Una bufera contro la città e il suo presunto (inesistente) razzismo dopo le immagini in tv. Il primo tweet fu di Mona Eltahawy, blogger e influencer.
Il video di SuperMario
Abbiamo visto il video di Mario Balotelli, oggi, e ci sono scappati un sorriso e un ricordo. Siamo andati a ripescare, nella nostra mente, una vecchia storia di lacrime e razzismo al San Paolo. Una finta, presunta, inesistente storia di lacrime e razzismo nella casa del Napoli. Chiunque può insinuare qualsiasi cosa sulla tifoseria azzurra, ma è da folli (e disinformati) pensare di scrivere di Napoli razzista.
E invece, successe. Il Napolista condusse una battaglia acre contro chi aveva lanciato, su Twitter, una campagna contro Napoli per questi presunti insulti razzisti a Balotelli. Che, ricorderete ma ve lo mostriamo anche nella foto sopra, tornò in panchina e iniziò a piangere. Era il 2014. Fu semplicemente una partita giocata male, molto male, dall’attaccante allora del Milan. Ma fu costruita sopra una casa di accuse che crollò presto. Il primo tweet arrivò da Mona Eltahawy, blogger egiziana impegnata per i diritti politici, scrittrice e public speaker sul tema del femminismo. Fu lei ad alimentare la falsa notizia. Anche quel simpaticone di Felipe Melo, al tempo centrocampista del Galatasaray, fece parte del fronte dei contestatori. La cosa si estese a macchia d’olio fino a The Obama Diary, allora Barack era presidente rieletto degli Stati Uniti d’America. Insomma, Napoli finì in un calderone mediatico non da poco e noi, per chiuderlo, invitammo Balotelli a spiegare che il San Paolo non si macchiò di alcun insulto razzista.
Beh, non lo fece ma la bolla si sgonfiò. Oggi, con il video in cui dice di amare Napoli e i napoletani, mette ancora più il punto su una situazione grottesca. Sotto, un’antologia di tutti i pezzi pubblicati allora dal Napolista e da Dagospia.