioni. Dello Special One resta pochissimo».

Repubblica: «Mourinho out, ha vinto Pogba: soldi sprecati a Manchester»

I commenti su Repubblica

L’esonero di José Mourinho al Manchester United è inevitabilmente la notizia del giorno. Anzi, di tutti i giorni: di ieri, di oggi, di domani. Tanti commenti sulle cause e sui motivi di un addio apparso addirittura ritardato rispetto all’incrinatura dei rapporti tra il manager portoghese e tutte le componenti del Manchester United.

Repubblica in edicola oggi racconta i tre anni di Mou ai Red Devils partendo dal conto economico: «Ventiquattro milioni di sterline di buonuscita nonostante la peggiore partenza del Manchester United da ventotto anni. Il premio di consolazione per José Mourinho, dopo il suo licenziamento di ieri dalla guida dei Red Devils è stellare, così come lo era il suo conto in albergo: quasi seicento sterline a notte durante la sua permanenza di  ttocentonovantacinque giorni all’hotel Lowry. Conto totale: più di cinquecentotrentasettemila sterline. Con quei soldi avrebbe potuto comprarsi una casa principesca a Manchester, ma tutta la sua storia allo United è stato un assurdo spreco di denaro, come i quattrocento milioni di sterline spesi in due anni per accumulare delusioni. I flop Lindelof (trentuno milioni) e Bailly (trenta), il fantasma Fred (quarantasette), l’altalenante Lukaku per settantacinque milioni e poi ovviamente Paul Pogba».

Il rapporto con l’ex centrocampista della Juventus segna la differenza col passato. Leggiamo Repubblica: «Il francese è stato il barometro di Mourinho a Manchester: decisivo per le vittorie del 2017 (Europa League e Coppa di Lega) e poi anche nella sua cacciata, dopo che il tecnico l’ha lasciato in panca per tre partite consecutive (inclusa l’ultima disfatta a Liverpool lo scorso weekend), dopo che in un video virale l’ha umiliato pubblicamente, dopo avergli tolto la fascia di vicecapitano, dopo averlo definito un “virus” nello spogliatoio. Dei due, la società ha scelto Pogba, che a questo punto potrebbe restare (invece di tornare alla Juve) insieme all’altro connazionale, il tormentato Martial. Eppure Mourinho si è sempre distinto per fare muro intorno alla sua squadra. Stavolta invece ha provocato più di una volta i calciatori in pubblico. Lo spogliatoio era a pezzi, lo sapevano  anche le pietre».

Gianni Mura

Ovviamente, anche Gianni Mura ha commentato il fallimento di Mourinho. Anzi, addirittura l’editorialista di Rep scrive che «assumerlo è stato uno sbaglio enorme. Del fuoco che ardeva dentro lo Special One sono rimaste poche braci e molta cenere. È cambiato anche nell’aspetto, invecchiato di dieci anni in due stagioni. Barba da latitante, capelli bianchi a 55 anni, per quanto intensamente vissuti con la certezza di essere il migliore di tutti. Non era vero, ma crederci aiuta. L’ultimo guizzo da Special One l’ha mostrato a Torino: il suo United, preso a pallate, aveva rimontato la Juve negli ultimissimi minuti. E Mourinho poteva finalmente accostare le mani agli orecchi, logica rivincita verso un pubblico che l’aveva insultato per tutta la partita».

Evidentemente, Mura non ama particolarmente Mourinho. Ma gli riconosce «grande abilità comunicativa e motivazionale: sono parole che si trovano quasi sempre, nei giudizi su Mourinho. E corrispondono al vero. Mentre è quasi impossibile elogiarlo per la bellezza del gioco. Nel periodo del Porto, forse, quando aveva una rosa relativamente forte e doveva ingegnarsi. Poi ha sempre avuto i giocatori che chiedeva, molto costosi, e li ha fatti giocare in modo sparagnino, vedi immagine del pullman parcheggiato in area di rigore, vedi l’Inter del Triplete: squadra tosta, molto fisica, con Eto’o che faceva il terzino e Milito il mediano. Era catenaccio ed era, sia detto senza ironie, abilità motivazionale: i suoi calciatori eseguivano senza discutere, e arrivavano le vittorie».

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