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Fame Napolista – Amin Younes, creatività in formato ridotto (come piace al Napoli)

Younes ha caratteristiche tecniche e fisiche aderenti al tridente di Sarri, e gioca benissimo a calcio. Perplessità: tenuta fisica e ricezione del trasferimento.

Fame Napolista – Amin Younes, creatività in formato ridotto (come piace al Napoli)

Suggestioni

Prendi Amin Younes. E poi prendi Dries Mertens, per fare un confronto di suggestioni e affinità. Nell’anno del suo arrivo al Napoli, Dries era più o meno nella stessa situazione di Amin. Anzi, il punto di partenza dell’attuale centravanti azzurro era posto ancora più indietro. Questioni di l’età (26 anni compiuti), di percorso lungo fino al Psv (seconda divisione olandese, poi Utrecht), di dimensione internazionale (calciatore ricorrente del Belgio, selezione che stava pian piano rifiorendo nel segno del talento).

Amin Younes al Napoli comincerebbe da una situazione diversa, più promettente: 25 anni da compiere ad agosto 2018, un passato da stellina riconosciuta tra Gladbach e Ajax e 5 presenze (2 gol) recenti con la maglia della Germania. Della Germania campione del mondo, tanto per gradire. La suggestione è quella della destinazione finale: qualora Younes dovesse davvero arrivare in azzurro, sia lui che Mertens avrebbero iniziato a Napoli come alternativa ad Insigne. Dries nel 2013, Amin nel 2018 provenendo dalla Eredivisie.

Corrispondenza

Da un punto di vista narrativo, forzando un po’ la chiave, il parallelo esiste. Non è azzardato. Da un punto di vista tecnico, la speranza è che il paragone possa esistere. La base è quantomeno avvicinabile: Younes è un esterno offensivo moderno, associativo, non un’ala propriamente detta ma un calciatore che parte dall’esterno e viene a giocare nel campo, con entrambi i piedi. Destro naturale, si disimpegna solitamente sulla fascia sinistra. Ma non è “monopiede” come Insigne, non necessita di rientrare ad ogni azione e quindi già questa è una prima differenza. E costituirebbe fin da subito un’alternativa tattica, da utilizzare soprattutto in concomitanza del rientro di Milik. Che è un attaccante puro, d’area di rigore; che richiede soprattutto rifornimenti immediati, senza perdere un tempo di gioco.

Dal punto di vista delle caratteristiche tecniche, Younes si inserirebbe perfettamente nel tessuto offensivo del Napoli di Sarri. Buonissima qualità nel trattamento del pallone, capacità di leggere gli spazi e di indovinarli con palloni dosati, precisi. E uno spunto importante palla al piede, non esplosivo come quello di Insigne ma più simile a quello vorticoso di Mertens, fatto di tocchi brevi e quasi impercettibili, ad evitare preventivamente l’intervento dell’avversario. Sotto, un montaggio di giocate niente male, che conferma qualità importanti.

Due stagioni fa

Younes è un calciatore creativo. Lo leggi nelle statistiche, anche in quelle di una stagione a singhiozzo – come quella in corso -: 16 occasioni create nelle 9 presenze 2017/2018 (799′ in campo) in Eredivisie, 53 nelle 28 dello scorso anno. Più 13 in Europa League (leader della competizione). Younes però non gioca in maniera esclusivamente offensiva, ha un ruolo importante nella costruzione del gioco, tocca una media di 80 palloni a partita con una percentuale di precisione importante per un esterno offensivo, 82%.

Insomma, le caratteristiche e le percezioni visive raccontano un prototipo potenzialmente perfetto per il Napoli. Younes ha un profilo in assoluta continuità con il gioco di Mertens e Insigne, rappresenterebbe un’integrazione raffinata a un tridente di fantasia con Dries e Lorenzo (può disimpegnarsi anche a destra, come eventuale vice-Callejon). Insomma, sarebbe un Giaccherini non lontano dal gioco elegante del Napoli. Oppure un Ounas più formato, più smaliziato, già addentro a meccanismi di gioco che richiedono anche un certo sacrificio tattico (un evento difensivo ogni 90′, di media).

Perplessità

C’è qualcosa che non va in questa operazione eventuale? Caratteristiche tecniche a parte, il problema potrebbe risiedere nella ricezione di Younes rispetto a questo trasferimento. La percezione nelle sue doti, rispetto ai report entusiasti degli anni giovanili (questo, ad esempio), è in fase calante. Non è più una promessa da mantenere, ma un calciatore immerso nel limbo tra mediocrità e affermazione. L’inizio di questa stagione, l’ultima del suo contratto, è stato funestato da malanni e infortuni che hanno un po’ frenato una nuova ascesa, iniziata con la partecipazione e la vittoria in Confederations Cup, con la Germania.

Insomma, parliamo di un calciatore da ricostruire, o meglio da costruire davvero su un grande palcoscenico. Anche in questo c’è una similarità con Mertens, quasi a digiuno di grande calcio prima del passaggio al Napoli. L’eventuale opportunità come “alternativa” al tridente titolare deve essere considerata importante da Younes, non un declassamento rispetto alle sue doti. Sarà importante che pensi a questa eventuale esperienza come una tappa per iniziare una rinascita, non come un declassamento. Ovviamente, è un lavoro psicologico che si nutre anche della guarigione dagli infortuni, l’altro grande dubbio. Insomma, l’arrivo di Younes al Napoli è una scommessa con alte potenzialità di successo – per quanto riguarda il campo. Il resto è da verificare. Vedremo se inizieremo a farlo a partire da gennaio.

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