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Il Napoli e le palle inattive: i numeri che smentiscono Sacchi

Dal punto di vista offensivo, il Napoli è la seconda squadra di Serie A per gol realizzati su situazioni da palla inattiva (6, la Lazio arriva a 7).

Il Napoli e le palle inattive: i numeri che smentiscono Sacchi
Foto Ssc Napoli

Luoghi comuni

Sapete che per noi Arrigo Sacchi rappresenta un riferimento importante, così come lo è per il calcio italiano. Spesso il tecnico di Fusignano ha voluto sostenere il Napoli, il suo progetto di idee e concetti. Nell’immediata vigilia del match col Milan – forse anche per “rispettare” il suo ruolo di uomo storico dei rossoneri -, però, non è stato al solito prodigo di complimenti. Qui il resoconto delle sue parole.

In questa ricostruzione, però, c’è qualcosa che non va. Sacchi spiega che «La squadra di Sarri ha un solo modo per raggiungere l’obiettivo: il gioco. Altre strade non ci sono: sui calci da fermo non è formidabile, sulla forza non si può basare». Le ultime due considerazioni vanno analizzate. Cosa si intende per “forza”? Duelli uno contro uno? Corsa? Capacità di attaccare l’area di rigore avversaria con molti uomini? Insomma, ci sembra una frase abbastanza aleatoria. Non ci sono i “dati oggettivi della forza”, di certo il Napoli non è una squadra pesante dal punto di vista muscolare, ma questo non pare essere un problema per giocare (bene) a calcio. L’ha spiegato anche il Cies in un’indagine recente.

Calci piazzati

Da qui, a pioggia, si arriva alle palle inattive. Che rappresentano un problema per il Napoli, proprio in relazione all’altezza media complessiva. Ma che, classifica e numeri alla mano, sono un’arma offensiva importante per Sarri. In pratica, l’esatto contrario di quanto afferma l’uomo di Fusignano appena sopra. Il Napoli è la seconda squadra in Serie A per gol segnati su situazioni di calcio da fermo. Sono 6, solo la Lazio ha fatto meglio (7). Li ricordiamo tutti, velocemente: quattro corner (Atalanta, Lazio, due Sassuolo), un calcio di punizione diretto (Genoa) e uno indiretto (Cagliari). In realtà sarebbero 7, considerando anche l’autogol di Souprayen alla prima giornata, contro il Verona (nato sugli sviluppi da corner). Le statistiche ufficiali, però, non considerano questa situazione.

In difesa

Quindi, Sacchi è stato smentito dai fatti e dai numeri nell’interpretazione offensiva delle sue parole. Dal punto di vista difensivo, volendo ampliare l’analisi, il Napoli ha effettivamente qualche difficoltà in più. Degli otto gol subiti in campionato dagli azzurri, due sono arrivati su sviluppo immediato di situazioni da fermo (Atalanta e Spal, corner e punizione diretta); altri due sono arrivati in seguito a un calcio piazzato, con tempo ristretto (Genoa) e medio-lungo (Lazio). Diciamo 3 su 8, cui si aggiungono quelli di Otamendi e Stones in Champions.

Per il solo campionato, è una quota che vale al Napoli il nono posto sulle 20 squadre di Serie A. Ma siamo tutti lì: per dire, la Juventus ne ha subiti quattro. Zero, questo va riconosciuto, per Milan, Inter e Roma.

Ecco, se Sacchi avesse parlato di difesa, ci sarebbe stato un fondo di verità. Anche se, come dire: il Napoli ha subito gol solo dagli specialisti del genere. Viviani su punizione diretta; Cristante di testa su calcio d’angolo, che potrebbe sembrare anormale ma in realtà non lo è (il centrocampista dell’Atalanta ha segnato 3 gol di testa in questo avvio di stagione); Otamendi e Stones, due difensori centrali specializzati nelle sortite su palla inattiva. Più Izzo, che rappresenta effettivamente un “errore”. Ma che non basta a giustificare il luogo comune.

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