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«Coni e Regione dicono sì a un progetto della Vezzali nell’ex Nato e ignorano lo sport campano»

Il patron di Yamamay e Carpisa Luciano Cimmino riunisce grandi campioni come Porzio, Oliva, Cuomo e altri. «Siamo preoccupati per il futuro, temiamo di essere ignorati ancora. Sarebbe assurdo».

«Coni e Regione dicono sì a un progetto della Vezzali nell’ex Nato e ignorano lo sport campano»
Luciano Cimmino al centro dei campioni e rappresentanti di associazioni sportive campane

Sotto la guida di Luciano Cimmino

Che cosa riesce a mettere insieme in meno di 24 ore campioni come Patrizio Oliva, Franco Porzio, Sandro Cuomo e altri, con il patron di Carpisa e Yamamay Luciano Cimmino? Una sensazione spiacevole, se non vogliamo chiamarla rabbia, per aver saputo a cose fatte della convenzione per 57mila euro firmata tra l’associazione no-profit veneta “Laboratorio 0246”, presieduta da Valentina Vezzali e la Fondazione Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia, per la concessione di 2.200 mq dell’area ex-nato a Bagnoli.

«Siamo preoccupati per il futuro»

«Ieri è avvenuto un piccolo tsunami – ha introdotto Luciano Cimmino – che ci ha lasciati sconcertati. Vorremmo porre degli interrogativi al Coni e alla Regione Campania per capire perché hanno aperto le braccia ad una società veneta per un progetto di “educazione all’attività fisica e allo sport dei bambini”. Forse qualcuno non sa che esistono a Napoli dei progetti attivi proprio con i ragazzi, come “milleculuri”, che da due estati assiste tanti bambini alla Mostra D’Oltremare, o l’Arci Scampia? Nessuno è stato interpellato. La nostra volontà non è mettere in discussione la validità del progetto della onlus della Vezzali. Ma, avvicinandosi le Universiadi, vogliamo essere certi che il Coni e la Regione abbiano presente che esiste una realtà campana di associazioni sportive che lavora quotidianamente sul territorio».

Malagò e la cittadella dello sport

Proprio in questi giorni la visita il presidente del Coni Malagò era stato in visita al Villaggio del Rugby Napoli che è sorto da due anni nell’area dell’ex-Nato. «Secondo me – è intervenuto Franco Manna, presidente della Sebeto s.p.a. e fondatore del Villaggio – le nostre istituzioni non hanno capito le potenzialità dell’area che potrebbe diventare una cittadella dello sport come non ne esistono in Italia. Quando Malagò ha visto l’area, è rimasto colpito e si è ripromesso di avviare dei pensieri perché diventi un posto per lo sport a Napoli. Chi vive di sport a Napoli deve esercitare pressione affinché quell’area non diventi di speculazione andando in fitto ad altri».

Patrizio Oliva: «Mi sento offeso»

«Mi sento offeso – non lascia dubbi l’intervento di Patrizio Oliva – C’è bisogno che venga la Vezzali a insegnarmi come fare sport sociale? Mi sono messo nei panni di un italiano che legge questa notizia e pensa che c’è lassismo nelle associazioni sportive napoletane. Invece noi siamo iperattive. Non abbiamo nulla contro la Vezzali, ma ci sono anche le associazioni napoletane e lavorano non con i bambini dei quartieri alti, ma con quelli difficili. Pensiamo alla crescita educativa dei bambini convinti che lo sport e la cultura possano recuperare questi ragazzi che crescono senza dignità e senza regole».

Sandro Cuomo e il diritto di prelazione

Di diritto di prelazione ha parlato invece Sandro Cuomo nel suo intervento: «Valentina è una grande atleta e una compagna di squadra, ed è ammirevole il suo lavoro per il sociale, ma anche noi napoletani siamo in grado di realizzare progetti validi e quindi reputo giusto che ci sia un diritto di prelazione per le forze che lavorano sul territorio».

Franco Porzio: «Viene sempre ignorato chi lavora a Napoli»

«Non mi meraviglio – è stato il commento di Franco Porzio – perché a Napoli accade anche questo. Lo sportivo per natura è abituato a lottare e sacrificarsi, le istituzioni invece si avvicinano a noi solo quando ne hanno bisogno e noi siamo sempre stati disposti a dare una mano perché crediamo in quello che stiamo facendo. Se questo è l’inizio, faccio fatica a pensare cosa sarà il futuro e non lo dico perché siamo più bravi ma perché viviamo questa città. Chi se ne va da Napoli è sicuramente più apprezzato, lavora meglio e guadagna di più, per questo bisognerebbe avere maggiore rispetto per chi sceglie di restare e combattere ogni giorno».

«Nulla contro la Vezzali»

Nessuna battaglia, precisa la squadra dei campioni campani, non c’è una guerra in corso con la Vezzali e la sua Laboratorio 0246. Ben vengano sempre progetti validi che permettono la riqualificazione del territorio e la crescita della comunità, ma i 57.000 euro stanziati tra Regione Campania e Banco di Napoli per sostenere il progetto non sono di certo passati inosservati. «Noi lavoriamo con i bambini – ha dichiarato Tonino Piccolo dell’Arci Scampia – e sappiamo che Napoli ha una grande storia sportiva e associazioni che andavano interpellate e valorizzate. Perché siamo è una città viva».  «Nulla contro la Vezzali – insiste Imma Cerasuolo pluricampionessa paraolimpica di nuoto – ma qui c’è gente che lavora nonostante pochi impianti e le poche possibilità, perché non chiedere la collaborazione di chi conosce il territorio?»

La domanda è posta all’assessore regionale Fortini. L’impressione è che le numerose associazioni presenti e operanti sul territorio napoletano non abbiano il giusto peso o forse i giusti interlocutori con le istituzioni, perché appare quanto meno strano che nulla sia trapelato di questo progetto prima della firma della convenzione.

Cimmino: «Serve una cabina di regia»

Luciano Cimmino lancia la sua proposta: «Vogliamo andare oltre e creare un gruppo di lavoro, un’associazione che rappresenti tutti e che sia in grado di produrre e portare avanti dei nuovi progetti». Quella che il velista Paolo Scutellaro ha definito «la cabina di regia forte che manca».

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