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Reina al Milan, un’operazione senza creanza

Ci sono tanti altri calciatori nelle stesse condizioni di Reina, eppure solo lui e il Milan hanno praticamente ufficializzato il nuovo accordo. L’operazione è legittima, ma il timing non ci convince.

Reina al Milan, un’operazione senza creanza

Professionalità

Reina al Milan, oggi le visite mediche. Una notizia forse laterale rispetto al momento del Napoli, alla corsa scudetto. Ma una notizia che c’è, e che per questo va analizzata. Ne abbiamo già parlato qualche giorno fa, e non ci muoviamo dalla posizione iniziale. Ovvero: noi non mettiamo e non metteremo mai in dubbio la professionalità di José Manuel Reina, detto Pepe. Il portiere del Napoli resterà il portiere del Napoli fino alla fine del campionato, rispetterà questo ruolo e questa dimensione, non verrà meno ad onori e responsabilità. Neanche e soprattutto a Milano contro il Milan.

Detto questo, però: la posizione di Reina è scomoda, molto scomoda. E sinceramente non capiamo i motivi di questa fretta, anzi più che altro di questa necessità mediatica rispetto a questo trasferimento. Ci spieghiamo: in tutti i club di Serie A ci sono calciatori in scadenza di contratto, la Juventus ha Asamoah, la Lazio ha De Vrij, la Fiorentina Badelj e così via. Persino le big di Premier hanno calciatori vicini alla fine del proprio rapporto di lavoro: Blind e Fellaini allo United, Emre Can al Liverpool, Yaya Touré al City. Molti di questi sanno già che non riceveranno offerte di rinnovo.

Solo Reina

Eppure, solo Reina fa le visite mediche a marzo. Eppure, solo Reina fa già parte di un domino di mercato che coinvolge Donnarumma, Raiola, il Psg e tutti gli altri. Ecco, probabilmente è questo l’olio che ha fatto muovere e fa muovere l’ingranaggio, però continuiamo a essere perplessi. Sul timing dell’operazione, sul fatto che sia già di dominio pubblico. A campionato in corso, con il Napoli in corsa per lo scudetto. Ripetiamo: una posizione scomoda per tutti.

Non è che chiederemmo tanto. Semplicemente: un po’ di sana ipocrisia, temporale e di facciata. O, se preferite, quella che noi definiamo creanza. Nessuno vieta a Reina di lavorare in questo modo per il suo futuro, se il Napoli ha deciso di esercitare il suo diritto a non rinnovare un contratto ha (deve avere) piena libertà a guardarsi intorno. Ma tra il guardarsi intorno e le visite mediche, con tanto di firma sul nuovo contratto, ci passa un bel po’ di roba. Ci passa, soprattutto, un pizzico di serenità in più da acquistare col silenzio, rimandando una pratica che può essere tranquillamente rimandata a maggio. Tra due mesi, forse, non sarebbe cambiato nulla. Semplicemente, non si sarebbe sollevato un altro polverone che non fa il bene del Napoli. E del rapporto Reina-Napoli, al di là della professionalità che non mancherà mai.

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