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L’Atalanta di Gasperini: agonismo, singoli e l’enigma Kurtic

Una delle più belle realtà del torneo, Atalanta grandi firme grazie a Gomez, Kessié, Petagna e Caldara. Lo sloveno è l’uomo chiave per le scelte del tecnico

L’Atalanta di Gasperini: agonismo, singoli e l’enigma Kurtic

Napolista profetico

Prima della gara d’andata con l’Atalanta, a Bergamo, fummo ottimi profeti nel mettere in guardia sui rischi che la partita avrebbe avuto in serbo per il Napoli. E nel sottolineare che il lavoro di Gasperini, con annessi aggiustamenti tattici rispetto al suo granitico 3-4-3, iniziava a recare in sé i frutti di una possibile svolta, potendo contare oltretutto su una rosa composta da ottimi elementi. Anche se non avremmo mai immaginato che, proprio da quella gara contro gli azzurri, i bergamaschi sarebbero letteralmente sbocciati, iniziando una cavalcata che al momento li mette in quarta posizione in campionato.

Un girone dopo, i nerazzurri hanno messo insieme numeri da urlo. Totalizzando la bellezza di 42 punti, due in più del Napoli nello stesso arco di tempo. Con 31 reti realizzate e solamente 14 subite. La Juventus, per dire, ne ha subita appena una in meno. Inoltre, con il terzo miglior rendimento esterno del torneo (21 punti), dietro solo a quello di azzurri e bianconeri. Tutto questo, considerando i soli sei punti di differenza, fa di Napoli-Atalanta uno scontro diretto a pieno titolo per l’alta classifica.

Organizzazione vincente

Analizzando i numeri in maniera più particolareggiata, ecco cosa scopriamo. L’Atalanta, innanzitutto, ha un buon attacco, che segna con una certa regolarità, anche se non tantissimo. 40 gol in 25 gare (settimo miglior reparto offensivo) sono un dato poco più che discreto. In effetti, i 14,7 tiri a partita (ottava performance del torneo) e il 50,9% di possesso medio (settima posizione) sono in linea con questa statistica. Si potrebbe pensare che gli orobici stiano vivendo un prolungato periodo di overperforming.

Guardando i dati dall’altra parte del campo, invece, si capisce che non è così. L’Atalanta è una squadra che Gasperini ha reso estremamente organizzata e in grado di subire pochissimo. I 10,3 tiri subiti a partita sono un dato peggiore solo di quello di Juventus, Napoli e Inter. E c’è il primato in Serie A per palle intercettate: 18,6 a partita. Vale a dire che anche quando non fanno la partita, i nerazzurri sono perfettamente in grado di gestire la situazione e di non farsi schiacciare.

Consapevolezza

La partita presenta gli stessi profili di rischio di inizio ottobre. Ovviamente moltiplicati, per diversi fattori. La banda di Gasperini ha acquisito piena consapevolezza di sé, vive un grande momento di forma (4 vittorie e un pari nelle ultime cinque gare) e, adesso che è in ballo, vuole ballare fino alla fine. Il ciclo di tre partite con Napoli, Fiorentina e Inter arriva al momento giusto per capire se davvero gli orobici potranno ambire a un posto in Europa.

Da tutto ciò si capisce che difficilmente il tecnico di Grugliasco predisporrà barricate fini a se stesse. Si giocherà la partita esattamente come fu a Bergamo: aggressione costante sui centrocampisti e raddoppio sistematico sugli esterni per ripartire a tutta velocità appena possibile, fidando nella velocità e nella tecnica di Gomez e nella capacità impagabile di Petagna di far salire tutta la squadra.

Utilizziamo come riferimento il campetto posizionale degli atalantini nell’ultima gara giocata in trasferta con un avversario di alta classifica, un mese fa a Roma contro la Lazio. Ottima copertura del campo in ampiezza, garantendo anche densità in mezzo e con un baricentro sicuramente non schiacciato a ridosso della propria area.

