Il ritorno allo stadio dopo un anno, i fischi a uno dei nostri e al presidente. Poi, i due gol del Napoli che cambiano la storia.
Una settimana fa
Napoli-Chievo, 8 aprile 2018. Sono tornato allo stadio dopo quasi un anno ma non sta andando come speravo. Sono le cinque meno un quarto o poco più, la partita sta per finire e siamo 1 a 1, un risultato che ci condannerebbe a rinunciare a tutti i sogni di gloria. C’è calcio d’angolo per noi ed è l’ultima palla, l’ultima speranza. La gente canta; si è vero, qualcuno è già andato via, ma la maggior parte è ancora qui e canta; ok, ho capito, qualcuno ha fischiato uno dei nostri, ma la maggior parte ora, canta; lo so, alcuni hanno inveito contro il presidente, ma sono i soliti pochi noti, la maggioranza canta e canta forte.
La palla parte e la gente canta, arriva al centro dell’area, e la gente canta, viene spizzata di testa da qualcuno e la gente canta, un giovane folletto nero la stoppa in modo magistrale, e la gente canta, quel giovane folletto nero ora la tira, a giro, verso la porta e ora, per un lunghissimo secondo, il canto, se possibile diventa ancora più forte e spinge quella palla fino lì, in fondo al sacco!!
Ora la gente urla, salta, canta e si abbraccia. Il bicchiere pieno d’acqua che ho in mano vola via, l’acqua si spande e bagna ma nessuno se ne accorge o protesta e mi ritrovo abbracciato, avvinghiato, saltante e urlante insieme ad altri, molti conosciuti solo oggi. Se possibile si canta ancora più forte.
Il mio giorno all’improvviso? Ogni maledetta domenica da 60 anni, e più, a questa parte!!