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Allo stadio con mio padre e una sediolina di legno per farmi vedere la partita

Ricordo Castellini Bruscolotti Tesser, mi innamorai di Krol. Indimenticabili le prime volte, quando i controlli all’ingresso non erano quelli di oggi

Allo stadio con mio padre e una sediolina di legno per farmi vedere la partita
Krol e Bruscolotti

di Antonello D’Angelo

Sono nato nel 1975 ed i miei primi ricordi di infanzia sono le figurine dei calciatori Panini di fine anni ’70, una bandana del mondiale di Argentina ’78, un bandiera del Napoli col ciuccio molto sbiadita (conservata per decenni a casa dei miei con le due coppe Italia mostrate con orgoglio come unici trofei). Ho imparato a leggere e scrivere grazie ai nomi impressi sulle figurine dei calciatori, del Napoli in primis, e poi delle altre squadre, mi innamorai di quel numero 5 olandese, Ruud Krol, avevo una foto sua autografata che mi regaló mio zio dipendente del Denza dove il calciatore portava i suoi figli a scuola.

Non ricordo la partita

E poi il ricordo dello stadio, non ricordo esattamente la partita, mio padre aveva l’abbonamento e portava quasi sempre mio fratello, qualche volta portò me. Il ricordo di una sediolina di legno pieghevole che mio padre portava per farci salire sopra e vedere meglio la partita. Ebbene sì, si poteva entrare allo stadio con una sediolina agli inizi degli anni ‘80! Altri tempi…

Castellini, Bruscolotti, Tesser… le ripetevo all’infinito quelle formazioni. E poi… e poi il 10 maggio1987, allo stadio in curva B, insieme a mio padre, avevo 12 anni, quanti ne eravamo? 90 mila? 100 mila? Quello striscione immenso che scendeva e ti ricopriva la testa, e poi risaliva velocemente prima del fischio iniziale… che poesia, che amore…

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