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«Non sono fissato col mio gioco», Thiago Motta vince all’italiana e si sottrae alla narrazione ottusa

Repubblica: col City baricentro basso e 30% di possesso. Altro che “mio calcio”. «Ho sempre detto che giocare bene significa capire il momento, capire la partita»

«Non sono fissato col mio gioco», Thiago Motta vince all’italiana e si sottrae alla narrazione ottusa
Cm Torino 21/09/2024 - campionato di calcio Serie A / Juventus-Napoli / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Thiago Motta

«Non sono fissato col mio gioco», Thiago Motta vince all’italiana e si sottrae alla narrazione ottusa

Il giorno dopo Juventus-Manchester City 2-0 vinta col 30% di possesso palla, Repubblica analizza la partita della Juventus e le parole di Thiago Motta che da settimane sta facendo di tutto per sottrarsi alla narrazione ottusa di chi a tutti costi voleva ingabbiarlo nel cliché del “mio calcio”.

Scrive Repubblica con Emanuele Gamba

«Non pensate che sia fissato con il mio gioco, non è così» dirà Thiago Motta alla fine di una notte meravigliosa, meravigliosa e diversa da ogni notte vissuta prima perché è stata quella in cui l’allenatore italo-brasiliano è stato squisitamente italianista, dimostrando che sì, non era fissato con i dogmi di una filosofia pura. (…) Contro il City la Juve ha scelto di difendersi e di farlo in quel modo, abbassando all’estremo il baricentro, occupando militarmente i trenta metri più arretrati del campo, puntando su concentrazione e aggressività (e su anima e cuore), sguinzagliando contropiedi all’improvviso.

Thiago Motta ha ribadito che il suo non è calcio a una direzione

Vuol dire che Thiago Motta ha ampliato il suo bagaglio di conoscenze e non ha esitato a convertirsi, per un volta almeno, ai principi dell’italianismo più spinto. In campionato la Juve di solito tiene palla per il 60,8% del tempo, contro il City l’ha dimezzato (31,1%) epperò ha tirato in porta più dell’avversario (5-3) e più di quanto faccia abitualmente quando il gioco lo comanda. È stata la partita, insomma, che ha schiuso il futuro a un’altra possibilità di Juve, ma specialmente a un’altra possibilità di Thiago Motta.

Non sono fissato, dice lui, ma i principi inalienabili del suo calcio sono (erano?) la custodia del pallone e l’avanzamento della linea difensiva, principi sempre più o meno rigorosamente osservati tranne mercoledì sera, quando sono stati totalmente ribaltati. «Ma io ho sempre detto che giocare bene significa capire il momento, capire la partita» e in effetti li ha capiti benissimo, con meticolosità tipicamente nostrana.  

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