I nazionali rinunciano a una settimana di vacanze, tutti sembrano carichi e felici del progetto: è una condizione nuova per il Napoli.
Buone sensazioni
Uno dei pezzi più condivisi e commentati della giornata è stato quello, breve e tratto da Repubblica, sui calciatori del Napoli ansiosi di cominciare il ritiro. Tanto da rinunciare, si legge, a una settimana in più si vacanze inclusa nel loro contratto. Secondo la ricostruzione, tutti i calciatori dell’organico saranno presenti all’inizio del raduno in Trentino. Milik, Mertens, Insigne, anche i nazionali. Persino Reina, che ha un futuro ancora da definire.
Repubblica ha scritto del patto–scudetto, quella sorta di voce sotterranea secondo la quale il Napoli 2016/2017 avrebbe deciso di non sfaldarsi e di provare a ripresentarsi nella nuova stagione. Con l’obiettivo del titolo, di una concorrenza seria alla Juventus. Ecco, probabilmente le parole (poco scaramantiche e di grande effetto) usate dal quotidiano romano restituiscono perfettamente l’atmosfera di consapevolezza ed entusiasmo che abbiamo apprezzato, nel Napoli, per tutto il finale di stagione.
Consapevolezza della forza, forza della consapevolezza. Un crossover di emozioni e sensazioni nato dal campo, perché effettivamente il Napoli è stata la miglior squadra dalla decima giornata in poi. Perché effettivamente ha perso meno di Juventus e Roma, giocando un calcio oggettivamente più gradevole. Oggettivamente perché ha segnato più gol, a tutti. Tutte queste sono buone sensazioni, sono il viatico giusto per aprire una stagione complessa e subito ricca di insidie. Anzi, con l’insidia più grande posta ancora prima della linea di partenza. Il preliminare di Champions League.
Fretta
Ecco, probabilmente alcuni nostri tifosi su Facebook hanno centrato e contemporaneamente ridimensionato il punto: non si tratta di patto scudetto, ma di patto preliminare di Champions. Che suona decisamente peggio, ma serve a identificare una partenza lanciata che ora è necessaria. Per scacciare i fantasmi di tre anni fa (ma in realtà organico e racconto del mercato, quello già fatto e quello da fare, erano già abbondantemente differenti), per partire con lo sprint giusto per la prima volta nella storia di Sarri a Napoli. La sconfitta a Sassuolo due anni fa, il pareggio a Pescara nel 2016. Quest’anno non ci saranno tempi e possibilità di metabolizzare un inizio zoppicante. La prima partita sarà già decisiva, davvero decisiva. La seconda permetterà di non perdere o di guadagnare punti sulla Juventus.
La fretta, in questo caso, può essere una buona consigliera. Certo, esiste anche il rovescio della medaglia (in che modo quest’entusiasmo sarà smorzato dal primo passo falso?), ma sarebbe pensare al fatto di non poter andare al mare perché teoricamente si può annegare. Ipotizzare il peggio sarebbe auto-castrarsi in partenza, quindi è meglio non farlo.
Segnali
È meglio cogliere i segnali e le notizie positive. Il Napoli non ha solo confermato il suo organico e molto probabilmente si rinforzerà in maniera chirurgica, ma quello stesso organico confermato e fortissimo (lo dicono i numeri) è bello carico per la nuova stagione. Dal punto di vista addirittura professionale, prima che tecnico.
L’atmosfera dello scorso anno, plumbea per la mancanza di acquisti (era solo questione di tempo, ovviamente) e poi nera per l’affaire-Higuain, è solo un ricordo. Anzi, è un monito: deprimersi preventivamente è inutile, e a volte preannuncia clamorosi errori di valutazione. Ecco, quest’anno il Napoli sperimenterà l’entusiasmo. Quello interno, quello esterno (chiaramente percepibile al termine delle ultime uscite casalinghe dell’anno). È un buon punto di ripartenza. Il migliore possibile. È il patto per una partenza lanciata, che vuol dire insieme preliminare di Champions e scudetto. Che vuol dire provare di e ad essere all’altezza.