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Da Diego Costa-Conte a Nainggolan: non succede solo a Napoli (il caso Reina)

Cronaca recentissima di tutto quello che “succede solo a Napoli” ma che invece succede ovunque, nella proporzione delle varie dimensioni.

Da Diego Costa-Conte a Nainggolan: non succede solo a Napoli (il caso Reina)

Ricchi e campioni

Prendete il Chelsea. Società solida, ricchissima, glamour, vincente. Sono campioni d’Inghilterra, si preparano a una Champions da giocare da protagonisti, a un mercato di consolidamento perché la squadra è già forte, fortissima. Ed è allenata dal tecnico più ammirato dell’ultimo biennio. Tutto bello, tutto perfetto. E invece, ecco il caso. Che monta, che cresce, che esplode. Il centravanti titolare del Chelsea è stato sbolognato dall’allenatore del Chelsea con un sms. «Tu non sei parte del progetto tecnico». E proprio lo stesso centravanti ha reso pubblica la cosa. Una bella storia, davvero.

Il caso Juventus

Diego Costa contro Conte è un duello che in realtà si trascina da tempo. Già in inverno la prima scazzottata mediatica, poi il passaggio sfumato in Cina. La pace armata, per ragioni di convenienza reciproca. Ora questo faccia a faccia grosso, importante, uno strappo forse irrecuperabile. Che è una lezione per tutti i tifosi, del Napoli e non solo. Anzi, forse soprattutto a quelli del Napoli, che oggi si arrovellano sul caso Reina. E si scagliano contro il club, i calciatori, i procuratori.

Della serie: questo è il mondo del calcio, che è fatto di persone che difendono i propri interessi. Anzi, che mettono i propri interessi davanti a tutto e a tutti. Ci sono casi laterali, estremi, come quello di Hamsik: Napoli prima di ogni cosa, prima dei soldi o dei trofei da poter alzare al cielo. Ma sono eccezioni. Sono la differenza tra i calciatori e le bandiere. I primi sono sempre in maggioranza rispetto ai secondi.

Basta guardare anche in casa nostra, per rendersene conto. Ad esempio la Juventus che dopo una stagione esaltante perde la finale di Champions e un bel po’ di certezze. Oggi, sulla Gazzetta, sono pubblicate sette lettere diverse di tifosi, alcune di j’accuse e altre di ringraziamento. Un ampio spettro di atteggiamenti, di giudizi, di visioni della cosa. Che vanno oltre la gestione quasi perfetta di una società strutturata, sicuramente più capillare del Napoli come delle altre contender in Serie A. Due giorni fa, Mario Lemina ha dichiarato a chiare lettere di «voler giocare di più». Un caso similare a “quello che succede solo al Napoli”. Che, evidentemente, non succede solo al Napoli.

Il giardino dei vicini

Non succede solo al Napoli, il caso Reina. O il caso Higuain (vedasi Pogba). O il caso Insigne-Mertens, anche se si risolve bene (do you know Donnarumma and Mino Raiola?). Pensate che ieri, solo ieri, è stato ufficializzato il rinnovo di Leo Messi. La Pulga era in scadenza nel 2018. Il Barcellona (!) ha adeguato e allungato il contratto al miglior giocatore del mondo più tardi di quanto il Napoli sia riuscito a fare con Mertens. Sono due situazioni non paragonabili, fin quando il tifoso medio (di ogni squadra, ma soprattutto del Napoli) spara la famosa frase “succede solo qui”. No, non succede solo qui. Succede ovunque. Il giardino del vicino è sempre più verde, ma se ci fai caso può diventare anche marrone. Pure se è curato dal giardiniere più caro e bravo della città.

In questi giorni è un fiorire di commenti e attacchi e difese su Pepe Reina. La situazione del portiere spagnolo è di una semplicità estrema: dato che non è un simbolo di napoletanità, vorrebbe legarsi a una città che indubbiamente gli piace ma che non è e non sente casa sua, ricordiamolo, alle sue condizioni. Che non sono quelle del Napoli, che di mestiere fa l’azienda calcistica e vuole programmare il futuro in un certo modo. Un normale scontro contrattuale, condito da momenti sparsi di professionalità rivedibile: le battute alle cene, i tweet, i padri che vanno in radio. Insomma, un piccolo circo che non fa onore proprio a quello splendido rapporto reciproco tra Reina e Napoli.

Ma che, allo stesso tempo, non differisce da quanto sta avvenendo altrove, in questo momento. Qualsiasi piazza ha le sue grane. Sapete che Nainggolan ha appena detto alla Roma che ora «tocca al club mantenere le promesse»? Ricordate di Brozovic o di Icardi all’Inter? Insomma, stiamo tutti bene e tutti male. È il calcio, nella proporzionalità delle sue varie dimensioni è uguale dappertutto. Sentirsi sempre scarsi o inadeguati non ha nessuna utilità. Tantomeno corrisponde a verità.

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