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Napoli, chiusa la piscina Scandone; e sono fermi i lavori per gli impianti delle Universiadi

Il Mattino racconta i motivi della chiusura (ruggine nell’acqua delle piscine) e ne approfitta per fare un punto sul San Paolo, il Collana e tutte le altre strutture che ospiteranno l’evento del 2019.

Napoli, chiusa la piscina Scandone; e sono fermi i lavori per gli impianti delle Universiadi

L’articolo del Mattino

Ruggine nell’acqua, piscina Scandone chiusa. Il Mattino ricostruisce gli ultimi avvenimenti per uno degli impianti sportivi più importanti di Napoli: «Il primo ad insorgere è il presidente del comitato campano della Federnuoto, Paolo Trapanese. Che parla di “un disastro”. Le sue dichiarazioni: “Lo stop, che speriamo sia solo di una settimana, crea problemi enormi perché si interrompe un programma tecnico e riprenderlo non è facile. Noi lavoriamo su programmi che devono sfociare in certezze. In questi ultimi anni sono accaduti altri simili episodi ed è assurdo che si ripetano ciclicamente»

I problemi maggiori, ovviamente, sono riferiti alla pallanuoto. Nel pezzo del Mattino ci sono le dichiarazioni indignate del delegato alla pallanuoto della Rari Nante, Paolo Caccese, del presidente del Circolo Canottieri, Achille Ventura, e del presidente del Posillipo, Vincenzo Semeraro.

Significative le dichiarazioni di Ventura: «Se vivessimo in un Paese, una città e una regione normali, le istituzioni si adopererebbero offrendo la licenza edilizia per costruire una nuova piscina che si potrebbe realizzare in pochissimo tempo con l’aiuto del Credito Sportivo». Una situazione che caratterizza molti altri sport in Italia.

La piscina più costosa d’Italia

All’interno dell’articolo de Il Mattino, c’è anche il “listino prezzi” dell’impianto napoletano. Giuseppe Esposito, presidente della neopromossa in A/2 Cesport, spiega: «La Scandone è la piscina più costosa d’Italia: 750euro a partita contro i 150 euro di Santa Maria Capua Vetere».

I tempi della riapertura, e i problemi che hanno portato allo stop, nelle parole dell’assessore allo Sport Ciro Borriello: «A giugno inizieremo coi lavori di restyiling, grazie ai finanziamenti per le Universiadi. La Scandone è un impianto vecchio e ha bisogno di interventi strutturali. La chiusura è stata decretata perché le analisi dell’Asl hanno rintracciato dei valori (di ruggine nell’acqua) troppo elevati, generati dal cattivo funzionamento di uno dei filtri. Il guasto è stato riparato, ma per riempire di nuovo le vasche occorrono almeno due giorni».

Gli impianti delle Universiadi

Nella pagina successiva, Il Mattino racconta lo stato dell’arte per tutte le strutture che ospiteranno i Giochi dell’Universiade. La situazione non è proprio esaltante, si legge che «la macchina dei cantieri, attualmente, è ferma». E la data di consegna degli impianti finiti è fissata per Febbraio 2019.

Gli unici interventi in corso sono allo stadio Collana, nel quale però sono previsti solo degli allenamenti del rugby. Leggiamo: «Nello stadio collinare si stanno ultimando i lavori della palestra della scherma, che prima doveva essere consegnata a dicembre, poi a gennaio. Ma ora siamo a febbraio e i lavori sono ancora in corso, con gli operai che entrano ed escono. Stessa situazione per una palestra delle arti marziali. Poi a ruota dovrebbero cominciare i lavori per tutta la struttura le cui opere devono essere affidate a gara».

Per quanto riguarda la Scandone, la chiusura di questi giorni non spaventa. Piuttosto, si fa complicata «la corsa contro il tempo che scatterà non appena terminerà la stagione agonistica. Nei 5,3 milioni stanziati è prevista la costruzione di una seconda piscina olimpionica per allenamento e la ristrutturazione che sarà l’unico lascito delle Universiadi per un nuovo impianto. La Scandone dovrà sottoporsi poi alla ristrutturazione dei due spogliatoi superiori (800 mq in totale). Sono previsti anche l’ammodernamento del salone; lavori strutturali all’impianto di aerazione; la coibentazione delle due velette; la ristrutturazione delle facciate; la sostituzione delle griglie del bordo vasca delle corsie, delle attrezzature».

Il caso San Paolo

Il progetto sembra aver intrigato la federazione internazionale che gestisce i Giochi delle Universiadi, recentemente in visita delegata a Napoli. Però, al momento, lo stadio di Fuorigrotta è solo un catino di intenzioni. Leggiamo: «Si attende ancora la sostituzione delle 54 batterie dei bagni. Poi si procederà alla verifica della bullonatura, la ristrutturazione delle palestre, l’impermeabilizzazione delle gradinate, la sostituzione dei sediolini. Lavori per i quali sono stati impegnati i 15 milioni erogati dal Credito sportivo. I 3,8 milioni stanziati dalla Regione per le Universiadi prevedono il completo rifacimento della pista d’atletica con annesso pistino di riscaldamento e l’illuminazione. Niente calcio al San Paolo, i match saranno spostati all’Arechi di Salerno. Solo cerimonie d’apertura e chiusura, con l’atletica grande protagonista».

Situazioni similari per Palavesuvio, PalaDennerlein, PalaBarbuto. E per il Polifunzionale di Soccavo e la Mostra d’Oltremare, che ospiterà il trampolino dei tuffi. Forse, viene da dire a questo punto, nonostante le continue rassicurazioni delle istituzioni. Già qualche tempo fa avevamo parlato delle possibili alternative qualora Napoli non riuscisse a rispettare i tempi. Una città del Turkmenistan sarebbe pronta a subentrare.

 

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