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Zielinski: l’impatto su Napoli-Lazio e il miglior centrocampo d’Italia

L’ingresso in campo del polacco ha ribaltato l’inerzia di una partita, ma è anche sintomatico della forza del Napoli nel reparto di mezzo: nessuno, in Serie A, ha le stesse varietà e qualità, tra titolari e alternative.

Zielinski: l’impatto su Napoli-Lazio e il miglior centrocampo d’Italia

Il cambio giusto

L’ingresso in campo di Piotr Zielinski all’intervallo di Napoli-Lazio è stato perfetto. Non ci sono altri termini per restituire l’importanza e l’impatto della sostituzione con Marek Hamsik. Chiariamoci subito, dall’inizio: non che Hamsik sia un problema, anzi. Il capitano del Napoli è fondamentale per la sua squadra ben oltre il significato e il peso e la narrativa della fascia al braccio sinistro. Probabilmente non vive la sua miglior stagione come rendimento complessivo, eppure mette insieme 5 gol, un assist e 34 occasioni create. Solo in campionato.

Come dire: chi guarda il calcio al di là delle suggestioni dell’ultima partita, chi scende un po’ più in profondità e riesce a interpretare il contributo di un calciatore oltre i numeri grezzi, può leggere quanto e come Hamsik sia fondamentale per il Napoli. Questo, però, non toglie che alcuni momenti, di e in alcune partite, possano richiedere altro. Ecco, Napoli-Lazio ha richiesto altro. Ha richiesto Zielinski, questo Zielinski, soprattutto dal 45esimo in poi. Quando l’inerzia fisica e mentale del match si era definitivamente ribaltata verso la squadra di Sarri.

Recentemente, Alfonso Fasano ha scritto un pezzo in cui “rimpiangeva” il percorso tattico che le contingenze cucivano addosso a Zielinski. Il polacco, mezzala moderna secondo Sarri, è stato costretto a reinventarsi esterno offensivo a causa delle recenti emergenze infortuni. Ecco, probabilmente si riferiva allo Zielinski visto contro la Laio. Mezzala moderna, giocatore totale, il Kevin De Bruyne della sua dimensione tecnica. Come dire: si può non essere d’accordo, ma chi ha visto Piotr Zielinski durante Napoli-Lazio ha quantomeno compreso quel pezzo. Perché ha visto Zielinski nella sua miglior prestazione come interno contemporaneo

Cosa è cambiato

Nell’analisi tattica di Napoli-Lazio, l’impatto di Zielinski sulla partita viene raccontato così:

Molto semplicemente, si è passati da un centrocampista dal gioco fondamentalmente statico, come Hamsik, a un calciatore con maggiore mobilità, e con maggiore qualità nell’attacco della difesa avversaria. A quel punto, gli scambi stretti tra centrocampisti e attaccanti avevano uno sfogo offensivo diverso, la squadra riusciva a ripartire meglio e la pressione (più blanda) della Lazio è stata sempre saltata

Rispetto ad Hamsik, Zielinski è molto più dinamico. Questa differenza fisica gli permette di poter adoperare una soluzione più complessa per Hamsik: lo strappo palla al piede in verticale, la percussione (che può essere anche senza palla) per creare superiorità numerica in velocità. Il gol di Mertens, propiziato proprio da una giocata di questo tipo, è rimasto nella memoria collettiva. Ma questa alternativa di gioco è genetica, per Zielinski. Fin dai primissimi approcci con il Napoli, ha saputo garantire a Sarri situazioni di questo tipo:

Napoli-Milan, seconda giornata del campionato 2016/2017. Zielinski, schierato da mezzala destra, taglia il campo palla al piede. L’azione si concluderà con il gol di Callejon.

Il miglior centrocampo della Serie A

L’ingresso di Zielinski, giustamente quarto nelle gerarchie di Sarri fin dall’inizio di questa stagione, ci riporta a un marcotema decisamente importante. Il centrocampo del Napoli. Che, al Napolista, consideriamo il migliore d’Italia. Senza timore di concorrenza. Con la crescita esponenziale di Jorginho ed Allan, Diawara e Zielinski sono diventate due “riserve”. Rog paga l’intoccabilità di Hamsik, è la quarta scelta per due posti da mezzala. Ci sta, è il più grezzo, il calciatore tatticamente meno pronto ad un ruolo da protagonista, soprattutto in partite in cui c’è da gestire il possesso.

La biodiversità del croato è un altro punto a sostegno della tesi iniziale: non esiste, in Serie A, un reparto di mezzo con varietà tecniche e tattiche come quello del Napoli. La forza non è solo una questione di valore assoluto, quanto anche di possibili variabili tattiche. Il Napoli ha un’infinità di combinazioni possibili, tutte ad altissimo livello. Si pensi alla versione giovane (Rog-Diawara-Zielinski), a quella puramente tecnica (Zielinski-Jorginho-Hamsik), a quella puramente fisica (Allan-Diawara-Zielinski).

Insomma, nessun centrocampo d’Italia offre tante possibilità, tanti incastri, tante possibili soluzioni. La Juventus, al netto della condizione fisica di alcuni interpreti, “risponde” con Pjanic-Khedira-Matuidi, gran terzetto. Le riserve, però, sono Bentancur-Sturaro-Marchisio. Idem per la Roma, con un grande reparto titolare (Nainggolan-De Rossi-Stroorman) ma con alternative non tutte all’altezza di quelle del Napoli (Pellegrini e Florenzi ok, ma Gonalons e l’adattato Gerson sono di livello inferiore).

Insomma, Zielinski è un grande calciatore ma anche un pretesto per parlare del Napoli. Che è corto, numericamente, tra difesa e attacco. Questo è innegabile, infortuni e mercato non hanno dato a Sarri la stessa profondità del centrocampo in altri settori della squadra. Ma in mezzo l’organico di Sarri è davvero forte. Per il presente, per il futuro immediato, per il futuro più lontano. Zielinski è classe 1994, Rog ’95, Diawara ’97. Allan 1991, come Jorginho. Difficile trovare di meglio, nel nostro campionato. Difficile trovare di più, alle condizioni economiche del Napoli.

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