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ESCLUSIVA – Il vero racconto dell’incontro a Figline Valdarno tra Sarri e De Laurentiis

I dettagli della trattativa segretissima per il rinnovo del contratto di Sarri. Le richieste d’ingaggio e i calciatori buoni per il turn over.

ESCLUSIVA – Il vero racconto dell’incontro a Figline Valdarno tra Sarri e De Laurentiis
Sarri e De Laurentiis in una foto di Matteo Ciambelli

Nel bagagliaio del Suv

A Figline Valdarno fa un caldo bestia. È gennaio nella zona del Chianti, ma sembra di essere a Napoli, in pieno maggio. La mia condizione non aiuta. Sono rannicchiato nel bagagliaio di un Suv, che sarà pure bello grande ma resta uno spazio angusto. Non è fatto per una persona che ha caldo. Comunque, sono riuscito a corrompere la società di noleggio auto cui si è rivolto De Laurentiis. È venuto qui, nei colli della Toscana, per parlare con Maurizio Sarri. È un incontro segretissimo, me l’ha detto il Monaco Rattuso che gliel’ha detto il Venerabile che gliel’hanno detto le redazioni dei siti di Napoli. Quindi, silenzio. Fate silenzio. È davvero segretissimo.

Io ho voluto esagerare, ho voluto fare di più. Voglio sentire tutto quello che si dicono, i lettori borghesi de il Napolista vogliono notizie vere, autentiche. Io sono d’accordo con l’autista, un maghrebino trasferitosi da anni in Toscana. Parla con la “ci” aspirata, proprio come Sarri. Quando De Laurentiis scende, lui viene ad aprirmi. Io mi sgranchisco le gambe, sbircio un po’ fuori. Qualche secondo, poi io entro e lui richiude.

Dopo il viaggio da Firenze a Figline, siamo davanti ad un edificio che sembra un misto tra una scuola, un ospedale e un’abitazione privata. L’autista dice che Sarri è qui, De Laurentiis è venuto a prenderlo. Ha insistito perché sembrasse un’improvvisata. Solo ora che scrivo, dopo qualche giorno, e dopo aver visto la foto che vedete sotto, ho capito il senso di questa visita. Sarri è stato a casa dei fratelli e dei cugini minori di Christian Maggio, alloggiano tutti alla clinica “Villa dei Fiori”. Se non sbaglio, anche ad Acerra c’è un posto che si chiama così.

Il viaggio verso il ristorante

Rientro al volo nel bagagliaio, dopo che da lontano ho visto arrivare Maurizio e Aurelio. Non si guardano in faccia, camminano separati. Aurelio davanti, testa alta; Maurizio dietro, testa bassa e Marlboro rossa in mano.

In auto il clima è teso, si sentono poche parole. La tappezzeria del Suv soffoca le parole. Questo è quello che capto di Sarri: «Sané…. Sterling…… milioni……… Sergio Ramos……. Machach…… scherzo…. Cazzo……. turn over……… Capitalismo………Engels……..Higuain».

De Laurentiis urla di più, il discorso non è comprensibile ma capto diverse parole. Non mi piacciono tanto, da tifoso: «Machach…Prospettiva….Giuntoli….Bigon….Marino…..Navarro….ZUNIGA, ZUNIGA! ZUNIGA, ZUNIGA!». Questa ripetizione sincopata del nome di Zuniga è un avvertimento, sembra che De Laurentiis cominci a inveire per davvero contro una persona quando gli dà dello Zuniga, appunto. Non ha mai superato il trauma di Juan Camilo.

Il pranzo

Sono d’accordo col maghrebino che quando arriviamo ad un ristorante, lui va nel parcheggio e mi lascia uscire. Definitivamente. Dopo, dovrò cavarmela da solo. Maurizio e Aurelio sono dentro da qualche minuto, non mi riconoscono perché mi sono fatto preparare un camuffamento. Sono travestito da attivista grillino, non mi guardano di striscio. Perfetto. Posso sedermi al tavolo accanto a loro, e origliare. Il discorso fatto in macchina mi si schiarisce. Riporto fedelmente.

Sarri: «Eh no guarda, hazzo. Io voglio restare ma mi voglio arricchire. Poi il turn over te lo faccio se mi prendi halciatori validi per me. Verdi va bene, per esempio in attacco Maccarone ora gioca in Australia. ‘Un ti costa un hazzo. Sarei indeciso tra lui, Sterling Sané, ma sehondo me Mac interpreta meglio la fase di hontenimento sulle fasce. In difesa, sempre sehondo me, scegliamo uno tra Sergio Ramos e Barba e siamo a posto. Il sehondo però mi fa meglio la scalata da terzino a terzo centrale. Queste sono le condizioni per il rinnovo. Voglio arricchirmi, non ti scordare».

De Laurentiis: «Senti, abbello de papà. Giò c’ho avuto a che fa’ co’ quella sanguisuga de Reja che a gennaio 2007 me fece fa ‘nbagno per Erminio Rullo. Oggi gioca nell’Olympia Agnonese. Te devi capì che noi dobbiamo prende gente come Navarro, come Machach. Artro che Maccarone. Che dovemo fa’, ‘a pajata?».

Zuniga, di nuovo

Arriva il primo piatto, siamo già alla terza bottiglia di vino. Rosso. A un certo punto, il dramma. Sarri nomina Zuniga, De Laurentiis si alza e lo pianta in asso lì, così. Nel giorno del suo compleanno. Non nominare il nome di Zuniga invano, il vero comandamento di Aurelio. L’ho capito ora.

Il bello è che Sarri non si scompone. Finisce di mangiare, chiama il cameriere e intima: «Il honto lo mandate a questo indirizzo. Filmauro Srl, Via Ventihuattro Maggio, 14. 00187 Roma». Poi fa chiamare un taxi. Io mi avvicino a lui, gli chiedo se possiamo dividerlo. Ho ancora la maglietta dei CinqueStelle addosso. Il travestimento perfetto. Lui mi guarda e dice: «Di dove sei?». Io provo a fare l’accento toscano, e gli rispondo: «Di Holle Val d’Elsa, a un’oretta da qui». Sembra cascarci. Poi però la domanda che mi aspettavo: «Ma quella maglia?». E io: «Arrivo ora da un homizio per la democrazia partecipativa via internet». La controrisposta che mi aspettavo: «Hazzo dici? Niente taxi, per te. Qui non c’è democrazia».

La vera notizia del giorno, in esclusiva per Il Napolista: Sarri e De Laurentiis sono due uomini difficili. Basta rileggere le dichiarazioni di De Laurentiis, oggi, per capire che non ho mentito su nulla. O quasi.

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