La sconfitta è molto più netta di quanto dica il risultato. E continua a essere un errore clamoroso considerare il capitano un punto fermo
Sconfitta molto più netta di quanto dica il risultato
Lo dico subito, appartengo alla corrente largamente minoritaria di quelli che pensano che il Napoli sia uscito dall’Etihad largamente ridimensionato. Non condivido i moltissimi “a testa alta” che sono stati elargiti agli azzurri, per primo da Guardiola, nel dopo gara. Credo, invece, che solo un po’ di fortuna ed il sapersi accontentare del City abbiano impedito che il match di ieri finisse con un punteggio tennistico.
Parliamo di un Napoli che era reduce da una importante vittoria all’Olimpico contro la Roma, primo in classifica a punteggio pieno e che continua a macinare record. Motivo in più, secondo me, per cercare di giudicare serenamente ed impietosamente la partita di Champions.
Andiamo con ordine.
L’obiettivo resta la qualificazione in Champions
L’ottava vittoria consecutiva è maturata sul campo di una diretta concorrente per un posto in Champions League (che continua ad essere, a mio avviso, l’obiettivo ragionevole del Napoli). Una vittoria simile a quella ottenuta l’anno scorso, con toni però attenuati. Anche stavolta per tutto il primo tempo e per i primi 10 minuti del secondo tempo il Napoli ha tenuto in mano la partita. Anche stavolta la Roma è venuta fuori nel finale. Rispetto all’anno scorso, però, il dominio è stato meno impressionante e la reazione della Roma ha prodotto meno danni.
Reina (il cui rendimento è nettamente superiore rispetto allo scorso anno) ha replicato la parata con l’ausilio del palo, ma il Napoli ha tenuto meglio il campo anche quando è andato in difficoltà. Possiamo prenderlo come un incoraggiante segnale di maturità, così come bisogna essere contenti del fatto che queste otto vittorie siano arrivate in un momento in cui gli azzurri non giocano bene come hanno dimostrato di saper fare nel girone di ritorno della scorsa stagione.
Arriva l’Inter e noi siamo un po’ acciaccati
Sabato arriva l’Inter, seconda in classifica da sola, galvanizzata dalla vittoria nel derby, riposata per l’assenza dalle coppe, cinica e fortunata sinora. Sarà un altro scontro diretto e i punti in gioco saranno determinanti a fine anno. Sarri farà sicuramente ruotare qualche giocatore. Insigne ha accusato un problema muscolare, Hysaj ha preso una brutta botta, Hamsik (di cui parleremo dopo), Zielinski e Mertens sono apparsi stanchi e fuori condizione. Vedremo come il Mister quadrerà il cerchio.
A Madrid a tratto ci imponemmo, a Manchester mai
La sconfitta di Manchester è stata molto più netta di quanto il risultato non dica. Il Napoli nella prima mezz’ora non ha capito nulla. Gli uomini di Guardiola erano già sul 2-0 dopo 13 minuti. Dopo 28 minuti solo una traversa clamorosa e un salvataggio sulla linea hanno mantenuto i due gol di distacco. La distanza sul campo, invece, era siderale.
Intendiamoci, il City è più forte di noi. Molto più forte. Forse più di quanto non lo fosse il Real l’anno scorso. Solo che il Napoli a Madrid riuscì, per alcuni tratti dell’incontro, ad imporre il suo gioco. A Manchester mai.
Una sola occasione pericolosa su azione manovrata
Per tutto l’incontro gli azzurri non hanno costruito una sola occasione pericolosa su azione manovrata. Il primo rigore è arrivato per una cintura tanto vistosa quanto ingenua su Albiol, il secondo su azione personale di Ghoulam (oramai costantemente l’uomo in più del Napoli). L’occasione clamorosa fallita da Hamsik, invece, è giunta a causa di un allegro e superficiale disimpegno del City.
Abbiamo detto e stradetto un milione di volte che non conta solo il risultato, non vedo perché in questa occasione dobbiamo attaccarci al gol di differenza che mi sembra davvero bugiardo.
Il problema Hamsik
Ultima nota. Il Capitano. Da inizio stagione è sottotono. A Manchester è stato ampiamente il peggiore in campo. Sarri ha dichiarato più volte che per lui rappresenta un punto fermo nella formazione iniziale. Secondo me è un errore clamoroso. Nelle partite importanti il Napoli non può permettersi di scendere in campo con un giocatore, a voler essere buoni, a mezzo servizio. Le vittorie con Atalanta, Bologna e Spal sono maturate quando Hamsik è uscito. Tre su otto, un caso? Forse sì. Forse, invece, varrebbe la pena di vedere il Napoli in campo dal primo minuto senza Hamsik, con un cambio in più a disposizione e vedere l’effetto che fa. Aspettando che torni in forma e si meriti il posto da titolare.