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Koulibaly e i versi di Senghor: di noi due, chi è l’uomo di colore?

Una serata in pizzeria, da soli, ma soli soli, poi è arrivato uno juventino. Il protagonista è stato Kalidou

Koulibaly e i versi di Senghor: di noi due, chi è l’uomo di colore?
Photo Matteo Ciambelli

In pizzeria, da soli

Ancora negli occhi quel salto di due metri di K2 e ripenso alla serata trascorsa in pizzeria. Per il compleanno di Francesco che si trova in Italia da quando è cooperante, non potevo sottrarmi… Eravamo soli (SOLI) e con un megaschermo a disposizione… Poi è arrivato un ragazzo, juventino, che se ne è stato tutto il tempo in silenzio… viste le mie urla e imprecazioni…(“Chesta me vatte”, avrà pensato).

Koulibaly… quante gliene ho dette negli anni passati… le sue koulibalate erano diventate mitiche…

Ma ieri sera, ieri sera

Le parole di Thuram

Un fenicottero che spicca il volo e che, col suo grido d’allarme,  avverte dell’imminente pericolo. Troppi quattro punti dalla Juve a pochissime giornate.

Una gazzella velocissima, elegante, una delle 18 specie, non importa quale…

Un falco pellegrino, in picchiata.

Un micione più veloce di un’automobile, il maestoso ghepardo.

Lilian Thuram? Non lo ha detto lui che Kalidou potrebbe persino superarlo?

E chi se non Leopold Senghor, poeta e primo presidente della Repubblica senegalese potrebbe descrivere bene i suoi sentimenti, il suo impegno civile, la straordinaria difesa del colore della sua pelle?

Caro fratello bianco, quando sono nato ero nero,

quando sono cresciuto ero nero,

quando sto al sole, sono nero.

Quando sono malato, sono nero,

quando io morirò sarò nero.

Mentre tu, uomo bianco, quando sei nato eri rosa,

quando sei cresciuto eri bianco,

quando vai al sole sei

rosso, quando hai freddo sei blu,

quando hai paura sei verde,

quando sei malato sei giallo,

quando morirai sarai grigio.

Allora, di noi due, chi è l’uomo di colore?

 

Léopold Sédar Senghor, poeta senegalese

( A mio fratello bianco)

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