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Il calo del Napoli è nelle cifre: nelle ultime cinque partite, sei gol segnati e subiti

Il Napoli paga un momento di scarsa brillantezza offensiva e di vistosi errori difensivi. Tutto, però, è ancora possibile.

Il calo del Napoli è nelle cifre: nelle ultime cinque partite, sei gol segnati e subiti
Foto Ssc Napoli

Un equilibrio negativo

Nella sua analisi tattica pubblicata ieri sul Napolista, Alfonso Fasano ha scritto: «Per tutta la prima parte di stagione, abbiamo apprezzato la svolta funzionale del Napoli: la squadra di Sarri era evoluta e progredita in senso assoluto, fino ad arrivare alla vittoria della singola partita attraverso la gestione del pallone e dei ritmi di gioco. Ecco, questo Napoli non esiste più. Semplicemente perché è arrivato il periodo di calo dei calciatori migliori, quelli che servono a concretizzare la mole di gioco prodotta dalla squadra». È un modo per descrivere il calo del Napoli

La partita col Chievo è arrivata alla fine del secondo peggior ciclo di risultati nel campionato del Napoli: otto punti in cinque partite, due vittorie, due pareggi e una sconfitta. Era successa la stessa cosa durante il girone d’andata, a cavallo tra le partite con Chievo e Fiorentina. Dopo, arrivarono dieci vittorie consecutive. Potrebbe succedere ancora, ma intanto vanno calcolati i danni. Ed è facile intercettare le cifre che descrivono il calo del Napoli: sei gol fatti e altrettanti subiti nelle ultime cinque partite. Un equilibrio negativo rispetto ai dati stagionali. La media delle reti segnate è scesa da 2.30 a 2.12, quella delle reti incassate è salita da 0.57 a 0.67.

Quindi, come dire: il problema è composito, esattamente come il modello di gioco di Sarri. Quando una parte del meccanismo si inceppa (e magari questa volta è l’attacco ad avere i problemi più evidenti), tutto il sistema smette di funzionare in maniera perfetta.

Attacco e difesa

Sopra, abbiamo scritto che l’attacco sembra avere i problemi maggiori. È una sensazione, ma è anche una conferma che arriva dai numeri. Il Napoli ha segnato due gol soltanto a Roma e Chievo, nelle ultime cinque partite. A fronte di un numero di occasioni costruite che non è diminuito (media di 13.6 per match fino a Napoli-Roma, oggi la quota tocca la quota rotonda di 14), si è abbassata la percentuale realizzativa, come peraltro sta ripetendo Sarri. “Colpa” del periodo poco felice di Mertens, Insigne e Callejon. Non a caso i primi due fanno risalire l’ultima rete segnata alla gara contro la Roma.

La difesa soffre meno, i quattro gol incassati a Fuorigrotta contro i giallorossi fanno la differenza rispetto alla media stagionale. Allo stesso modo, però, si sono verificati cali di concentrazione importanti, vistosi, che sono costati punti importanti e che potevano costarne altri. Non per gettare la croce addosso a Koulibaly (sopra l’abbiamo scritto, è un problema sistemico), ma il francosenegalese è reduce da due gravissime incertezze: il fallo su Politano da cui è arrivato il gol dello stesso esterno del Sassuolo; un passaggio non eccezionale (eufemismo) per Tonelli, che ha originato la rete di Stepinski due giorni fa.

Segnali di un momento complicato

Sono segnali tangibili di un momento complicato, più a livello mentale che puramente fisico. Possiamo dire questo affidandoci alle parole di Sarri nel postpartita, all’idea che solo una squadra atleticamente in palla possa costruire una rimonta come quella vista ieri. Forse la nostra percezione è leggermente diversa, soprattutto per alcuni elementi determinanti (Allan e Mertens, su tutti), ma la classifica, il calendario e anche lo storico di questa stagione autorizzano ancora a pensare allo scudetto.

A patto di recuperare l’equilibrio tra difesa e attacco che ha caratterizzato la prima parte di stagione. Difficile pensare o immaginare che il Napoli possa riacquistare la brillantezza mostrata nella prima parte di questa annata o nell’ultimo segmento del campionato scorso. Sono cambiate prospettive, aspettative, contingenze. Sono aumentate le pressioni, soprattutto. Doveva succedere, prima o poi, che il Napoli calasse e che crescessero ansie e obblighi da risultato. La risposta a questa nuova condizione ci dirà fin dove arrivano le aspirazioni realistiche di questa squadra.

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