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L’ex arbitro Marelli: «Il “nuovo” Var è controproducente»

Roma-Inter alimenta le polemiche intorno al protocollo e alle disposizioni di Rizzoli sul Var. Marelli scrive: «Il designatore ha imposto dei paletti talmente rigidi da impedire qualsiasi tipo di review»

L’ex arbitro Marelli: «Il “nuovo” Var è controproducente»

Una versione comune

Pochi minuti fa abbiamo scritto del caos Var in Roma-Inter, riprendendo i commenti dei giornali sull’episodio Zaniolo-D’Ambrosio. Tutti sono concordi: inspiegabile il mancato utilizzo del Var per una situazione che rientra perfettamente nel perimetro del protocollo. Della famosa dicitura “chiaro ed evidente errore”.

Una lettura sposata in pieno anche dall’ex arbitro Marelli nel suo consueto commento agli episodi controversi del weekend (qui il link al pezzo completo). Le parole di Marelli: «I fotogrammi dell’episodio chiariscono un primo, fondamentale concetto: Rocchi non ha visto nulla e non poteva veder nulla. Oltre al fatto che, tra una selva di gambe, è impossibile capire cosa possa essere accaduto, l’arbitro (al momento del contatto) è completamente impallato da un calciatore dell’Inter che si trova esattamente tra la sua linea di visione ed il contrasto tra D’Ambrosio e Zaniolo».

Il fotogramma di cui parla Marelli

«La posizione dell’arbitro è concettualmente corretta, ma è la peggiore possibile nella fattispecie concreta. Sul contatto in sé c’è veramente pochissimo da aggiungere: il fallo di D’Ambrosio è netto, il difensore dell’Inter sgambetta chiaramente l’avversario agganciando il piede sinistro. Il problema nasce successivamente: si tratta di un errore chiaro ed evidente, senza alcuna discussione. Rocchi è coperto, non può vedere nulla di quanto accaduto ed è il suo stesso linguaggio del corpo che denota un dubbio concreto su quanto appena accaduto».

Da qui il giudizio sul Var: «Inspiegabile che Fabbri non abbia perlomeno consigliato la “on field review” al collega; impossibile pensare che abbia considerato la decisione sostenibile, a maggior ragione se l’arbitro gli avesse comunicato di aver avuto la visuale oscurata. E, come abbiamo visto, è decisamente improbabile che gli abbia detto in auricolare qualcosa di differente».

Questo Var è controproducente

È un caso esemplare per spiegare il “nuovo” funzionamento del Var. Il rischio del ritorno alla discrezionalità completa degli arbitri che lo stesso Marelli aveva già anticipato in piena estate. Il giudizio dell’ex fischietto è perentorio: «Il Var, usato in questa maniera, sta diventando quasi controproducente: se non si procede a review per episodi del genere e con queste caratteristiche particolari, diventa del tutto superfluo. Dopo 12 giornate Rizzoli ha affermato che le review sono state 32, solo due in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso campionato. Il problema, enorme, è che questi numeri sono basati su una serie infinita di review per tocchi di mano, alcuni talmente chiari che è spesso risultato quasi incredibile dover ricorrere alla “on field review”. La verità è che i numeri assoluti paiono simili ma è solo apparenza: nella realtà il VAR non interviene mai per contatti tra calciatori».

«Spiace dirlo – conclude Marelli -, ma la responsabilità non può che essere del designatore che, evidentemente, ha posto dei paletti talmente rigidi da impedire qualsiasi tipo di review, ad eccezione dei tocchi di mano che ormai sembrano diventati tutti (o quasi) punibili. Ciò dipende probabilmente dal fatto che gli arbitri abbiano il timore di andare oltre le barriere imposte dal responsabile della CAN che, d’altro canto, sembra quasi incitare all’utilizzo della tecnologia per i tocchi di mano. Da un lato, dunque, il chiaro ed evidente errore viene allegramente ignorato per i falli di mano (o presunti tali…) mentre è diventato un ostacolo insormontabile per tutto il resto. Così non si può andare avanti ed è necessario intervenire al più presto, onde evitare che il campionato diventi un caos ad ogni turno».

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