Mbaye tocca in area Eder che stramazza al suolo. L’arbitro fischia. Cambiando la decisione, il Var si sarebbe imposto in una questione interpretativa
L’arbitro lo aveva fischiato
Rigore formale, lo definisce Fabrizio Bocca. Quello concesso all’Inter a Bologna e che ha consentito ai nerazzurri di Spalletti di pareggiare una partita che probabilmente avrebbero perso. Non hanno mai tirato in porta né prima né dopo il rigore. Il penalty viene concesso già in partita dall’arbitro Di Bello che indica il dischetto. È un passaggio importante, forse quello decisivo. Mbaye e Eder stanno rincorrendo un pallone avviato verso la rimessa laterale. Mbaye inciampa e cadendo tocca con la mano l’interista che stramazza al suolo come se fosse stato accoltellato alla schiena. Eder avrebbe potuto raggiungere il pallone solo fuori area. Per Di Bello è rigore.
A questo punto entra in gioco il Var. E secondo noi gli arbitri del Var hanno rispettato il principio d’autorità del direttore di gara. Il tocco formalmente c’è, anche se è involontario. È altrettanto evidente che la caduta di Eder è sproporzionata. Ma Di Bello ha visto tutto e ha deciso in campo. La sconfessione di Di Bello avrebbe dato ragione ai detrattori del Var. In questo caso parliamo di una interpretazione. Interpretazione che resiste alle immagini, perché il tocco c’è. Siamo convinti che se non avesse fischiato, il rigore non sarebbe stato assegnato in un secondo momento dal Var. L’Inter ha usufruito di un rigore generoso proprio per non sminuire – per certi versi giustamente – il potere dell’arbitro.