Ci hanno detto che Napoli non doveva fischiare un calciatore che ha fatto le visite mediche di nascosto alla Juventus e che non si assume le responsabilità della sua scelta.
Nessuno lo ha obbligato ad andarsene
I peana che da stanotte si levano alti al cielo per celebrare la “vendetta” di Higuain confermano che la narrazione del calcio italiano è completamente ribaltata. Una tifoseria che da anni viene insultata in tutti gli stadi con cori vergognosi che una campagna mediatica ha imposto di relegare al rango di innocui sfottò, è stata invitata a non fischiare un calciatore che ha scelto di andare in un’altra squadra, senza essere obbligato di nessuno, dopo aver mentito per mesi e per giunta compiendo le visite mediche di nascosto con un ladro. Quello stesso calciatore che, dopo aver segnato ha indicato provocatoriamente il presidente De Laurentiis come responsabile della sua cessione.
Privo di personalità
Volendo lasciar perdere i tweet del suo problematico fratellino, Higuain si conferma un grande attaccante privo di personalità. Un tipetto che non ha il coraggio di assumersi le responsabilità di una scelta impegnativa, come tante nella vita di ognuno di noi. Non lo ha fatto prima, quando ha taciuto persino con l’allenatore che lo ha consacrato, e non lo ha fatto ieri, provando una mossa che neppure il peggior politico di casa nostra farebbe.
Decisivo in tre finali con l’Argentina
Un bel centravanti. Ma non esattamente un vincente. Per entrare nella storia della nazionale argentina ha battuto un record difficilmente superabile, quasi come quello che il Napoli e Sarri gli hanno permesso di raggiungere in azzurro. È l’unico attaccante al mondo che è risultato decisivo in tre finali consecutive perse dalla albiceleste. Un bel triplete, Gonzalo. Colpa di Aurelio anche in quel caso?