Un passo falso preventivabile, mentre la Juventus vince a Roma e indirizza il campionato. Il Napoli, però, può ancora vincere il titolo, e non è solo una questione di matematica.
Napoli e Juventu
Un passo falso era preventivabile. E la Roma era una di quelle squadre contro cui questo passo falso era più probabile. Ma è la modalità con cui si è svolto il sabato calcistico ad aver gettato nello sconforto l’intera tifoseria azzurra. Il gol di Dybala, in verità tanto straordinario quanto casuale nel contesto generale di Lazio-Juventus, soprattutto perché arrivato a partita finita, ha fatto vedere le streghe agli appassionati napoletani. Per cui, agli occhi di tutti, la sconfitta contro la Roma appare più pesante e decisiva di quanto in realtà potrebbe essere.
Infatti, proprio alla luce degli zero punti conquistati dal Napoli, il gol in extremis della Juventus non sposta esageratamente l’equilibrio del campionato. Una Juve virtualmente alla pari, invece che a +2, avrebbe comunque obbligato il Napoli a vincerle tutte, compreso lo scontro diretto allo Stadium. Ed è bene ricordare che mancano 11 partite. E che persino la sfida di Torino potrebbe non essere definitiva. La Juventus avrà Inter e Roma fuori casa nelle ultime 4 giornate, è bene non dimenticarlo. E comunque la marginalità con cui la Juventus vince tante partite dovrebbe farci riflettere sul fatto che non sempre può trovare il coniglio dal cilindro che le consente di trasformare in vittorie pareggi già scritti.
30 anni fa
Molti commentatori hanno invece celebrato la vittoria della Juventus non come casuale o fortunosa, ma come figlia dell’abitudine a stare in alto, contro la presunta inesperienza degli azzurri alle sfide di vertice. Assegnando di fatto lo scudetto con 11 giornate di anticipo. E poi anche i corsi e ricorsi storici sembrerebbero giocare contro il Napoli.
Come ha già ricordato Massimiliano Gallo, la partita contro la Roma somiglia tantissimo alla “maledetta” Napoli-Roma di 30 anni fa. Una sconfitta che divenne il preludio di un inatteso tracollo. Però quel Napoli era molto diverso da quello di oggi. Lo spogliatoio era spaccato al suo interno, c’era una fronda contro l’allenatore e comunque la squadra, seppur fortissima, commise l’errore di sottovalutare quel segnale. Finendo per mollare nel momento decisivo della stagione.
28 anni fa
È improbabile che, dopo tanti sacrifici, il Napoli attuale finisca per mollare. Come non mollò quello del 1989-90, tanto per tornare al calcio “vintage”.
Un Napoli che, dopo essere stato in testa dalla 1a alla 26a giornata, si fece raggiungere e superare da quello che è stato definito il miglior Milan della storia. Un Napoli che, pur perdendo il comando della classifica, non perse mai la testa e non smise mai di provarci.
Tanto che la testa finirono per perderla i rossoneri che, partiti per completare uno storico triplete, si dovettero “accontentare” della Coppa dei Campioni per salvare una stagione che sarebbe dovuta essere trionfale. Questo per dire che, anche contro quelle che sembrano corazzate, la speranza deve essere sempre l’ultima a morire.
Un anno fa
Giusto per chiudere il capitolo dei corsi e ricorsi storici, ricordiamo che durante lo scorso campionato l’ultima sconfitta cadde più o meno nello stesso periodo. Napoli-Atalanta 0-2, alla 26a giornata invece che alla 27a, il 25 febbraio invece che il 3 marzo. E il Napoli proprio dopo quella sconfitta ripartì, collezionando 32 punti sui 36 restanti, diventando il Napoli che tutta Europa guarda con ammirazione.
Benché molti osservatori esterni la pensino diversamente, la mancanza di distrazioni extra campionato in questo finale di stagione probabilmente gioverà al Napoli, che avrà tempo e modo di ritrovarsi, soprattutto psicologicamente. Ci sarà il tempo di rivedere gli errori commessi, e di rispondere alla domande che lo stesso Sarri si è posto, ovvero perché si è persa una partita i cui numeri sono stati tutti favorevoli al Napoli. Bene ha fatto Sarri a restare tranquillo e ad alleggerire la pressione crescente sulla sua squadra.
Ora l’Inter
Il Napoli c’è, gli azzurri sono stati puniti oltremodo da un risultato eccessivo, e da una serie di eventi concatenati che hanno esaltato la Roma, che resta una signora squadra, piena di calciatori di qualità e non a caso una delle favorite di inizio stagione. Eventi che hanno messo in ginocchio gli azzurri in una serata in cui si è veleggiato controvento, dal pareggio casuale della Roma in poi.
In troppi hanno già definito la 27a giornata quella decisiva per l’assegnazione dello scudetto. La settimana prossima ne sapremo di più. Il Napoli affronterà la trasferta più difficile dell’anno dopo quella di Torino. Una prestazione ed un risultato positivo potrebbero ribaltare immediatamente le sensazioni negative e l’inerzia della stagione. Il destino del Napoli resta ancora saldamente nelle sue mani.