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De Laurentiis: «Insigne una bandiera, vogliamo trattenere tutti a Napoli»

La conferenza stampa di De Laurentiis e Insigne dopo il rinnovo del contratto del numero 24 azzurro.

De Laurentiis: «Insigne una bandiera, vogliamo trattenere tutti a Napoli»

La conferenza stampa di Lorenzo Insigne e Aurelio De Laurentiis

La conferenza si apre con la firma del contratto di Insigne e De Laurentiis, live, davanti ai flash dei fotografi. Poi, la prima domanda, sul concetto di bandiera legato a Insigne: «Insigne è assolutamente la bandiera del Napoli. A me fa molto piacere che Lorenzo sia un emblema di questa squadra, perché sapete che ci vuole il tempo per costruire delle cose che durino nel tempo. Noi abbiamo aperto una pozza in un deserto. Poi ci si dimentica di alcune cose. Perché non ci sono i campi di allenamento, lo stadio, il vivaio, le giovanili? Lavorando a testa bassa, dimostriamo che dal nostro vivaio abbiamo tirato fuori Lorenzo Insigne. E altri ne verranno. Napoli ha vissuto dei periodi terribili. La monnezza, la tossicità nascosta, la cancerosità. C’è incapacità, in Campania e in Italia, di tutelare il territorio. Ciononostante, abbiamo lavorato con umiltà e onestà intellettuale».

«Per me che sono abituato al cinema, al racconto di cose anche violente attraverso lo spettacolo, entrare nel calcio in una città come questa è stato complicato. Abbiamo avuto a che fare con istituzioni diverse, non ci siamo negati nulla e abbiamo costruito quello che con le nostre forze, e con l’aiuto di nessuno, abbiamo potuto costruire. La memoria, qui, fa paura a tutti quanti. Noi siamo entrati nel calcio alla vigilia di Calciopoli. Che ha creato e continua a creare dei dubbi sulla regolarità di questo sport, che dovrebbe essere il più chiaro possibile».

Lo scudetto

«Io non voglio far incavolare nessuno dicendo che il secondo posto vale uno scudetto. Il super-scudetto ce lo andremo a prendere, troveremo una spina nel fianco da altre parti. Piatto ricco mi ci ficco, questo è sempre stato il mio motto. Ora sono arrivati i cinesi, ben vengano i rafforzamenti di Inter e Milan. Tutti quanti, da gentiluomini, provvederemo a far crescere il calcio italiano. Se le istituzioni ce lo permetteranno».

Gaetano può essere l’Insigne del futuro: «Lorenzo Insigne è unico, un signore che gioca un calcio suo. Che non pratica un calcio paragonabile ad altri. Il fratello è uno che lavora bene, ora si trova in una società seria».

Lorenzo Insigne

Parla Insigne: «Sono più felice perché è quello che ho sempre sognato da piccolo. Volevo stare a Napoli, voglio rimanerci il più a lungo possibile. Sono orgoglioso e fiero di questo rinnovo. Spero di non togliere più questa maglia e di vincere qualche trofeo importante. La società e i tifosi meritano il meglio di questo mondo».

La presentazione vale questa responsabilità e Insigne leader: «Ho sempre sentito questa responsabilità, da napoletano so che i tifosi vogliono il massimo da me. Ho sempre cercato di dimostrare il triplo, anche quando ho iniziato male in questa stagione. Ho sempre affrontato le difficoltà, sono riuscito sempre a uscirne. Se sono leader ringrazio i miei compagni e la società, che non mi hanno mai messo da parte».

Il progetto-Napoli

I tanti rinnovi e il futuro: «Insigne nasce con amore, ardore e passione sul territorio. Questo è un sentimento che puoi avere con qualcuno, come ad esempio con Hamsik. Ma non con tutti. Poiché noi siamo quelli del progetto, bravi ingegneri o architetti, non abbiamo paura di perdere dei pezzi importanti. Far rimanere delle persone malvolentieri non conviene a nessuno. Questa è una città che tu devi amare, se la odi te ne devi andare. Stare a Napoli non è come stare a Torino o a Manchester. Qui c’è una storia che ti travolge, un miliardo di cose che si sovrappongono. Quando mi dicono che non sono napoletano, io rispondo “ma tu che ne sai?”».

«I miei familiari mi hanno raccontato Napoli nei fatti, da qui la mia passione. Se dovessimo perdere qualche pezzo importante, ce ne faremmo una ragione. Quanto è noioso dover allenare sempre gli stessi calciatori? Quando parlo con Giuntoli di mercato, parliamo di cose che cambiano sempre. Io forse non prenderei un allenatore catenacciaro, Sarri l’ho voluto io e farei tesoro del suo lascito se dovessi cambiare allenatore. Noi siamo un contenitore con tante bandiere e tante cose che cambiano. Il progetto è nato dodici anni fa, se ci saranno altre difficoltà ben vengano».

Insigne come Totti, e Sarri

«Mi fa piacere quando Sarri viene accostato ad altre squadre. Io so fare i contratti, quindi poi non riescono a prenderla. Nel calcio, come nel cinema, c’è tanto approssimazione. Nel senso: ognuno può dire quello che vuole. Mi vado a prendere Sarri, Insigne, Mertens. E poi magari non ci riesci. Ma non sto parlando di Dries, lui ha una situazione familiare da chiarire e ne stiamo parlando. Poi magari va in un’altra squadra e segna dieci gol, nel calcio ci vuole umiltà perché è sempre tutto da dimostrare».

Insigne sui grandi trofei: «Quest’anno abbiamo messo insieme dei grandi risultati, continuando così potremmo competere per dei grandi trofei. Champions League, Europa League, scudetto. Daremo il massimo per portare a Napoli grandi trofei».

