Marco Bogarelli e Giuseppe Cicchetti (ex Infront) e Riccardo Silva (MP&Silva) non avrebbero dunque agito con l’intento della turbativa d’asta.
La sentenza del Riesame
Le accuse sono state «disintegrate». Usa proprio questi termini il Tribunale del Riesame per confermare il suo no alla richiesta d’arresto per Marco Bogarelli, Giuseppe Cicchetti e Riccardo Silva, uomini di punta nella gestione dei diritti televisivi del calcio italiano (i primi due sono ex manager di Infront, il terzo era il presidente di MP&Silva). Nessuna turbativa d’asta, nell’inchiesta non rientra il reato di associazione a delinquere. Questo il testo della sentenza «La disintegrazione delle ipotesi accusatorie dei reati contestati finisce per rendere evanescente qualsiasi considerazione sull’esistenza di un’associazione per delinquere». Il prossimo passo, secondo Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, è l’archiviazione.
I fatti
Secondo la tesi accusatoria, si prefigurava un’associazione a delinquere «finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti, tra i quali turbativa d’asta, autoriciclaggio, truffa aggravata, ostacolo alle funzioni di vigilanza, evasione fiscale e tutti quei reati di volta in volta necessari per governare i processi di sfruttamento dei diritti audiovisivi del calcio, con l’impossessamento di denaro che avrebbe dovuto entrare nelle casse della Lega». Alla fine, il senso della cosa era favorire Mediaset su Sky nella corsa per i diritti tv del campionato.
Il Riesame ha chiarito che si trattava di «gare private, senza alcun interesse o ruolo della Pubblica Amministrazione». Inoltre, non ci sarebbe stato danno alla Lega, ai club e ai competitor. Per quanto riguarda MP&Silva, ex concessionaria dei diritti esteri, il tribunale ha fatto ricorso al concetto di libero mercato: «MP&Silva ha sempre depositato offerte più alte rispetto agli altri concorrenti. Ciò che è riuscito a guadagnare immettendo sul mercato estero, con grande profitto, i diritti audiovisivi legittimamente acquisiti non può certo rappresentare indice di fraudolenza». Coinvolti anche alcuni dirigenti di alcuni club di Serie A: Galliani, Preziosi, Lotito, Paparesta. Anche la loro posizione si sgonfia, quindi, dopo la decisione del Riesame.