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L’orgoglio ritrovato dei tifosi del Napoli nella Parigi multietnica

Lo stadio “Parco dei Principi” rappresenta una città («Ici c’est Paris») ma la squadra che ci gioca, il Psg, non è parigina. Il suo proprietario è del Qatar

L’orgoglio ritrovato dei tifosi del Napoli nella Parigi multietnica

La fiumana di giovani

Che bella Parigi. Se sei mattiniero e fai colazione in una brasserie con i tavolini all’aria aperta, e vedi la fiumana di giovani e meno giovani, studenti e professori, lavoratori del “terzo e del quarto settore” e impiegati, ti accorgi subito che sei in una moderna capitale europea multietnica.

Che c’entra, direte voi, con la partita del secolo? C’entra, perché nella curva dove sono finito per vedere i nostri gladiatori quasi espugnare il Colosseo del patriottismo che non c’è più, c’erano anche tifosi “neri” e “olivastri” dei Cavani, e dei Neymar o Mbappé. Francesi nipoti di migranti africani che tifavano per il Psg.

«Ici c’est Paris»

Lo stadio “Parco dei Principi”, come recitava lo striscione della curva opposta alla mia, rappresenta una città («Ici c’est Paris») ma la squadra che ci gioca, il Paris Saint Germain, che dovrebbe essere il simbolo dell’orgoglio francese, la squadra dei divi del calcio più pagati al mondo, non è parigina. Il suo proprietario è un arabo, imprenditore del Qatar, ex tennista oggi presidente del fondo sovrano Qatar Investment Authority.

Che bella Parigi e quanti dubbi alla vigilia della partita hanno assalito i tifosi del Napoli, non ancora convinti della capacità della nostra squadra di imporsi sui giocatori e sugli avversari, in questo caso francesi.

Storie epiche da raccontare

Ce n’erano tanti di napoletani allo stadio. E non solo nel settore ospiti. E che gioia, con il passare dei minuti, vedere negli sguardi dei “paesani” l’orgoglio ritrovato. Il cominciare a credere che siamo una delle squadri più forti d’Europa, che possiamo combattere per passare il turno della Champions.

Finalmente gli esami che non finiscono mai stanno andando in pensione. Non si respirava, allo stadio, aria di confronti, parallelismi e nostalgie. Finalmente il Napoli di Ancelotti comincia ad avere una sua fisionomia, storie epiche da raccontare. Come il Liverpool e Parigi quasi espugnata. Ma non c’è tempo per dormire sugli allori. Ci aspetta la Roma. Domenica sera. Sognando la Champions.

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