Sarri sta sfruttando l’ampiezza della rosa e il suo Napoli ha solo un punto in meno rispetto allo scorso anno senza Albiol, Milik (e Higuain).
È un Napoli adulto. Perché anche gli adulti si ammalano. Del resto, è un periodo storico in cui si discute molto di malattia, oggi c’è stato anche l’intervento del presidente della Repubblica. Che cos’è la malattia? Tanti libri sono stati scritti e tanti altri se ne scriveranno. «Dobbiamo pensare solo a guarire», ha detto ieri Maurizio Sarri ai microfoni di Sky sport. Lo ha detto per dribblare una non domanda di Ilaria D’Amico sulla partita di sabato prossimo: Juventus-Napoli. L’allenatore del Napoli ha risposto così per rifugiarsi. Oggi un’illuminazione ha folgorato il Napolista: in fondo, il nostro Maurizio Sarri è fondamentalmente, come tanti di noi, un amabile bastian contrario. Se la Gazzetta a inizio anno posiziona il Napoli non in prima fila nella corsa allo scudetto, lo fa notare in maniera stizzita; se poi gli si chiede dello scudetto e della Juventus, risponde che sono di un altro pianeta. Un po’ come per gli attaccanti. Ieri in conferenza stampa a Crotone, a chi gli faceva notare che ora il Napoli ha poche soluzioni là davanti, ha risposto così: «In poche ore prenderò la decisione ma mi sembra che gli altri miei attaccanti siano di alta qualità». A una domanda diversa, avrebbe detto che ha perso tre centravanti in tre mesi. Il che poi è vero. Ma questa è solo una digressione.
Addio adolescenza
Il punto centrale è la malattia dell’adulto. La malattia del Napoli. Il Napoli sta vivendo una stagione da adulto, ben diversa da quella adolescenziale dello scorso anno quando strada facendo si trovò primo in classifica sulle ali dell’entusiasmo e poi alla prima vera botta – a Torino contro la Juventus – non si riprese più. Quel Napoli viene raccontato e ricordato “bello come sei, come non sei tu”. È il fascino della gioventù, capelli al vento, della squadra rivelazione. Che fondamentalmente disputò una sola competizione e aveva una rosa risicata: undici titolarissimi, soprattutto in campionato
Solo un punto in meno con due infortuni gravi
Questo Napoli non può essere una squadra rivelazione. E non si comporta da tale. Nonostante Sarri faccia spesso il pompiere. E nonostante lo psicodramma estivo conseguente alla partenza di Gonzalo Higuain. Cui possiamo aggiungere quello autunnale per l’infortunio a Milik. Questo Napoli – sottodimensionato mediaticamente e non solo – sta dimostrando con i fatti di essere cresciuto rispetto alla scorsa stagione, di essere più consapevole.
Non solo: è un Napoli che ha già patito due infortuni di rilievo: quelli di Milik e Albiol, due titolarissimi. Ed è un Napoli che non sta disputando l’Europa League ma la Champions e che nonostante la sconfitta interna contro il Besiktas è primo in classifica nel suo girone. Senza dimenticare che le due sconfitte contro Roma e Besiktas sono nate da due gravissimi errori individuali di Koulibaly e Jorginho.
I numeri descrivono una realtà che non trova riscontro sui giornali, non parliamo dei tifosi. A dire che il Napoli è forte, piovono sfottò, insulti. Ci vorrebbe un pool di psichiatri per provare a comprendere quel che sta accadendo ai tifosi del Napoli. Vaste programme, certamente troppo per noi.
Lo sfruttamento dell’ampiezza della rosa
Questo Napoli adulto si è ammalato, come ha detto Sarri. Ma nonostante la malattia, continua a essere quarto in classifica ad appena quattro punti dalla capolista, quella Juventus che gli esperti di calcio avevano descritto come la squadra ammazza campionato e che invece in nove giornate ha già incassato due sconfitte e che solo raramente – molto raramente – ha mostrato un gioco apprezzabile e apprezzato. Questo Napoli adulto ieri ha portato a casa una vittoria importante sia pure contro il modesto Crotone ultimo in classifica. Ha vinto dopo tre sconfitte consecutive. E ha vinto dopo aver giocato in dieci uomini per un’ora a causa dell’espulsione di Gabbiadini. Quindi senza l’unica punta di ruolo a disposizione rimasta dopo l’infortunio di Milik. Ha vinto sfruttando l’ampiezza della rosa. Ha vinto con in mezzo al campo Diawara (90 minuti), Maksimovic (90 minuti e un gol), Strinic (90 minuti), Zielinski (28 minuti), Giaccherini (18 minuti). Per mezz’ora, due terzi del centrocampo sono stati composti da calciatori acquistati quest’anno: Zielinski e Diawara. Davanti, sia pure contro il Crotone, il Napoli si è consentito il lusso di non far giocare Insigne nonostante l’assenza di Milik e l’espulsione di Gabbiadini.
L’undicesimo giocatore più utilizzato in serie A è Zielinski con 466 minuti, come la Juventus che ha Dani Alves con 451 minuti e la Roma Perotti 479. Il nostro dodicesimo è Milik con 442 minuti, quello juventino è Mandzukic con 433 minuti e quello romanista El Shaarawy con 428 minuti.
Sono già ventuno i calciatori utilizzati da Sarri in questo campionato. Al di là delle dichiarazioni, Sarri sta sta sfruttando la rosa a disposizione. E la rosa a disposizione gli sta consentendo di gestire i fisiologici infortuni che possono capitare in una stagione. Ma che fin qui non hanno precluso alcun obiettivo al Napoli. E per obiettivo, si intende la possibilità di giocarsela. Il Napoli è quarto in classifica, a quattro punti dalla Juventus. È nel gruppone, subito dietro i primi, per non prendere vento. Ma ha la pedalata pesante e sicura del passista. Questo Napoli non è più adolescente. È un gruppo adulto, consapevole della sua forza. E non perché ha vinto a Crotone. Ma (anche) perché ha saputo reagire a un momento negativo che non era e non è facile da gestire.
Al di là delle dichiarazioni e dei tentativi di nascondersi, questo Napoli è una squadra consapevole. A partire dal suo allenatore.