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Tavecchio: «Ho sbagliato a non alzare lo stipendio a Conte, dopo Ventura volevo Ancelotti»

L’intervista di Carlo Tavecchio alla Gazzetta dello Sport: «Prima di Italia-Svezia, dissi a Ventura: “Ci sono 30mila napoletani”; volevo giocasse Insigne».

Tavecchio: «Ho sbagliato a non alzare lo stipendio a Conte, dopo Ventura volevo Ancelotti»

L’intervista alla Gazzetta dello Sport

Carlo Tavecchio torna a parlare, ovviamente di nazionale e Mondiali. L’ex presidente federale rilascia un’intervista alla Gazzetta dello Sport, e inizia il suo racconto dallo spareggio contro la Svezia. Anzi, addirittura dal sorteggio dello scorso autunno: «Mi presero per pazzo quando ho detto che eravamo cascati male. Invece loro sono forti, lo stanno dimostrando in Russia. Però se non segni hai sempre torto, e noi non abbiamo segnato».

La partita di Milano e il retroscena su Insigne e Balotelli: «Per il match di ritorno, dissi: “Sono venuti in 30mila da Napoli”. Non potevo dire a Ventura di far giocare Insigne, cercai di farglielo capire così. Strigliai anche Oriali, ma è andata male. Balotelli? Non c’erano veti su di lui, almeno così mi disse il ct. Mario era il mio preferito».

Il vero rimpianto di Tavecchio si chiama Antonio Conte: «Dovevo dargli i milioni che chiedeva. Ne guadagnava 4, ce ne aveva chiesti 6.5. Sarebbe rimasto azzurro, e ora saremmo in Russia. Però mi sono chiesto: è giusto investire in un allenatore la stessa cifra che utilizziamo per l’intero sistema scolastico? Ventura era la prima scelta di Lippi, per noi venivano prima Donadoni e poi l’ex ct e De Biasi. Dopo la Svezia ho provato a contattare Sacchi per convincere Ancelotti. Solo che Carlo costava troppo».

La parte politica

Il resto dell’intervista di Tavecchio è soprattutto politica: «La mia famiglia mi ringrazia di non avere più incarichi. Però è strano che un presidente che ha gestito bene la Federazione debba dimettersi per un risultato sportivo. Le quattro squadre in Champions, le partite dell’Europeo 2020 a Roma, l’Europeo Under 21 in Italia il prossimo anno. Sono cose che non ci hanno regalato, e poi ho lasciato alla Figc una liquidità mai vista prima. Le seconde squadre? Ci eravamo arrivati anche nel 2017, avevamo l’adesione di Inter, Juventus, Milan, Fiorentina e Roma. Poi la Lega Pro non ha voluto».

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