“Con impegno e passione si possono cambiare le cose e riscoprire bellezza dove c’erano solo macerie”
Il quartiere Vergini sbarca sulla Bbc. E lo fa grazie al fermento portato sul territorio dalle associazioni che ogni giorno sono impegnate a renderlo migliore. L’esordio del racconto di Erin Creig, scrittrice di viaggio, su Bbc.com è emblematico: Napoli ha un problema di storia, scrive, nel senso che ne ha troppa, tra cimiteri greci, rovine romane, castelli medievali e chiese rinascimentali, molta di più di quanto una città possa permettersi di mantenere. Ed ecco che allora, a evitare che siti indimenticabili cadano in rovina intervengono le associazioni.
L’Associazione Smmave
Così, Erin ci accompagna alla scoperta del lavoro di tanti appassionati impegnati ogni giorno per mantenere in piedi pezzi di città. Uno di questi è Maria Corbi, esperta di storia dell’arte che gestisce le installazioni delle stazioni dell’arte della metro, le nostre gallerie pubbliche sotterranee.
La Corbi è membro fondatore dell’Associazione Smmave, attualmente impegnata nel ripristino una chiesa abbandonata “nel trascurato quartiere dei Vergini alla Sanità”, quella di Santa Maria della Misericordia ai Vergini, risalente al XVI secolo, da cui il nome dell’associazione, come acronimo di quello della chiesa. Un quartiere, i Vergini, scrive la Crieg “quartiere ricco di storia e di cuore”, ma la cui reputazione moderna è meno esemplare, poiché è spesso associato alla criminalità e alla povertà e non figura nei depliant turistici, “ma grazie ad associazioni come Smmave, le cose stanno cambiando”.
La chiesa in via di restauro, per esempio, era abbandonata da decenni al momento dell’intervento della Smmave: “La cripta era così piena di spazzatura che i volontari potevano a malapena a scendere le scale. I membri dell’associazione hanno dovuto spalare rifiuti e raccogliere montagne di scartoffie”.
“Bisogna essere un po’ visionari”
Erin si meraviglia della forza che hanno avuto i volontari (tra i fondatori della Smmave, oltre alla Corbi, ci sno Christian Leperino e Massimo Tartaglione): “Bisogna essere un po’ visionari”, ha risposto la storica dell’arte di fronte al suo stupore. L’associazione ha portato alla luce affreschi nascosti dietro le macerie, ripulito, studiato, documentato e riparato fino a quando, nel 2016, grazie al sostegno di volontari del quartiere, studenti di arte e architettura, dopo due anni di lavoro, la chiesa ha riaperto come centro per l’arte e le performance contemporanee.
Il percorso per il restauro completo è ancora lungo e i danni del tempo ancora ingenti, ma Smmave ha realizzato il suo obiettivo animando la chiesa di eventi di sensibilizzazione, programmi per bambini e laboratori teatrali. “Il lavoro delle associazioni dimostra che, con impegno e passione, si possono davvero cambiare le cose”, ha spiegato Christian Leperino alla scrittrice di viaggi “E si può riscoprire la bellezza dove c’erano solo macerie”.
L’Associazione Celanapoli
La Smave non è l’unica associazione impegnata nel quartiere. L’archeologo Carlo Leggieri, fondatore di Celanapoli, lavora da vent’anni per riportare alla luce le tombe della nobiltà dell’antica Neapolis sepolte sotto il passaggio di alluvioni e detriti di costruzione tra gli 8 e i 10 metri sotto terra. Per un po’, le stanze sotterrate sono state utilizzate come cisterne, ma l’epidemia di colera del 1880 fece chiudere i pozzi e la necropoli fu dimenticata. Cento anni dopo, un terremoto portò alla luce le camere funerarie sotto i Vergini. Leggieri iniziò ad esplorare le tombe nei primi anni 1990, accedendovi attraverso uno degli antichi pozzi. Da allora, l’archeologo ha investito più di 20 anni nello scavo dell’antico cimitero e nel 2001 ha fondato l’Associazione Celanapoli per gestire il sito e aprirlo al pubblico.
Come per Smmave, il primo e più grande compito di Celanapoli è stato ripulire, “un lavoro sporco e pericoloso, non il modo in cui la maggior parte delle persone vorrebbe trascorrere il suo tempo libero”, scrive la Crieg.
Non è stato facile: “Sulla carta ho un sacco di volontari – spiega Leggieri – ma pochi durano, dopo il primo impeto di entusiasmo”. Solo due delle oltre 200 tombe presenti sono state per ora aperte al pubblico, “ma almeno ora i visitatori possono prendere le scale invece di calarsi all’interno di un pozzo”.
Il problema non è la dedizione, ma i soldi
Il grande problema dei Vergini non è la dedizione, ma i soldi, poiché Celanapoli, come SMMAVE, si autofinanzia completamente. “Mentre il quartiere Vergini sta cominciando a fiorire, è ancora in gran parte sconosciuto”. Il turismo genera un piccolo reddito, ma ancora non basta.
L’Associazione VerginiSanità
E allora, l’unico modo per andare avanti è quello di stringere collaborazioni con altre associazioni, come l’Associazione VerginiSanità, che mantiene un frammento di epoca romana dell’Acquedotto Augusteo che una volta attraversava tutta l’Italia meridionale intersecando la necropoli, il cui cofondatore Pippo Pirozzi, sottolinea che “i successi delle associazioni hanno favorito un orgoglio civico rinnovato. Non si può avere sviluppo del turismo se non si coinvolge la popolazione”.
Le collaborazioni. Anche con il Mann
Le associazioni mettono in campo programmi educativi e mantengono i contatti con le imprese locali. Smmave, ad esempio, sta sviluppando una biblioteca d’arte per il quartiere e nel mese di aprile il Museo Archeologico Nazionale di Napoli sarà partner delle associazioni impegnate sul territorio grazie al programma Obvia, in modo che gli acquirenti del biglietto del museo possano visitare i siti usufruendo di sconti.
“Le associazioni non restano ferme in attesa che qualcuno intervenga in loro aiuto – conclude la Crieg – Si sono abituate a fare le cose per conto loro”. Tutte insieme stanno costruendo una mappa di siti storici e culturali del quartiere Vergini: “I nomi che si erano sbiaditi dalla memoria della città sono stati ristampati. Come le stesse associazioni, essi sono qui per rimanere”.
Le foto sono tratte dal sito della Bbc