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Come gioca il Sassuolo: il trio di centrocampo per ritrovare gli equilibri perduti

L’analisi degli avversari di domani: la squadra di Di Francesco, dopo una stagione tribolata, propone un 4-3-3 con alta qualità nel reparto di mezzo.

Come gioca il Sassuolo: il trio di centrocampo per ritrovare gli equilibri perduti

Doppio fronte e infortuni

Quella del Sassuolo è stata una stagione decisamente tribolata: l’impatto con il doppio fronte, campionato e coppa, non è stato dei più felici. L’incredibile sequela di infortuni che accompagnato lungo tutta la stagione la squadra di Di Francesco ha fatto il resto e i neroverdi hanno dovuto convivere con la parte bassa della classifica, dopo l’exploit dello scorso anno. Senza mai rischiare veramente di essere coinvolti nella lotta per non retrocedere, dato l’andamento estremamente a rilento delle ultime della classifica, ma certo con diversi momenti di difficoltà.

Il tecnico ha tenuto duro e, da un po’ di tempo, è riuscito a recuperare una squadra con una fisionomia più definita e in grado di togliersi qualche soddisfazione, come la vittoria contro la Sampdoria, una delle squadre più in forma del campionato. Nell’ultimo periodo, pur tra risultati altalenanti, la squadra emiliana ha dimostrato di avere dei valori piuttosto importanti. Non è un caso che Roma e Lazio, di recente, abbiano sofferto moltissimo prima di portare a casa i tre punti, o che l’Atalanta super di questo campionato abbia dovuto accontentarsi del pari casalingo dopo aver dovuto rincorrere a lungo.

Una squadra che concede tanto

Merito di un impianto di squadra tornato, lo dicevamo, simile a quello dello scorso anno. La cerniera difensiva composta da Cannavaro e Acerbi (a proposito, occhio sui calci da fermo perché quest’ultimo ha segnato già 4 gol) davanti a Consigli ha un valore assoluto certamente superiore a quanto lascerebbe supporre il quindicesimo posto in classifica e il tredicesimo quanto a reti subite in totale (50). Del resto, un po’ l’atteggiamento comunque sempre propositivo, un po’ degli equilibri di squadra raramente ottimali portano il Sassuolo a concedere davvero tanto: 15,3 conclusioni a partita, peggio hanno fatto solo Cagliari, Empoli, Crotone e Pescara.

Numeri difensivi spiegabili, in parte, con una propensione a tenere il pallone molto ridotta rispetto al passato e alle abitudini di Di Francesco. Le vicissitudini, tra autunno e inverno, dei giocatori, con schieramenti a volte dettati dall’emergenza hanno certamente influito, ma pensare che la squadra che un anno fa aveva concluso il campionato al sesto posto quest’anno è dodicesima nelle conclusioni nello specchio della porta (11,4 a match), quindicesima per possesso palla (47,6% medio) e diciottesima per passaggi completati (75,5%) stranisce un po’.

La forza nel mezzo

Se il rendimento del Sassuolo è migliorato, negli ultimi tempi, lo si deve anche al centrocampo. La quadratura è stata trovata con il terzetto composto da Aquilani, a giostrare da regista, più Duncan e Pellegrini ai lati. Il ghanese ci mette corsa e quantità come di consueto, il giovane in comproprietà con la Roma anche tanta qualità e lo dimostrano i sei gol e i sei assist realizzati fino a questo momento. Con il trio napoletano si prospetta un bel confronto, e anche se la qualità complessiva della mediana del Napoli è certamente superiore non si dovrà commettere l’errore di sottovalutare gli avversari. Anche perché davanti il Sassuolo ha elementi molto interessanti da innescare: molto probabile il tridente Berardi-Defrel-Ragusa.

Il giovane talento inseguito da Juventus e Inter, dopo il lungo infortunio, non è ancora tornato se stesso ma ha dato tracce della propria presenza con il gol alla Lazio e l’assist per Defrel contro la Roma. Lasciare spazio al suo mancino resta comunque una pessima idea. A proposito del suo collega di reparto francese, è certamente in calando dopo un’ottima prima parte di stagione, ma rimane pericolosissimo, come ricordiamo bene per il sanguinoso gol del pareggio all’andata, a togliere due punti che oggi al Napoli avrebbero fatto assai comodo. A chiudere il terzetto sarà probabilmente Ragusa, i cui tagli dall’esterno verso l’area di rigore possono fare malissimo. In alternativa, potrebbe giocare Politano, altro giocatore molto insidioso in quella posizione.

In generale, Di Francesco opporrà senza troppi timori reverenziali il proprio 4-3-3 a quello di Sarri. Scegliendo certamente di lasciare la prima impostazione agli azzurri, ma avendo anche la necessaria tranquillità per giocarsela con buon ritmo ed intensità e provare a far male in transizione.

Campetti posizionali medi del Sassuolo contro Roma e Lazio. Densità in mezzo al campo, con centrocampisti e attaccanti il più vicini possibili in entrambe le fasi, ma anche buona propensione a risalire il campo per far male partendo soprattutto sulle corsie laterali.

Al solito, il Napoli dovrà cercare di prendere possesso del centrocampo per indirizzare l’andamento della gara, sfruttando le consuete combinazioni con e tra gli attaccanti per scardinare il meccanismo difensivo avversario. Sarà importante che in mezzo il trio partenopeo, soprattutto con Jorginho e Allan, sia in grado di dare copertura preventiva, con una linea difensiva in grado di tenere la giusta distanza dalla mediana per evitare pericolose ripartenze. Il Sassuolo può ribaltare rapidamente l’azione con la qualità dei suoi centrocampisti e bucare sia centralmente con Defrel, sia con gli esterni, tutti molto veloci, esattamente come gli attaccanti azzurri. Per Strinic e Hysaj il lavoro non mancherà per contenere Berardi e Ragusa o Politano.

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