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Juve-Milan: per Garanzini, Mura e la Gazzetta il rigore non c’è (o quasi)

Per tutti i commentatori, manca la volontarietà anche se c’è incertezza diffusa sul regolamento. La Juve reclama un altro penalty, applausi al Milan.

Juve-Milan: per Garanzini, Mura e la Gazzetta il rigore non c’è (o quasi)

Le analisi del day after

Juve-Milan per cuori forti e fegati grandi. La pensa e la (de)scrive così Gigi Garanzini su La Stampa, che ci fa proprio il titolo: “Ci vuole fegato per fischiare”. Leggiamo: «Ci vuole un discreto fegato per assegnare unrigore così all’ultimo secondo di un recupero già prolungato di mezzo minuto: per punire un tocco di braccio non poi così palese e in ogni caso non volontario su un pallone che ti arriva addosso da meno di un metro. Forse l’arbitro Massa non l’avrebbe
avuto, era lì in mezzo all’area che non sapeva bene che pesci pigliare: e allora a corrergli in soccorso ci ha pensato il giudice di porta Doveri. Vabbè. Ricominciamo».

Gianni Mura

È una versione su cui concordano un po’ tutti, pur riconoscendo la mancata assegnazione di un altro rigore, sempre a Dybala, nel primo tempo. Quello era ben più evidente. Anche secondo Gianni Mura, che apre il suo pezzo su Repubblica parlando del velenoso finale e facendo l’elogio al Milan: «La vittoria della Juve, per quello che ha fatto in tutta la partita, è legittima. Donnarumma migliore in campo, una decina di palle-gol create».

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«Il rigore al 96’ è di quelli che faranno discutere: il braccio sinistro di De Sciglio è allargato, il pallone parte da circa due metri, non si nota volontarietà, quindi sportivamente è un rigore ingiusto (lo segnala Doveri, assistente di porta, anche lui a due metri) ma per regolamento ci sta».

«Su una cosa non ci sono dubbi: perdere in questo modo brucia parecchio. In stagione il Milan ha battuto due volte la Juve (una ai rigori) e le altre due volte l’ha costretta a sudare per vincere. Ieri sera ha giocato con intelligenza, prima difendendo la sconfitta, poi rinforzando il centrocampo (Kucka per Bacca) e infine cercando il contropiede in spazi più larghi. Gli era riuscito alla perfezione nel primo tempo, in un lampo da Pasalic e Deulofeu a Bacca, in millimetrico fuorigioco. La mossa di Montella, per molti assurda, è stata azzeccata. Milan più solido nel secondo tempo, Juve più confusa ma sempre pericolosa».

La spiegazione della Gazzetta

L’ultimo media che abbraccia la tesi dell’involontarietà è la Gazzetta dello Sport, più severa di Mura nell’interpretazione del regolamento. Per la rosea, infatti, neanche le leggi codificate del gioco “spiegano” l’assegnazione del penalty. «Il recupero allungato di 30’’, per il 2° giallo a Sosa, porta al colpo di scena: rigore dato alla Juve per il tocco col gomito di De Sciglio. Giusto considerarlo punibile come ha fatto Massa su consiglio dell’addizionale Doveri?»

«No, per due motivi: la distanza minima (187 centimetri) tra il rossonero e Lichtsteiner (autore del cross); il pallone che va verso il braccio e non il contrario, condizione necessaria per far scattare il cosiddetto «aumento di volume». Finisce in polemica una gara che si annunciava complicata per l’arbitro. A posteriori forse si poteva evitare una designazione rischiosa per via dell’andata, quando Massa (da addizionale) contribuì ad annullare un gol valido alla Juve. Ieri in avvio il fischietto ligure si è perso un rigore netto in favore dei bianconeri (Zapata su Dybala), poi ha gestito senza patemi».

 

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