Per Repubblica anche i napoletani (della Curva A) erano preparati allo scontro. Pietre, bastoni e sfiorato un rogo con un bengala
A due passi da un commissariato
L’agguato ai napoletani è avvenuto intorno alle 19. Repubblica ne fa una cronaca dettagliata. Racconta la richiesta di rinforzi da parte degli assalitori: ultras di Inter, Varese e Nizza.
Il segnale dell’arrivo imminente da Napoli degli ultras della Curva A è arrivato: sono quelli che non si sono aggregati ai pullman del tifo organizzato, non sono scortati da polizia e carabinieri e sono, a loro volta, preparati allo scontro. Il centinaio di ultras dell’Inter è già pronto all’imboscata in una strada laterale a un chilometro dallo stadio, da lì passeranno i minivan usciti dalla Tangenziale ovest nello stradone che porta al Meazza, i gemellati del Nizza sono arrivati, avvertiti per tempo e già in postazione.
“I pullmini napoletani rallentano a un chilometro dallo stadio, c’è solo un’autocivetta della questura che li ha seguiti (una testimonianza riportata dal Mattino dice che la volante si dileguerà all’inizio degli scontri), il muro di tifosi nemici e armati è pronto ad accoglierli. Sfasciano vetri con pietre e bastoni, uno prova a lanciare un bengala dentro l’abitacolo e per poco non appicca un rogo mortale. Un mezzo scuro, pare un suv dalle poche sgranate immagini recuperate dalla Digos, scarta sulla corsia di sorpasso e accelera per togliersi dalla bolgia e ne travolge due. Un amico di Belardinelli si rialza quasi illeso. “Dede” resta a terra. «Guardate, c’è uno dei vostri ferito » , e la voce degli ultras napoletani acquieta lo scontro”.
È durato un paio di minuti. Scrive Repubblica che l’indagine della Digos milanese è “delicatissima e complicata da silenzi omertosi e dalla scarsità di tracce chiare”. Nella zona c’è un commissariato, ma quello di San Siro è ormai un distaccamento amministrativo. Non ci sono telecamere a inquadrare direttamente la strada.
Napolista ilnapolista © riproduzione riservata