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Leno è un nome giusto per sostituire Reina (anche se non è ancora Reina)

Il portiere del Bayer Leverkusen ha un profilo (tattico, tecnico e di mercato) perfettamente aderente con le esigenze del Napoli, e una buona reputazione internazionale.

Leno è un nome giusto per sostituire Reina (anche se non è ancora Reina)

Un acquisto fondamentale

La gestione “particolare” (eufemismo) del caso Reina-Milan ha un po’ messo in secondo piano un discorso importante per il futuro del Napoli: nome e caratura, due criteri paralleli, del futuro portiere azzurro. Senza Reina, il Napoli perde il numero uno titolare e un riferimento assoluto per il suo modo di stare in campo. Inoltre, rinuncia anche a una delle figure più carismatiche e dello spogliatoio, e con la maggiore riconoscibilità internazionale. Insomma, è una perdita non da poco. E il merito di un Napoli in grado di subire zero gol in 19 partite di questa stagione va ascritto anche a Reina, come portiere e prima guida della difesa. Ecco, al di là dell’esito ancora incerto di quest’annata, l’arrivo di un nuovo portiere va considerato come un investimento importante, alla luce di tutti questi parametri. Quindi, occhio al nome di chi potrebbe arrivare. Bernd Leno, si dice.

Presentare Bernd Leno è un’operazione semplice, ma non banale. Nel senso: è uno dei prodotti più interessanti della scuola tedesca e contemporanea dei numeri uno. Michele Tossani, in un report della scorsa estate per il Napolista, ha scritto: «Leno fa parte dell’ultima nidiata, quella degli eredi di Neuer. Portieri che sembrano destinati a contendersi l’eredità del portiere del Bayern Monaco, comunque ancora 31enne. Parliamo di ter Stegen, Karius, Horn, Früchtl». Ovvero elementi con caratteristiche comuni, e facilmente identificabili: reattività tra i pali, tendenza a uscire dall’area piccola, coprendo lo spazio dietro la linea difensiva, buona capacità nel gioco con i piedi. Insomma, un idealtipo di portiere potenzialmente perfetto per il calcio proattivo praticato dal Napoli e che va per la maggiore in Germania.

Peso internazionale

Dal punto di vista tattico, dunque, non dovrebbero esserci grosse perplessità. Anzi, Leno rappresenterebbe la continuità assoluta rispetto alla domanda e all’offerta del gioco. Qualcosa cambierebbe in quanto a carisma, a peso e reputazione internazionale. A differenza di Reina 2013, l’operazione Leno si concretizzerebbe intorno a una figura dalla riconoscibilità più circoscritta, di livello inferiore. Lo spagnolo arrivava da una carriera importante, da una finale di Champions League, da una lunga esperienza con il Liverpool e con Benitez come garante.

Leno ha un profilo più indefinito, l’esperienza europea è abbastanza importante per i suoi 26 anni da compiere (51 presenze nelle coppe, 14 caps con l’Under 21 tedesca e 5 nella Mannschaft di Joachim Loew) ma manca una consacrazione reale e assoluta ai massimi livelli. Bello pensare che possa cercarla a Napoli, anche se questo può portare a delle incognite rispetto all’impatto del calciatore sull’ambiente più che al puro rendimento. Come dire: Leno rappresenta uno dei migliori investimenti possibili, per il Napoli. Quando scriviamo “per il Napoli” facciamo un discorso tattico, economico e di mercato, in relazione alle possibilità di investimento e di attrattività del club azzurro. Allo stesso modo, però, non siamo ancora nell’olimpo dei grandi portieri riconosciuti, inavvicinabili per una realtà di questo tipo.

Un passo in avanti

Reina era in una posizione leggermente più elevata, nonostante il suo ultimo periodo al Liverpool non fosse stato proprio eccellente. Leno è un nome più prospettico, sarebbe certamente più centrato rispetto a un elemento italiano senza pedigree internazionale (Perin, Meret o similari), avrebbe un costo ragionevole e un buon rapporto potenziale qualità/spendibilità, in campo e sul mercato. Ci sentiamo di caldeggiare il suo acquisto, come detto sopra garantirebbe continuità al progetto tattico. E, infine, permetterebbe al Napoli di presentarsi con un acquisto di spessore europeo al primo intervento di ristrutturazione della squadra. Sarebbe passo in avanti significativo per un club che, negli ultimi anni, ha fatto fatica a concludere operazioni in entrata oltre una certa cerchia di squadre, di profili, di riferimenti.

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