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Perché il Napoli non deve disperarsi per l’eventuale terzo posto e i preliminari di Champions

Una rosa più ampia e varia rispetto al 2014, avversari che non sembrano insormontabili e il calendario più vicino a quello degli altri tornei europei.

Perché il Napoli non deve disperarsi per l’eventuale terzo posto e i preliminari di Champions

Premssa necessaria

Abbiamo riportato proprio ieri, su queste pagine, un’analisi economica sul valore del secondo posto in classifica. Che, ovviamente, è altissimo. Poi c’è anche altro. Ad esempio, l’anno scorso ci siamo accorti cosa vuol dire passare un’estate da Champions senza l’ansia dei preliminari – anche se poi le vicende di mercato ci hanno un po’ distratto, eufemismo. Una questione di programmazione e di sicurezza, tecnica ed economica. Insomma, il secondo posto sarebbe una vera e propria benedizione sul Napoli. Un risultato straordinario. Però, come dire: potrebbe non succedere. Anzi, alla luce della classifica è pure improbabile.

L’eventualità terzo posto

Avendo detto questo, non è che abbiamo messo le mani avanti. Quello stiamo per farlo. Sottolineando l’importanza di un eventuale secondo posto non abbiamo fatto altro che dire la verità. Però, come dire: un Napoli terzo in classifica non cambierebbe tutto. Parliamo, ovviamente, a livello tecnico. Non siamo impazziti, ci sono tante motivazioni dietro questa frase. Intanto, la differenza forte nell’organico rispetto a tre stagioni fa, al maledetto doppio confronto con il Bilbao. A livello di profondità, nel senso di diffusione della qualità su tutti i calciatori, non c’è partita. Il Napoli di oggi sarà molto simile a quello di domani, inteso come squadra titolare e in riferimento al mercato. Quello che Sarri gestirà l’anno prossimo è un gruppo già fatto, ha un organico i cui slot sono già occupati, tutti, da uno o due giocatori di buonissimo livello. Alcuni di questi sono destinati a crescere, non sono ancora al massimo del loro potenziale perché giovani. Ma sembrano abbastanza forti da poter affrontare l’eventuale gruppo di squadre che la seconda fascia sembra poter proporre.

Sì, perché il Napoli sarà testa di serie e non ci sono molti dubbi. Non è un altro motivo per cui abbiamo detto che il terzo posto non sarebbe un disastro, sappiamo com’è andata tre anni fa da testa di serie. Sono le squadre che finiranno nell’altra urna a farci (moderatamente) più ottimisti. Avevamo anticipato qualcosa con Nicola Lo Conte, lo aggiorneremo nei prossimi giorni ma la situazione è “migliorata” addirittura. Al momento, infatti, le squadre qualificate per i preliminari del percorso piazzati sono Manchester City, Siviglia, Hoffenheim, Nizza, Sporting Lisbona. I club più difficili da affrontare finirebbero in prima fascia, il Napoli potrebbe trovare avversari complessi ma privi di esperienza europea. Come il Nizza, o l’Hoffenheim. Non si può aver paura preventivamente di squadre così.

Il tempo e la statistica

Certo, anche un eventuale (e fortunato) accoppiamento di questo genere avrebbe i suoi svantaggi. Intanto, la maledizione storica cui sembrano “costrette” le squadre italiane. Nei cinque anni in cui la Serie A ha inviato tre squadre in Champions, solo il Milan ha passato lo scoglio preliminari. Sono state eliminate Udinese, Napoli, Lazio, Roma. E se andassimo ancora più indietro nel tempo, la situazione non migliorerebbe. Secondo Sarri, il problema di giocare questo turno discende anche dalla sua collocazione nel calendario, quell’agosto che influenza così tanto la preparazione e che che genera problemi prima e dopo.

Ecco, forse questi tecnicismi sono in qualche modo anacronistici rispetto alla realtà. Al di là delle condizioni climatiche, che però “penalizzano” entrambe le squadre, la Serie A italiana si è ormai quasi uniformata all’inizio degli altri campionati europei. Più al nord si comincia la prima o la seconda settimana di agosto, qui da noi alla terza. Inoltre, il buon rendimento della Roma in questo finale di campionato dimostra che le problematiche di “eredità fisica” possono essere superate attraverso una preparazione attenta e un buon turnover. Una possibilità che, lo dicono i numeri, arride più a Sarri che a Spalletti. A livello di organico, quindi di predisposizione personale.

Nessun dramma

Come concludere? Con una semplice constatazione. Il Napoli chiuderà più o meno con lo stesso punteggio dello scorso anno, a meno di clamorosi e verticali crolli. Un gran risultato, che però potrebbe non bastare per il secondo posto. Avremmo molti rimpianti, nel caso – del resto solo chi arriva primo non ne ha -, ma vorrà pure dire che la Roma è stata ancora più brava di noi edizione 2016. Una cosa non proprio semplice, in verità.

Quindi, niente drammi per quello che poteva essere e la consapevolezza di potercela fare. A superare il preliminare, che è più uno stato mentale che altro (come abbiamo detto e quasi “dimostrato” sopra). A considerare queste tappe come parte di un processo vero di crescita. Il secondo accesso consecutivo ai gironi sarebbe il primo della storia del Napoli. Arrivasse con la combo terzo posto e preliminari, non cambierebbe granché, a livello statistico. Si perderebbe qualcosa a livello economico, ma il resto dei “guai” sono riparabili. Non sarebbe un fallimento, né vorrebbe dire per forza ripartire da zero. Soprattutto a livello emotivo, potrebbe essere un risultato accettabile per una squadra giovane e ancora all’inizio del suo progetto. L’ambiente potrebbe recepirlo senza troppa ansia. Non sarebbe male.

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