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La partita-gioiello di Diawara, ma a Mediaset si parla solo del Var

Mentre Diawara disegnava una prestazione sontuosa, il salottino Mediaset (Graziano Cesari mattatore) pensava solo a come fare la moviola della moviola.

La partita-gioiello di Diawara, ma a Mediaset si parla solo del Var

Le due facce della serata

Subito dopo il grande intervento di Reina, Amadou Diawara ha sublimato il suo modo di essere in una giocata. Il centrocampista guineano si è girato su se stesso, e ha superato in dribbling secco il suo avversario diretto. In piena area. In una fase concitata di gioco. Finta di corpo e via, a far ripartire l’ennesima azione. Anche dopo un brivido – disinnescato da Reina. Calma, tranquillità, magistero. La forza di questo ragazzo, meno continuo di Jorginho nell’appoggio semplice ma sempre funzionale al gioco della squadra.

E Mediaset non ne ha parlato. Ma non ha parlato di niente, il gruppetto composto da Graziano Cesari, Alessio Tacchinardi, Ciro Ferrara e i due conduttori/moderatori. Non hanno parlato di niente, solo di Var. Fine primo tempo, Napoli davanti con un risultato netto e indiscutibile: Var. Fine secondo tempo, 3-1 con episodio dubbio sul rigore del Verona (si può dare, e se lo dai è espulsione), e si parla di Var. La vera rivoluzione televisiva che porta il Var è la moviola della moviola. Fantastico.

Amadou

Fantastico come la partita di Diawara, ma stavolta non siamo ironici. Amadou è stata una delle sorprese di Sarri, tutti ci aspettavamo di ritrovare (il miglior) Jorginho (di sempre), specie dopo la grande prestazione col Nizza. E invece, nel turn over orchestrato all’improvviso, ecco l’ex Bologna in coppia con Zielinski. Partita incredibile, ogni movimento e ogni coordinazione sono stati perfetti. Ogni anticipo, ogni giocata, ogni appoggio. Tutto preciso, tutto giusto, tutto intelligente. 105 palloni toccati, precisione negli appoggi del 91%. Solo Zielinski ha fatto meglio, però con 26 occasioni in meno di passare la palla.

Ma Diawara è stato fondamentale anche nel gol, perché è lui – col suo pressing combinato con Insigne – a creare il (solito) disordine mentale che distrugge preventivamente la giocata di Souprayen. Insigne ha dipinto il resto della parete, ma parte dello stucco è di Amadou Diawara. Della sua testa che pensa calcio, in fase di possesso e pure quando il pallone ce l’hanno gli altri. Tre tackle totali e tre intercetti. Due cifre per far capire.

Graziano

Mentre Diawara disegnava una partita fantastica, Graziano Cesari continuava a raccontare come l’arbitro avesse sbagliato, sul gol del Napoli. Perché avrebbe dovuto consultare lui, il Var, così avrebbe capito che la mano di Koulibaly intercetta l’uscita di Nicolas e porta all’autogol del mitico Souprayen. Secondo l’ex arbitro, il direttore di gara di oggi aveva il dovere di andare a bordo campo e ravvisare sui monitor il suo errore. Che in realtà non c’è, perché il povero Nicolas esce malissimo (non è l’unico tentativo negativo della sua partita), in mezzo a due giocatori del Napoli. Che non possono smaterializzarsi, inevitabilmente (forse) lo toccano, Cesari crede che questo basti quando in realtà non è così. Glielo spiega Tacchinardi, che gli dice “tu diventi pazzo”. Tacchinardi. Glielo spiega Fabio Pecchia, poco dopo, con un’intervista da stampare e rileggere.

Ma non finisce qui. Perché per il resto della trasmissione, moviola e continuo riferimento al Var. Di Verona-Napoli, di Juventus-Cagliari. Partite dove è andato tutto (stra)bene, considerando le premesse polemiche di questa estate. Il fallo di mani o forse no di Dybala, il rigore o forse no fischiato al Cagliari, si è parlato di Var addirittura per il gol di Ghoulam. Cesari, in questo caso, ha utilizzato la locuzione “Var silente”. Ha ragione Tacchinardi. Tacchinardi.

Conclusioni incrociate

Ecco, chi si preoccupava che ora le televisioni avrebbero parlato di calcio, possono stare tranquilli. Si parla di arbitri, ancora. Ora sono tre, uno si vede e due no. Quindi, se possibile, ancora peggio di prima. Mentre Diawara spiega al mondo che può tranquillamente ambire a un futuro da top player, si trova ancora la forza e il modo di parlare di arbitri. Dopo due partite finite 3-0 e 3-1, dominate dalle squadre più forti. E in cui il Var ha funzionato, eccome. Passano gli anni, arrivano gli aiuti tecnologici. Ma non cambia niente.

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