A proposito di Petagna. Il contributo realizzativo dell’ex attaccante del Milan non ruba certo l’occhio. Il gol realizzato contro di noi all’andata era il terzo in sette partite. Inizio non male, ma da allora in campionato ne ha segnati solo altri due. La sua importanza nel gioco nerazzurro però va ben oltre. Il centravanti nerazzurro, come detto, è fondamentale nel far salire la squadra proteggendo palla e smistandola. Con ottima proprietà di palleggio, aggiungeremmo, se è vero che a referto si contano già 5 assist, una media di 1,9 passaggi chiave a partita (è l’attaccante centrale che ne somma di più in campionato) e un ottimo 84,1% di passaggi riusciti, dati assolutamente ragguardevoli per una prima punta.

In realtà, l’uomo di gran lunga più pericoloso è Gomez, ma questa non è una novità. Secondo per passaggi chiave in campionato (2,6 a gara, con 5 assist in tutto), settimo per conclusioni tentate (3,4 a match, appena dietro Icardi e più di Higuain e Belotti, per dire), ha già realizzato il proprio record di gol in campionato (9) e non intende affatto fermarsi.

Difesa e centrocampo

Passando agli altri reparti, in difesa dovrebbe essere confermatissima la linea a tre con Toloi, Masiello e Caldara. Particolare da non sottovalutare, si tratta di un pacchetto arretrato specializzato nell’interrompere i fraseggi avversari: tre dei primi sei posti per palle intercettate nel torneo sono i loro. Il futuro juventino, soprattutto, è una delle maggiori sorprese del campionato. Ed è anche molto pericoloso sui calci da fermo, con tre reti già realizzate. A centrocampo, altrettanto inamovibili sulle corsie Conti a destra (a proposito, quattro gol e tre assist: tempo fa con l’Atalanta se n’era parlato, chissà se il discorso è ancora aperto, il ragazzo tornerebbe assai utile) e Spinazzola a sinistra, in mezzo dovrebbero esserci Kessié, Freuler e Kurtic.

Kurtic

La posizione dello sloveno, nello specifico, è quella da autentico jolly che Gasperini può giocarsi per scompaginare il piano partita del Napoli: a seconda delle situazioni di gioco, può giostrare da mezzala sinistra, da mezzapunta sulla stessa linea di Gomez o da trequartista. In fase di ribaltamento dell’azione, i suoi inserimenti potrebbero risultare mortiferi. Dovranno stare attenti Hamsik e Zielinski, a turno, a non farselo scappare.

In fase passiva, il suo posizionamento indicherà in che modo l’Atalanta imposterà la pressione sul primo possesso azzurro. Andasse a occupare la slot di mezzala sinistra, ciò indicherebbe un vero e proprio uomo contro uomo a centrocampo, come nella gara d’andata. Piazzarlo, da parte di Gasperini, da vertice alto, o da mezzapunta in modo da formare, insieme a Gomez, una doppia linea con Freuler e Kessié (mai dimenticarsi della proprietà tecnica e dei mezzi fisici dell’ivoriano, in ogni caso), indicherebbe la volontà di andare a disturbare soprattutto la prima uscita del pallone dai difensori centrali azzurri al regista (Jorginho o Diawara che sia), per poi scalare sui lati e chiudere le catene per impedire i consueti giochi a tre agli uomini di Sarri.

Il fisico e la lotta nel mezzo

Come già visto all’andata, Gasperini e i suoi la metteranno molto sul fisico (gli orobici non disdegnano il fallo, quando serve: 16 a gara, quarta compagine più fallosa del torneo). Al punto che sarebbe persino plausibile ipotizzare una pressione molto alta nelle prime fasi di gara, fino ai limiti della nostra area, un po’ come avvenne contro il Genoa. In quel caso, la chiave fu la pazienza, da parte degli azzurri, prima nel far sfogare l’avversario e successivamente nel far girare il pallone, per sfiancarlo (anche se la tenuta fisica dell’Atalanta pare molto diversa da quella dei rossoblu’).

A quel punto, la maggior qualità dovrà fare la differenza. All’andata, i duelli uomo contro uomo a centrocampo furono persi tutti, e la pericolosità ne risentì. Questa volta dovrà andare diversamente. Conquistando il centrocampo, ci saranno ottime possibilità di fare propria la partita.

 

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