È evidente che De Laurentiis non ha voluto tenere segreta la visita. Dovesse chiudere, sarebbe un trionfo. Altrimenti, aprirebbe una fase delicata
Il fatto
Abbiamo riportato i racconti sull’incontro Sarri-De Laurentiis – secondo i giornali. Abbiamo riportato le cifre connesse a questo colloquio – sempre secondo i giornali. Addirittura, ieri abbiamo scherzato un po’ sui rumors arrivati dalla Toscana (ricordiamo che i primi a scriverne sono stati i colleghi di calcionapoli24.it), sugli intrecci di mercato tra la rosa del Napoli, il presidente e l’allenatore. Insomma, siamo stati investiti da una notizia che c’è, esiste, ha un peso nella narrazione sportiva in questa quindici giorni senza partite. E, soprattutto, rappresenta un segnale per tutto l’ambiente. Se vogliamo, anche per il calcio italiano. Non è che siamo megalomani, solo che il Napoli è primo in classifica. Non è una cosa da poco, se e quando una squadra prima in classifica prova a blindare il rapporto con il suo allenatore.
Cosa significa
Ora, noi partiamo da questo punto per interpretare il fatto e il suo racconto. Per coglierne il senso. Intanto, c’è una cosa che ci sembra fondamentale: la notizia è uscita. Nel senso: un applauso a chi ha scovato voci e conferme su questo incontro, è un colpaccio giornalistico. Il vecchio scoop, definirlo così non è eccessivo. Al tempo stesso, però, un colloquio Sarri-De Laurentiis raccontato con tanta dovizia di particolari – alcuni anche decisamente folkloristici – è anche una notizia che è stata fatta trapelare. Il fatto che De Laurentiis abbia confermato alla radio questa visita a Figline Valdarno (cosa ci va a fare De Laurentiis a Figline Valdarno?, tra l’altro) è sintomatico di una volontà chiara da parte del presidente del Napoli: far sapere che lui sta pressando Sarri.
Come detto prima, è un segnale. È una mossa strategica (ora la pressione sarà sul tecnico, certo), ma è anche un messaggio alla squadra, all’ambiente, a tutti. Come a dire: io credo in questo progetto, vengo a prenderti fino a casa per dirtelo e per provare ad andare avanti. Pensate ai possibili effetti in caso di fumata bianca – improbabile secondo noi, almeno per il momento. Il Napoli primo in classifica, costruito (benissimo) da Sarri sull’intelaiatura strutturale del ciclo precedente, è una squadra che si identifica nel suo tecnico. Nei suoi lati positivi (tantissimi), quanto in quei difetti (pochi) che il lavoro triennale ha aggiustato e sta aggiustando piano piano. Ora, quella squadra sa che il presidente sta cercando di avvicinarsi il più possibile a quel tecnico. In caso di feedback positivo, è garantita la continuità del progetto tecnico. Sono garantite, anche se non soprattutto, certe posizioni, certe gerarchie. Posizioni tecniche, ma anche emotive. Non è poco.
E se andasse male?
Certo, c’è il possibile e non trascurabile dark side. E se Sarri dicesse di no, magari perché tentato da un altro (top) club? Succederebbe il contrario, nel senso che quella squadra si sentirebbe quantomeno in discussione – guardando al futuro, ovviamente. Con una rottura anticipata, prologo dell’addio a fine stagione, si aprirebbe uno scenario completamente nuovo per il Napoli. Una cosa che potrebbe (non dovrebbe, ma potrebbe) avere ripercussioni anche sulla decisiva discesa finale di questo campionato, finora vissuto sul filo sottile della ricerca della perfezione.
Insomma, la mossa di De Laurentiis è stata scenica, importante. Ma anche molto, molto rischiosa. È bene, oltre che giusto, che il presidente abbia riconosciuto che questo Napoli è il Napoli di Sarri, probabilmente è un passo avanti importante nella storia dei suoi rapporti mentali con la squadra. Allo stesso tempo, però, riconoscere questo passaggio e questa dimensione, cercando di confermarla e dilatarla nel tempo, vuol dire azzardare, vuol dire all-in su una mano che potrebbe anche andare male. Sarri potrebbe rilanciare con un punto davvero grande in mano, con l’asso a colori che chiude la scala massima (il Chelsea e il Psg di cui si parla sono la perfetta rappresentazione nella realtà della “carta che serve”) e la trasforma in scala reale. A quel punto, il Napoli sarebbe da demolire e ricostruire. Una destrutturazione per riallestimento che potrebbe inficiare il futuro immediato, prima di concretizzarsi in estate.
Vediamo come andrà. Se anche Sarri ha acconsentito alla “fuga” della notizia, di questa notizia, le sensazioni iniziali spingono verso l’ottimismo – di chi, ovviamente, tifa perché il matrimonio continui. Solo che c’è ancora tanto, troppo tempo. E allora le cose potrebbero cambiare, mentre il calcio scorrerà accanto. Potenzialmente, è un problema.