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Il problema del Napoli è il gol: 20 minuti in vantaggio nelle ultime sei partite

Indicatori statistici e percezioni riguardo le partita confermano la crisi offensiva del Napoli: Mertens senza gol da cinque partite è l’immagine dei problemi azzurri.

Il problema del Napoli è il gol: 20 minuti in vantaggio nelle ultime sei partite

Dati

Nella sua anali tattica, Alfonso Fasano ha snocciolato un dato: «Nelle ultime sei partite, la squadra di Sarri è stata in vantaggio per 20 minuti totali: 18 minuti contro il Genoa, uno e mezzo contro la Roma, qualche secondo contro il Chievo». Ovviamente, si tratta di una lettura superficiale, basica, ma in qualche modo significativa.

Il grande problema della squadra di Sarri, nell’ultimo periodo, è la difficoltà nel costruire occasioni da gol chiare, limpide. I Gli ultimi quattro gol realizzati dalla squadra di Sarri, valsi sette punti (quello al Genoa, quello al Sassuolo e i due contro il Chievo) sono arrivati da azioni incidentali, o quantomeno borderline. Il colpo di testa di Milik è l’unica situazione non incidentale (gli altri tre sono scaturiti da angolo o autogol), ma resta comunque una soluzione anomala nel portfolio tecnico-tattico del Napoli.

Già la scorsa settimana pubblicammo un resoconto statistico rispetto al calo accusato dagli azzurri nell’ultimo periodo. Leggiamo: «La media delle reti segnate è scesa da 2.30 a 2.12, quella delle reti incassate è salita da 0.57 a 0.67. A fronte di un numero di occasioni costruite che non è diminuito (media di 13.6 per match fino a Napoli-Roma, oggi la quota tocca la quota rotonda di 14), si è abbassata la percentuale realizzativa, come peraltro sta ripetendo Sarri». Gli indicatori, dopo la partita di ieri, sono ulteriormente confermati. Cambia solo la media dei gol subiti, quella resta molto positiva. Il Napoli, in trasferta, ha incassato una sola rete nel 2018. Sembra incredibile, dopo questo periodo negativo, ma è proprio così. 

Tendenza

Quest’ultimo dato avvalora ancora di più la tesi sui problemi realizzativi della squadra di Sarri. Se il rendimento difensivo è ancora estremamente positivo, soprattutto nel confronto con gli ultimi due campionati, qualcosa cambia in attacco. E infatti, nella scorsa stagione il Napoli aveva segnato 75 gol alla 36esima giornata; due anni fa erano 66, la stessa cifra di quest’anno.

Lo stesso tecnico azzurro, nel postpartita, ha utilizzato parole chiave per definire la crisi di risultati che sta avvolgendo questo finale di stagione: «La sensazione è che in un altro momento della stagione, con i tre davanti con maggiore brillantezza, Milan-Napoli sarebbe finita con una nostra vittoria». È una considerazione stiracchiata, ma realistica. Il calendario non ha aiutato il Napoli, fermo a tre pareggi  nelle ultime tre trasferte (due a Milano, una a Reggio Emilia). Ma è vero anche che pure le partite casalinghe contro Genoa e Chievo sono state portate a casa con una certa fatica, nonostante le prestazioni abbastanza dominanti. Mertens è la faccia del problema: a secco da Napoli-Roma, cinque partite intere. E la sensazione di un’involuzione tecnica e tattica di enorme impatto sull’economia del gioco.

Futuro

Ora, restano le ultime sei partite per provare a invertire la barra di questo finale di stagione. Forse non basterà per vincere il titolo, anche perché in ogni caso i soli risultati del Napoli non potrebbero essere sufficienti a compiere il sorpasso sulla Juventus. Ma lo scontro diretto a Torino, da giocare senza nulla da perdere, potrebbe ancora ribaltare qualche carta sul tavolo. A patto che la squadra di Sarri recuperi la creatività offensiva.

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