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Napoli-Lipsia, il grosso passo indietro di Rog e Diawara

Nessuna bocciatura sommaria, noi crediamo molto nelle due alternative di Sarri a centrocampo. Ma la prestazione di ieri sera è un passaggio a vuoto, errori e impatto nullo sulla partita.

Napoli-Lipsia, il grosso passo indietro di Rog e Diawara

La verità nel discorso di Sarri

Abbiamo scritto del Sarri comunicatore post-Lipsia. Della perfezione del suo discorso, tra parti di verità e di fiction. Le prime riguardano la prova delle riserve, di quei calciatori solitamente fuori dalla formazione iniziale eppure considerati vicini al livello dei titolarissimi. Parliamo di Rog e Diawara, soprattutto, più che di Ounas. L’esterno francoalgerino rappresenta un caso a parte: ha fatto gol, non ha offerto una gran prestazione ma era alla presenza da titolare numero tre in questa stagione. È anche un problema di “posizionamento” nella rosa: Ounas è la riserva di Callejon, un ruolo che nella vita reale non esiste. Non ha mai giocato, non giocherebbe mai. Come dire: non è giudicabile, nemmeno come peso nel progetto.

Per Rog e Diawara, il discorso è diverso. Si tratta di calciatori con uno status riconoscibile nel Napoli, con una possibilità di futuro. Lo abbiamo scritto pochi giorni fa, noi crediamo in questi due ragazzi. E ci crede pure il Napoli, in maniera profonda, assoluta. Ecco perché una partita giocata come ieri sera fa molto male, al di là del contesto complesso in cui i calciatori hanno dovuto esibirsi. Fa male a loro, fa male al Napoli che ha investito e investe un certo quantitativo di fiducia in una crescita che non si è ancora verificata.

Montagne russe

Parlare di Rog e Diawara vuol dire sedersi su un rollercoaster, il nome tecnico di una giostra di montagne russe ad alta velocità. Si sale, si scende, si rivedono certe convinzioni. Ad esempio, un mese e mezzo fa scrivevamo benissimo del calciatore croato, autore di una gran prestazione contro l’Udinese, in Coppa Italia. Stessa cosa per Diawara, anche se gli articoli migliori per il centromediano guineano risalgono a un tempo più antico: a ottobre, dopo la buona prova in Genoa-Napoli; e all’estate, dopo la splendida partita giocata a Verona, alla prima di campionato.

Quindi, come dire: non vogliamo, non dobbiamo, non possiamo (soprattutto) passare alla bocciatura sommaria. Di Rog e Diawara, del mercato prospettico del Napoli. Sarebbe sbagliato, sarebbe ingeneroso, anche perché la politica di rotazione di Sarri non aiuta alla crescita armonica dei calciatori meno utilizzati. Nel senso: Rog e Diawara potrebbero funzionare meglio – e in effetti funzionano meglio – giocando separati, come alternativa di turn over rispetto a un solo centrocampista. Insieme, la cosa cambia. Peggiora. 

La partita

Allo stesso modo, però, la prestazione di ieri sera è un grosso passo indietro. Diawara ha toccato 73 palloni, con una percentuale di precisione nei passaggi alta ma non altissima (88%), soprattutto rispetto al compito primario che viene affidato al regista del Napoli (regia elementare e scarico sul compagno più vicino). Da un suo errore in fase di uscita dalla difesa, è nato il gol del pareggio di Werner. Ma l’intera partita è stata costellata di letture negative, la cifra totale di due eventi difensivi (un tackle e un intercetto) in 90′ definisce in maniera più chiara l’impalpabilità dell’ex Bologna.

Per quanto riguarda Rog, il discorso è di suggestione piuttosto che statistico. È arrivato l’assist per il gol di Ounas, una bella azione corale da una fascia all’altra; ci sono stati un altro passaggio chiave e quattro eventi difensivi, nella sua partita. Ma è mancata la caratteristica principale del suo gioco: la capacità di forzare l’azione, di ribaltare il campo in progressione, di puntare la difesa avversaria in verticale dopo aver superato palla al piede la linea di pressione. Insomma, è mancato il vero Rog, il suo impatto fragoroso sul match.

Domani

Lipsia-Napoli, a occhio, potrebbe/dovrebbe essere la partita del riscatto. Marko e Amadou, Rog e Diawara, dovranno cercare di riabilitare la loro patente di alternative valide. Non tanto per quello che succederà in questa stagione, ma per quello che verrà dopo maggio 2018. Entrambi rappresentano (ancora, comunque) due grandi patrimoni, per il Napoli. Sono dei tesori tecnici ed economici, ma di certo possono e devono dare di più. Non sono nella miglior condizione, ma il loro punto di partenza non era molto lontano da quello di Zielinski. Che, però, ha (di)mostrato molto di più in una stagione e mezza di avventura partenopea. Niente bocciature assolute e definitive, parliamo di un 1995 e di un 1997 (!). Ma la sensazione che Napoli-Lipsia debba rimanere un episodio a sé, un caso isolato. Per loro, per il Napoli.

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