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La Premier League: torneo senza favoriti e con gli allenatori che si lamentano del mercato

I campionati europei 2 / Torneo ricchissimo, equilibrato, ricco di campioni e dal grande appeal spettacolare: sarà una Premier affascinante.

La Premier League: torneo senza favoriti e con gli allenatori che si lamentano del mercato

Il top assoluto

Dopo la guida al calcio d’agosto e quella alla Ligue 1, tocca ora al campionato inglese. Che, già nel nome, tradisce il suo destino. Premier League, basta la parola: nessun campionato è come quello inglese, e se una volta la tradizione e l’atmosfera definivano le tipicità e le unicità di un torneo unico al mondo, ora il discorso è molto diverso. In Inghilterra ci sono gli introiti più grandi di sempre, i club possono permettersi un mercato ricchissimo, le offerte riguardanti gli ingaggi sono spaventose. Se ne giovano la competitività e la spettacolarità di 380 partite sempre incerte, che negli ultimi cinque anni hanno premiato quattro club diversi con il trofeo finale. Tra questa, addirittura il Leicester City. Un vero miracolo.

Nessun favorito

Ecco perché quest’anno è difficile tracciare l’identikit della squadra favorita. Si riparte dal Chelsea di Conte, sorprendentemente campione al primo colpo. La situazione interna dei Blues, però, non è esattamente tranquilla. Il tecnico salentino si è molto lamentato del mercato del club, anche se tutt’altro che light (Rudiger, Bakayoko e Morata, totale 140 milioni di euro), e le tensioni in conferenza stampa sono all’ordine del giorno. La prima uscita ufficiale dell’anno, la Community Shield contro l’Arsenal, ha mostrato una squadra ancora poco fluida nel gioco e mancante della condizione fisica necessaria ad esaltare le prerogative di fisicità del calcio di Conte. Che quest’anno dovrà giocarsi anche la Champions, con l’obiettivo di essere protagonista.

Dietro, anzi accanto ai Blues, ecco un trio di possibili candidate al successo finale. I due Manchester, City e United, che hanno imbastito una vera e propria rivoluzione di mercato. Quella di Guardiola è stata puramente difensiva: Mendy, Walker, Danilo e il portiere Ederson. A questi uomini da terza linea, si aggiunge il solo Bernardo Silva come colpo offensivo. L’idea del tecnico catalano è abbastanza chiara: alzare la qualità del reparto meno trascendentale in modo da aumentare la fluidità del gioco, fin dalla costruzione bassa. Lo United di Mourinho è invece stato ristrutturato con il metodo di mercato caro al tecnico portoghese: calciatori di grande impatto fisico e dal pedigree internazionale importante (Matic, Lindelof e Lukaku). Anche Mou, esattamente come Conte, non è del tutto contento di come sia andata la campagna trasferimenti del suo club.

Tanto da lodare l’operato altrui, sorprendentemente quello del Tottenham, la terza componente di questo gruppo di favorite. Che ha speso zero euro, e di cui abbiamo parlato ieri in maniera approfondita. Pochettino è al quarto anno del suo progetto organico: gli Spurs, dopo un terzo e un secondo posto, saranno da tenere d’occhio per la qualità del gioco e dei giocatori.

Outsider (ma non troppo)

Ormai è tradizione consolidata: Liverpool e Arsenal, nonostante il blasone aristocratico, partono dietro le Big Four. Wenger ha provato a ringalluzzire l’ambiente con un colpo di mercato importante (Lacazette), ma il primo Arsenal senza Champions dopo vent’anni è una squadra lontana dalle migliori. Insieme al (fortissimo) centravanti ex Lione, il solo arrivo, per il momento, è quello di Kolasinac. Già decisivo in Community Shield, ma sembra essere troppo poco. Sulla Mersey, invece, Klopp continua a seminare la sua rivoluzione tattica. Il mercato si è “limitato” agli innesti di Salah e Robertson, più che altro bisognerà migliorare nell’espressione dei principi di intensità e freschezza tipici del tecnico tedesco. Che, alla seconda stagione completa del suo progetto, deve iniziare a chiedersi cosa fare da grande, almeno a Liverpool.

I primi sei posti sembrano già assegnati, dunque. C’è grande equilibrio anche dietro, però, con club dal grande appeal e dal buonissimo potenziale tecnico. L’Everton, ad esempio. L’altra metà del cielo di Liverpool, quella meno vincente, ha confermato Koeman e perso Lukaku. Al suo posto, il trasferimento più romantico di questa estate 2017: Wayne Rooney che torna a casa. Con i Toffees, anche il West Ham di Arnautovic e Chicharito Hernandez e il nuovo Leicester di Shakespeare. Gli ex campioni d’Inghilterra ripartono da Ihenacho, “sconfitto” dalla concorrenza al Man City, e dallo spagnolo Iborra.

Si comincia stasera

Calcio d’inizio questa sera, con il primo anticipo tra Arsenal e Leicester. Le neopromosse Newcastle, Brighton e Huddersfield affronteranno rispettivamente Tottenham (domenica), Manchester City e Crystal Palace. I Magpies dell’ex azzurro Benitez sono reduci da un’estate contraddittoria: Manquillo e Merino sono i colpi spagnoli del mercato, Murphy, Lejeune e Atsu integrano un organico che non sembra pienamente all’altezza della Premier. Non a caso, anche nel Nord dell’Inghilterra sono spirati venti di contestazione (del tecnico, anche) nei confronti della dirigenza. A volte, anche i ricchi non riescono ad essere completamente felici. Specie quando si parla di calcio, e di calciomercato.

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