ilNapolista

Dallo scorso Napoli-Inter, per gli azzurri 88 punti in 33 partite

È inutile recriminare per il pareggio. Il Napoli ha dimostrato di essere sé stesso nonostante la stanchezza. E quanta differenza con Napoli-Roma 1-3 di un anno fa

Dallo scorso Napoli-Inter, per gli azzurri 88 punti in 33 partite
A fine partita Icardi chiede la maglietta a Insigne (Ssc Napoli)

C’è pareggio e pareggio

Prima di recriminare per la mole di gioco degli azzurri che avrebbe meritato altro risultato, non è da trascurare il fatto che come numero di occasioni da gol l’Inter è stata pari al Napoli.

Perché se è vero che Handanovic è stato decisivo in un paio di situazioni, altrettanto si può dire per la difesa del Napoli, con Reina e Albiol fondamentali nel salvare due chiare occasioni da rete dell’inter.

Purtroppo il calcio non è solo possesso e volume di gioco, ma una partita si può vincere (e perdere) anche con un solo tiro in porta.

Nel frattempo tutti coloro che temevano (o si auguravano) una caduta del Napoli possono attendere e ripassare la prossima volta.

Di sicuro questa partita ha certificato le ambizioni di entrambe le squadre. Perché il Napoli, oltre a restare al comando per un’altra giornata, dimostra di essere sé stesso nonostante la stanchezza, mostrando ancora una volta un atteggiamento da grande squadra che non dovrebbe più lasciare dubbi in chi teme (o prevede) un crollo imminente.

La faccia sorridente di Sarri

La stessa Inter dimostra a sua volta che quest’anno si può sedere al tavolo delle grandi, come mai era riuscita a fare negli ultimi anni. Forse ha ragione Spalletti quando afferma che giocatore per giocatore l’Inter può giocarsela persino con il Napoli. L’unica grande differenza è che lui avrà ancora da lavorare per farla diventare un meccanismo quasi perfetto come quello che ha creato Sarri.

La faccia di Sarri sorridente nel post partita, rilassato come raramente si vedeva in passato, la dice lunga. Un Sarri così lascia trasparire la consapevolezza e la tranquillità di essere forti.

Ai tifosi del Napoli timorosi, quasi terrorizzati da questo mini ciclo di partite toste, dovrebbe bastare guardare il volto dell’allenatore azzurro e confrontarlo con quello che mostrava giusto un anno fa per capire la differenza.

Quanta differenza con Napoli-Roma 1-3

Sono passati 371 giorni da quel Napoli-Roma in cui uno Spalletti rilassato e sorridente si prese tutta la scena, mentre Sarri toccava l’apice del suo nervosismo, mostrando la faccia più scura vista in questi due anni e rotti di panchina azzurra.

Per fortuna da allora in poi Sarri smise di rimuginare sulla partenza di Higuain, iniziò a dimenticarlo e il nervosismo si trasformò pian piano in sorrisetti e tranquillità.

Quella tranquillità che lasciò intravedere per la prima volta in maniera evidente prima di quella Napoli-Inter del 2 dicembre scorso che segnò l’inizio di una cavalcata che continua ancora oggi.

Con la partita di sabato fanno 88 punti in 33 partite a cavallo tra i due campionati, frutto di 28 vittorie, 4 pareggi ed una sola sconfitta. Una media punti stratosferica, 2,67 a partita. Proiezione su 38 giornate pari a 101 punti!!!

I numeri dovrebbero lasciare poco spazio ai dubbi sulla forza del Napoli. Come a breve possa rompersi un giocattolo così è un esercizio che lascio volentieri ai pessimisti e ai detrattori.

Di sicuro se non si trattasse del Napoli i media ne parlerebbero in maniera incessante 24 ore su 24.

Un pari casalingo può essere accettato tranquillamente

Ecco perché un pareggio casalingo all’interno di un filotto del genere, per di più in uno scontro diretto, può essere accettato tranquillamente. E l’applauso finale del San Paolo ne è la dimostrazione.

Poi gli spunti di discussione sulla stanchezza, sul turnover e sulla profondità della rosa restano validi ancorché opinabili.

Di sicuro Sarri metterà sempre in campo quei calciatori che dimostrano ogni giorno di conoscere alla perfezione i suoi schemi e il suo credo tattico. Stanchi o non stanchi.

Ounas e il lavoro in allenamento

Se mai qualcuno avesse avuto dei dubbi, nell’intervista post-partita l’allenatore toscano, ad una specifica domanda su Ounas, ha parlato molto bene del calciatore franco-algerino, sottolineando però che “dal punto di vista tattico è un libro da scrivere, che in difesa sta cominciando a capire qualcosa solo adesso, che è da formare”, e che quindi servirà tempo per un suo completo inserimento.

Con quella risposta ha chiarito in un sol colpo che in allenamento si lavora tantissimo sui dettagli, che in campo si esegue ciò che si prova centinaia di volte durante la settimana e che gioca titolare solo chi ha completamente assimilato le sue idee.

E che di conseguenza noi tifosi possiamo stare tranquilli sulla squadra che lui decide di schierare.

E che qualsiasi assenza, più o meno importante, non ci deve mandare in panico, perché lui sa ciò che fa.

E che, allo stesso tempo, i tanto sperati inserimenti di nuovi calciatori non sono mai immediati, ma avvengono nel tempo.

La meticolosità di Sarri

Risposta importante per chi crede che le campagne acquisti non siano concordate con il tecnico e chi ancora accusa la società per il mancato arrivo nella sessione invernale del 2015-16 di quei calciatori (chi?) che quell’anno avrebbero portato con certezza lo scudetto a Napoli.

Sarri è meticoloso, non ama rischiare ma vive di certezze. E lavora tantissimo per consolidarle.

Sarri è così. Prendere o lasciare.

E così la partita con l’Inter, diventata da qualche anno il momento chiave dei campionati del Napoli, potrebbe essere ancora una volta il momento decisivo della stagione, almeno in prospettiva.

Lo fu due stagioni fa portando dopo tanti anni il Napoli in testa alla classifica da solo, e dando alla squadra quella sicurezza e quella fiducia che dura ancora oggi.

Lo è stata l’anno scorso dando l’abbrivio che prosegue tuttora.

Quella di ieri sera potrebbe diventare decisiva soprattutto per il modo in cui il Napoli ha saputo tenere il campo completando il primo trittico di fuoco dell’anno in un clima di fiducia ed autostima.

ilnapolista © riproduzione riservata