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Il Benevento in Serie A è la rivincita di Mastella su De Mita per l’autostrada Napoli-Bari

L’arteria tagliò fuori Benevento. Fu uno sgarbo a Clemente che salvò l’onore con un casello a San Giorgio del Sannio. Ma il conto è stato saldato ieri sera

Il Benevento in Serie A è la rivincita di Mastella su De Mita per l’autostrada Napoli-Bari

La Sanvito

La gioia è immensa e il bicchiere è colmo: da dove partiamo per celebrare, come merita, il Benevento dei fratelli Vigorito che discende dalle alterne fortune di una compagine molto più modesta messa insieme alla buona da un mecenate acqua e sapone, Licurgo Bartolucci, presidente della Sanvito, una industria di mattoni rossi che è stato il fiore all’occhiello della economia beneventana. La Sanvito rilevò la squadra calcistica che era sul punto di scomparire. E la salvò conquistando onorevoli piazzamenti nel campionato di Serie C.

Il primo miracolo è del 1960

Il primo miracolo è datato 1960, allenatore delle streghe spelacchiate era Carlo Maluta e il bomber si chiamava Firicano che, però, mise a segno solo sei reti, quindici in meno di Fabio Ceravolo. Lo stadio era intitolato a Gennaro Meomartini e il pubblico era ridotto a un manipolo di fedelissimi: un’altra epoca, letteralmente, e un entusiasmo che era figlio della disperazione a differenza di quello di ieri sera che, invece, discende dalla consapevolezza di una superiorità tecnica accettata anche dagli avversari e dai conti in regola. Che fanno ritenere possibile anche una dignitosa presenza nella massima serie che altrimenti non sarebbe impresa possibile.

L’autostrada

Se questo è il contesto, partiamo allora dall’energia eolica targata Vigorito che ha dato una marcia in più all’allenatore Baroni e alla squadra che ieri sera continuava a correre mentre gli avversari erano visibilmente alla frutta. Non si sbaglia se si sceglie questo attacco per continuare la festa, ma ce n’è un altro che solletica il cronista che ha molto frequentato le province interne, quelle che Rossi Doria ribattezzò dell’osso con pochissima polpa sulla quale si avventavano gli appetiti di tutti: la conquista della Serie A, a nostro avviso, ha saldato il conto rimasto in sospeso con i “cugini” irpini che si è consolidato nel corso dei secoli ma ha avuto uno dei picchi storici negli anni della costruzione dell’autostrada Napoli-Bari.

La battaglia per il casello

In quella occasione, più che in altre, Avellino e Benevento si fecero guerra vantando ognuno il diritto ad ottenere il casello della nuova arteria che, naturalmente, poteva andare solo ad una delle due città, a seconda del tracciato che sarebbe stato scelto dai tecnici. Due schieramenti in campo e due capitani: Ciriaco De Mita e il suo ex allievo Clemente Mastella. Vinse l’uomo di Nusco, come si sa, ma l’outsider di Ceppaloni riuscì a strappare in extremis il compromesso che consentì ai sanniti di non piegare la testa difronte agli irpini: Benevento, infatti, non venne del tutto fatta fuori ma riuscì a sopravvivere nel cartello di “uscita” a San Giorgio del Sannio. Il capoluogo in effetti era parecchio lontano, ma l’onore era salvo.

Tutto il resto no, però, e il conto è stato saldato ieri sera: il Benevento è in A e calcisticamente ha superato in tutti i sensi l’Avellino. Il sindaco Mastella euforico e con la moglie Sandra al fianco non ha fatto cenno alla disputa per l’autostrada, ma chi lo conosce sa che nel “riscatto” da lui esaltato dopo che il presidente Oreste Vigorito aveva alzato la Coppa era compreso anche il vecchio debito. 1-1 e palla a centro.

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