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A Milano, cinque minuti per il centrocampo del futuro: era quello che volevamo dal Napoli

Zielinski-Rog-Diawara, per la prima volta insieme in un momento complesso di una partita importante. È il senso del progetto tecnico del club.

A Milano, cinque minuti per il centrocampo del futuro: era quello che volevamo dal Napoli

Sostituzioni = domani

61, 74 e 85. Terno secco sulla ruota di Milano. I minuti delle sostituzioni del centrocampo, quelli che per la prima volta ci hanno mostrato il futuro. Inteso come centrocampo giovane, come quel trittico Rog-Diawara-Zielinski che comporrà – presumibilmente – la linea mediana dei prossimi anni. In realtà li avevamo già visti, insieme. Anche allora erano gli ultimi minuti, era Benfica-Napoli. Un match bello, importante, dal grande risalto internazionale. Però, “inutile” nella sostanza: il Napoli era già qualificato, avrebbe dovuto subire due gol per finire al secondo porto. Era successo pure in Napoli-Inter e in Napoli-Spezia, ma anche allora il significato era “diverso”. Ridotto, se vogliamo: partita finita contro i nerazzurri, “minore” contro i liguri.

A Milano, invece, le cose erano diverse. Erano complesse. Il Napoli, soprattutto alla luce dell’impegno casalingo domenicale della Roma (e della Juventus), doveva vincere. Anzi, diciamola meglio: stava vincendo, doveva mantenere il risultato. E quindi doveva resistere agli attacchi finali del Milan, confusi ma comunque pressanti. Per farlo, Sarri ha inserito Diawara e Zielinski. Due cambi per scelta. Poi, nel finale, Allan ha alzato bandiera bianca. Sostituzione forzata. Quando tutti si aspettavano Giaccherini, si è alzato Rog. Eccolo lì, il centrocampo del futuro. Cinque minuti più recupero, di battaglia su ogni pallone. Nulla di clamoroso da segnalare, eppure un momento importante. Non era mai accaduto, almeno non così. In una partita “vera”.

Le differenze tra i tre dell’ave maria

Allan-Jorginho-Hamsik non sono un problema. Non possono esserlo, hanno rappresentato il secondo miglior centrocampo d’Italia nella scorsa stagione. Per qualcuno, che forse esagera, non sono stati nemmeno dietro la Juventus. Comunque, erano insostituibili. Tanto da catalizzare le critiche verso la società, perché “non c’erano i sostituti adatti”. C’erano David Lopez e Valdifiori, arrivò anche Grassi. Di certo, lo abbiamo detto e scritto tante volte, le riserve non valevano i titolari.

Oggi, il Napoli ha tre riserve. In realtà ne avrebbe quattro, considerando anche che Giaccherini, teoricamente, sarebbe prima un mediano/mezzala e poi un esterno offensivo. Però, anche questa notizia giunge da Milano, Sarri considera Giac come un ala e basta. Non lo vede, non lo sente, non lo percepisce centrocampista. Quindi, Rog viene prima di lui. Lo scriviamo con una certa dose di certezza e sicurezza. Anche perché, conoscendo il tecnico toscano, l’idea delle gerarchie è sempre molto presente, viva.

Quindi, le tre riserve. Che oggi esistono, sono forti e prospettiche. Pur con una certa differenza interna, ci mancherebbe. Zielinski e Diawara fanno parte a pieno titolo delle rotazioni dei grandi, si giocano settimanalmente il posto con i vecchi titolari. Anzi, per qualcuno il polacco ha addirittura “scalzato” Allan dalla prima posizione dell’hit parade. Un’esagerazione, questa, per un club che ha tre competizioni in ballo e che tra tre settimane e due giorni ricomincerà la Champions. Però, anche questo è sintomatico del nuovo corso. Situazione differente per Rog che invece «è ancora indietro». Sarri l’ha spiegato tante volte, l’ha detto e ridetto. L’ha chiamato in causa per una necessità incombente ma, conoscendo il nostro pollo, sappiamo che una fiducia di cinque minuti è una roba importante. Soprattutto quando devi sostituire un Allan in palla, in forma, inserito proprio per garantire un certo equilibrio.

Ora, la Fiorentina

Come dire: in riferimento alla gestione di Rog, è complicato aspettarsi più di questo. Almeno per il momento. C’è chi non gradisce, c’è chi non capisce. Ma per Sarri, che sia giusto o meno, è già tanto così. Anzi, è quasi sempre una sorpresa quando ci troviamo a scrivere la probabile formazione e siamo in dubbio sui ballottaggi a centrocampo. Tipo oggi, che ci ritroveremo a pensare al match di Coppa Italia di domani con la Fiorentina.

Probabile che, per una partita decisiva come quella contro i viola, Sarri decida di limitare le rotazioni. Decida di alternare proprio Allan con Zielinski e Jorginho con Diawara, confermando Hamsik (la cui uscita a Milano, al netto di difficoltà fisiche, è “sospetta” proprio secondo questa chiave di lettura) e magari pensando di inserire Rog nella ripresa.

In realtà, pensandoci col senno di poi, era quello che ci aspettavamo e che volevamo da questa campagna acquisti. Imperniata su due concetti chiave, in intersezione logica: la cessione di Higuain per aumentare la profondità dell’organico. Beh, è andata proprio così. I cinque minuti finali di Milano, ma più che altro i precedenti 29 e 16 con in campo un 1997 e un 1994, dimostrano che il progetto tecnico è quello. Per qualcuno, tipo noi, si può dire anche che sia giusto. Anche perché il terzo uomo, Marko Rog, è un 1995, un quasi 22enne. Non è ancora tardi per lui, anzi. Gli si darà tempo, si farà in modo di crearglielo. Come fatto per Zielinski, come fatto per Diawara. È la strada giusta.

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