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Rog l’esagerato, un atipico nel Napoli che gioca in punta di piedi

Ritratto ed elogio di Marko Rog e del suo gioco: lontano dal Napoli eppure perfettamente inserito, destrutturare gli avversari e costruire il gol.

Rog l’esagerato, un atipico nel Napoli che gioca in punta di piedi
Marko Rog (Hermann)

Emozioni forti

In una confronto qui in redazione, qualcuno ha azzardato una frase abbastanza eloquente su Marko Rog. Questa: “È un calciatore che suscita sempre emozioni forti”. Il riferimento a Napoli-Udinese è immediato, c’è l’emotività di due momenti a fomentare questi sentimenti. Abbiamo preparato le gif di questi due attimi di follia omicida – dove omicida, in questo caso, è ovviamente un’esagerazione.

Reperto numero uno:

Reperto numero due:

Marko Rog è questo, è essenzialmente questo. È calcio destrutturato (quello degli avversari) e immediatamente ricostruito (quello del Napoli). Un passaggio veloce, non indolore ma significativo. Non ideologicamente affine a questo Napoli, perché è molto più indisciplinato rispetto alla durezza rigorosa e circostanziata di Allan, l’altro unico interdittore a disposizione di Sarri. Proprio Sarri, ieri sera nel postpartita, ha parlato di Rog come «un calciatore che ha caratteristiche diverse rispetto a tutti gli altri compagni».

Ecco, il punto è proprio questo. Le emozioni forti di cui sopra, e che si percepiscono e si leggono e si apprezzano in queste due azioni, sono ancora più forti perché sono una cosa altra rispetto al codice genetico del Napoli. Lo integrano ma restano sempre fuori, nel senso che Rog riesce a essere fuori posto pur essendo inserito nel percorso e viceversa.

Povero Hallfredsson

La prima azione, più di tutte, spiega in maniera compiuta questo concetto: Rog attacca in pressing Hallfredsson, e questo fa parte del gioco di Sarri. Il duello di spalla prolungato, però, appartiene poco a questo Napoli, non fosse altro che per la struttura fisica dei calciatori in maglia azzurra, difficilmente vediamo Insigne e/o Mertens e/o Callejon darsele con un avversario in questo modo, con questa ferocia.

Rog funziona, il suo attacco sulla palla è incontenibile, l’islandese dell’Udinese è piazzato fisicamente ma non riesce a tenere, Rog lo costringe letteralmente a sdraiarsi, non fa fallo, è irruenza pura. A volte incontrollabile, si pensi alle molte ammonizioni, ai falli commessi appena entrato (la maggior parte dei quali di una ingenuità e di una sprovvedutezza disarmanti), alle misure sballate in alcuni interventi.

Qui comincia la seconda fase, che è aderente al Napoli di Sarri. Il pallone nello spazio verso Callejon è perfetto. Lo spagnolo è uomo che potrebbe giocare in transizione, possiede capacità di lettura avanzata degli spazi, attacca la profondità, sa essere decisivo con uno/due tocchi, è essenziale, minimalista. Anche se il contropiede puro non è una prerogativa del Napoli, resta una risorsa importante per le squadre di calcio. E necessita di una certa sensibilità di tocco, per essere veloce e pericoloso. Ecco, Rog trova e indovina lo spazio con il destro, un tocco di sinistro con la velocità, la traiettoria giuste. Callejon tira, tira pure bene. Scuffet fa il portiere, e la prende. Ma il concetto di riferimento è perfetto.

Il gol

Mertens-to-Insigne, ci siamo. Un asse che funziona, eccome, nella stessa situazione di ripartenza descritta sopra. Ma tutto nasce da Rog che inizialmente si inserisce nello spazio (Napoli di Sarri, movimenti senza palla) e poi torna indietro come una furia, dopo che il primo pallone non è arrivato a destinazione. A quel punto, una corsa inutile diventa utilissima: Jorginho intercetta, la palla ballonzola, Rog arriva primo e tocca nello spazio che si è aperto.

Pressione sull’avversario e inteligenza nel trovare lo spiraglio giusto. Poi Mertens e Insigne sono forti, leggono il gioco e hanno piedi da favola, e allora tutto diventa abbastanza semplice. Il punto, però, sta all’inizio: Rog non si risparmia, non castra sé stesso e le proprie caratteristiche, aggredisce, non arretra, mai. È tentativo di destrutturare e capacità nel ricostruire. Una frase che abbiamo già usato, ma è perfetta – senza falsa modestia – per descrivere il centrocampista croato.

Le prospettive

Rog ha 22 anni, ne compirà 23 a luglio. È giovane, è un colpo meraviglioso per il Napoli. Rispetta tutti gli auspici di mercato che abbiamo toccato negli ultimi giorni, dallo scouting internazionale (qui) fino all’età “minima” del campionato italiano (qui). In un universo parallelo in cui il Napoli avesse ceduto Hamsik al Manchester City, Rog, Zielinski e Allan si alternerebbero nei due slot delle mezzali. Non vogliamo buttare la croce addosso a Marek (ci mancherebbe), però è indubbio che gli spazi per Rog siano ridotti (almeno dall’inizio: ha giocato 19 partite in stagione) perché lo slovacco deve giocare sempre. E perché Allan (soprattutto) e Zielinski hanno una maturità più spiccata rispetto a quella del croato.

Non reclamiamo la titolarità di Rog (saremmo folli), ma sottolineiamo quanto un calciatore così possa fare al caso del Napoli. Riesce a farlo oggi, che ha solo 22 anni e il suo impatto è giocoforza limitato. Riusciva a farlo lo scorso anno, quando a un certo punto Rog iniziò a rappresentare un’arma in più per il centrocampo, fu schierato a Roma e a Torino e seppe associare dinamismo e qualità. Pensate cosa riuscirebbe a fare in futuro, soprattutto alla luce di un miglioramento possibile e da perseguire.

Rog ci piace, ha tutto quello che un calciatore del Napoli (inteso come progetto tecnico) dovrebbe avere. E poi è un giocatore composito, nel senso di completo o potenzialmente completo, può pensare di fare tutto a centrocampo, la mediana alternativa con Diawara e Zielinski possiede tutte le credenziali per pensare di diventare titolare. A Napoli, in un club che studia per giocarsela a tutti i livelli; ma anche altrove, perché noi non riusciamo a scrivere che Rog (esattamente come Diawara e Zielinski) non possa essere titolare in 15 club di Serie A su 19. Che Rog (esattamente come Diawara e Zielinski) non possa giocarsi il posto dall’inizio in 10 squadre su 16 rimaste in Champions League. Non riusciamo a scrivere che Rog non sia all’altezza dei titolari, eppure è (giustamente) un’alternativa. E che il Napoli è forte, proprio in virtù di tutto questo.

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