Il mercato

De Laurentiis: «L’anno prossimo sarà molto divertente avere cinque calciatori in doppia cifra. Non si deve parlare di mercato, ci sono Milik e c’è anche Pavoletti. Ci vorranno degli innesti, probabilmente, sulle fasce. Quando qualcuno mi parlava di Koulibaly e paventavano offerte a cifre altissime del Chelsea: dipende sempre dal calciatore, dalla sua volontà di rimanere. Per uno come Sarri, dove tutto è la perfezione, ci vogliono: capacità fisica, mentale, tecnica. Il Napoli è il film che mi è riuscito meglio. Ci vogliono sei mesi per entrare in un contesto del genere. Se abbiamo speso 23 milioni per Maksimovic, vuol dire che lo riteniamo importante per questa squadra. Idem se abbiamo rinnovato il contratto di Albiol. Poi ti entra uno come Tonelli e fa due-tre gol. Che cosa gli vuoi dire a uno che entra all’improvviso? Cercherò di trattenere tutti i calciatori, questo lo voglio dire. Se c’è qualche pazzo che vuole pagare clausole così alte, ce ne faremo una ragione. Sarei un pazzo a mettere la clausola a IKnsigne che ha sposato il Napoli. Non ce l’hanno nemmeno Hamsik e Reina».

I ringraziamenti di Insigne

«Devo ringraziare Zeman, lui mi ha portato in Serie A e mi ha valorizzato tanto. Poi ho trovato un grande tecnico come Mazzarri, facevo un ruolo un po’ diverso. Se segui i grandi tecnici, ottieni grandi risultati. Con Benitez ho fatto tanto, soprattutto in fase difensiva. Poi ho trovato Sarri, spero che lui possa rimanere a lungo perché ci possiamo togliere grandi soddisfazioni e vincere qualcosa di importante».

De Laurentiis su un gol di Insigne in amichevole contro il Bayern Monaco: «Lorenzo è sempre protagonista, lo fu anche a Pescara. Per un attimo, fui tentato di prendere Verratti ma poi Mazzarri mi disse di non fare acquisti che non potessero crescere qui. Lorenzo è uno di quelli che si impegna sul territorio e va premiato, ho sempre avuto un occhio di riguardo per lui».

«Sono consapevole di essere partito male, ma non ho mai mollato perché non si molla mai. Poi mi sono accorto di dover continuare a giocare, con contratto o senza contratto. Io sono l’ultimo a sapere le cose del contratto, hanno lavorato tanto per me. Lotteremo fino alla fine per andarci a prendere questo secondo posto che stiamo meritando. Se mi avessero detto che a 26 anni sarei diventato una bandiera, avrei detto che erano pazzi. Un ringraziamento anche a Peppe Santoro, che mi ha portato qui. Spero che tra cinque anni discuteremo un altro rinnovo, perché questa è casa mia e sto bene».

Un paragone letterario

«C’è un racconto dell’ischitano Ferrandino che parla del Settecento, e di come fosse difficile, perché proibito, leggere alcuni libri. La storia di questo ragazzo è bellissima: emigra verso New York, continua a rendersi colto e informato fino a rischiare l’arresto. Arriverà in Canada e diventerà uno dei pionieri in Nord America. Un altro paragone con lo spettacolo potrebbe essere con “Piccolo Grande Uomo”, il film con Dustin Hoffman. Lui potrebbe avere questo tipo di excursus, come il personaggio di Ferrandino o come nel lungometraggio con Hoffman: a 120 anni potrà raccontare la sua avventura ai pronipoti».

La moviola in campo

De Laurentiis sula moviola in campo: «Sono sempre stato per la tecnologia in campo. Io sono sempre per le innovazioni, spero che si possa modificare il regolamento del tempo di gioco e delle sostituzioni. Quattro tempi con intervalli da due minuti e mezzo e cambi liberi. Questo aiuterebbe tutti i calciatori di sentirsi parte del progetto. I ragazzini di sei, sette, otto anni non avranno quella capacità di concentrazione per 90′. Loro vengono dal mondo dei videogames, è una cultura diversa. Le nostre generazioni leggevano, c’era un diverso tipo di approccio. Proprio dal punto di vista del timing. Oggi le cose sono cambiate, quando tu hai al vertice qualcuno che ha più di 70 anni, vuol dire che non sei al passo con i tempi. Bisognerebbe far saltare il sistema e ricominciare daccapo».

Adl su Reina: «È un punto fermo del Napoli, ha un anno di contratto e non ci sono problemi. Per pensare al futuro, non posso pensare a un giovanissimo, un ventenne. Dopo diventa fondamentale la capacità di gestire due primedonne entrambe utilizzabili. Non devi andare su calciatori troppo giovani, ma sui 25-26-27 anni».

Insigne, la crescita come uomo e professionista e la trattativa

«Sono contento che mio padre mi accompagni tutti i giorni, anche se i miei compagni mi prendono in giro. Ho un gran rapporto con mio padre, a volte quando facciamo le foto di squadra i miei compagni scherzano e dicono di aspettare perché lui non c’è. La mia famiglia non mi ha fatto mancare mai nulla. Un grazie anche a mia moglie e ai miei figli»

I ringraziamenti di De Laurentiis: «Ringrazio Giuntoli, Chiavelli e i procuratori di Insigne, che sono stati intelligenti e garbati nella negoziazione e nella difesa degli interessi del calciatore. Un grazie a chi ha dato l’apporto giusto a questa trattativa, difendendo e raccontando la napoletanità».

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