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Mertens, abbiamo un problema

Il palo colpito contro il Genoa è l’ultimo fotogramma del miglior Mertens. Oggi, i segnali di Milik e il suo rendimento ci dicono che il belga è davvero in difficoltà.

Mertens, abbiamo un problema
Foto Ssc Napoli

L’ultimo acuto

Il palo colpito contro il Genoa resta, a tutt’oggi, l’ultimo fotogramma del Mertens grande centravanti. Una giocata tipica del suo repertorio: scalata dietro per ricevere il pallone dalla fascia, destro immediato a giro sul secondo palo. Troppo sul secondo palo, viene da dire. Legno interno e fine delle trasmissioni. Milano, il rigore sbagliato con il Chievo, la partita di oggi. E le parole di Sarri nel postpartita: «Se questa Milan-Napoli fosse stata giocata in un momento in cui i tre davanti erano al massimo della brillantezza, avremmo vinto con ampio margine». Il riferimento è velato, ma è diretto a Dries Mertens. Soprattutto a lui.

Il centravanti belga fa parte del gruppo di titolarissimi che sembrano sulle gambe. L’infortunio di Mertens gli ha tolto il sostituto naturale, il rientro del polacco sta avvenendo gradualmente. Al di là del contributo quantitativo e del lavoro per la squadra, ciò che sembra mancare a Dries è la capacità di creare i presupposti per le occasioni pericolose. Oggi, per esempio, un solo tentativo di conclusione realmente pericoloso verso la porta di Donnarumma. Siamo nel primo tempo, in realtà lo scambio con Insigne avviene che Lorenzo è in fuorigioco. Quindi, presumibilmente, il gol sarebbe stato annullato dal Var. Per il resto, nient’altro.

Qualità che si abbassa

È una condizione di cui abbiamo già parlato, ultimamente: nel momento in cui il Napoli perde brillantezza in alcuni uomini-chiave, la qualità finale del gioco si abbassa. E se la squadra di Sarri perde qualità del gioco, fa fatica a vincere le partite. Per caratteristiche, per genetica, per approccio tattico. Non si tratta del semplice discorso sulle partite sporche, anzi è un’altra prospettiva di questa lettura. Il Napoli, nel girone d’andata, ha vinto alcune gare considerate sporche proprio grazie alla qualità di alcuni elementi. Pensiamo a Mertens, pensiamo a Insigne. Questa cifra tecnica veniva esaltata all’interno di un sistema che cercava, richiedeva, si fondava su giocate rischiose, importanti, difficili e determinanti in zona offensiva. Oggi, tutto questo manca. Manca il terminale, la chiusura finale del cerchio del gol.

Nella stessa intervista linkata sopra, Sarri ha spiegato: «Quei giocatori ora in difficoltà sono gli stessi che ci hanno permesso di arrivare a certi risultati». Vero, ci mancherebbe. L’eccellente campionato del Napoli è merito del Napoli, c’è poco di cui essere realmente infelici. Allo stesso modo, però, i segnali lanciati da Milik e dallo stesso Mertens sembrano spingere verso un tentativo diverso. Come dire: Mertens, abbiamo un problema. Forse abbiamo anche una soluzione, ma va testata, provata, al di là di ingressi finale alla ricerca del miracolo. Vediamo se anche Sarri interpreterà così gli indizi che arrivano dal campo, dai numeri, dalla percezione del rendimento.

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